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domenica 23 novembre 2014

I PINGUINI DI MADAGASCAR

di Matteo Marescalco
 
La consapevolezza che anche la Pixar, l'indiscutibile prima della classe nel mondo dell'animazione, si sia dedicata alla realizzazione di uno spin-off (Monsters University) redime parzialmente la Dreamworks SKG della premiata Spielberg, Katzenberg e Geffen. In un mondo cinematografico ipersemiotizzato in cui le idee latitano e gli sceneggiatori sembrano essere affetti da una incontrovertibile crisi creativa, non stupisce affatto che alla Dreamworks abbiano deciso di attingere ad un film girato nel 2005 e di approfondire le avventure di alcuni dei suoi personaggi secondari più irriverenti e magnetici. Il film in questione è Madagascar e i personaggi sono i pinguini Skipper, Kowalski, Rico e Soldato.
I Pinguini di Madagascar, diretto da Eric Darnell e Simon J. Smith, conferma la prerogativa principale degli studi Dreamworks: divertire puntando principalmente sulle gag slapstick e sull'ironia dilagante che, a tratti, raggiunge la demenzialità. Dimenticate le atmosfere mature e le riflessioni filosofiche della Pixar.
Protagonisti del lungometraggio animato sono quattro pinguini che, in preda ad uno sfrenato desiderio di avventura, decidono di allontanarsi dalla propria famiglia e dalla terra natia, dando vita ad una unità d'elite di 007. Ad un estremo si colloca Skipper, l'Odisseo del gruppo, all'opposto Soldato, il pinguino più tenero e piccolo della compagine a cui è impedito di partecipare attivamente alle missioni. 
Il racconto si basa su una serie di stereotipi facilmente individuabili: Soldato non accetta il suo ruolo e si vuole mettere in gioco per dimostrare di essere parte attiva del gruppo. I quattro pinguini si troveranno ad affrontare il temibile Dottor Octavius Brine (doppiato in originale da John Malkovich) sotto le cui spoglie, in realtà, si nasconde l'invidioso polpo Dave, che minaccia di trasformare tutti i pinguini della terra in esseri mostruosi. I nostri eroi improvvisatori saranno affiancati, nella loro missione, dalla task force segreta Vento del Nord che protegge gli animali in difficoltà in tutto il mondo, composta da un orso polare, una civetta delle nevi, una foca bianca e guidata da un husky pieno di sé (doppiato dall'inglese Benedict Cumberbatch). Tra inseguimenti a perdifiato e piani stabiliti nei minimi dettagli, avventure a Venezia, Shanghai e nel deserto e indigestioni di cibo, la nostra allegra unità conduce la storia verso un prevedibile lieto fine.
I Pinguini di Madagascar è un delirio psichedelico pensato per un pubblico giovane. Ogni pretesa di realismo è completamente negata, l'esperienza concreta non è un parametro per la costruzione di senso e l'effetto comico è sempre legato al dinamismo che caratterizza le azioni. Un esempio su tutti: i pinguini bucano alcuni aerei di linea ma gli sceneggiatori non si preoccupano di farci sapere che fine faranno i gentili viaggiatori che appaiono assolutamente tranquilli.
Centro focale del film è, sostanzialmente, il vetusto conflitto tra legge e desiderio, tra regola e pulsioni individuali e, in questo, il film finisce per somigliare a Monsters University. I quattro pinguini desiderano più di ogni altra cosa abbandonare quella che è, ironicamente, la loro occupazione principale: essere ripresi dagli autori di documentari (a tal proposito, una chicca: il doppiatore del principale documentarista che appare nei primi minuti del film è nientepopodimeno che Werner Herzog, che di documentari ne sa decisamente qualcosa). La presa in giro di carattere metacinematografica è evidente.
In definitiva, l'ultimo prodotto della Dreamworks Animation è un puro divertissment per intrattenere i più piccoli, indubbiamente frutto di strategie commerciali ma che, comunque, non lesina momenti ad elevato tasso di interesse.

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