tag:blogger.com,1999:blog-30932172770354881852024-03-19T01:48:32.967-07:00Diario di un cinefiloUn blog di Matteo MarescalcoMatteo Marescalcohttp://www.blogger.com/profile/11176186564132480901noreply@blogger.comBlogger626125tag:blogger.com,1999:blog-3093217277035488185.post-29325511251546215022022-03-02T13:33:00.001-08:002022-03-02T13:33:06.787-08:00THE BATMAN<p> <i>di Matteo Marescalco</i></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span lang="EN-US"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEj1jmwVOmydd6hAuVkvv0VdDkrqBPtFl3A5xr8f0xofRaRa9EAKZiY7SjoA8GcU1ckAnF0rXX9lBkz0hozqtf0Ak3_F6FCD1cJ1QbeKCxzy7J5u5vfoZ45C5moEuTe8wYDmYTk-3DjftmVwaGDY_5nq3winBupaZ_wV6uJxdkNcL85NLNCU8_HYwrcJwA=s2075" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2075" data-original-width="1400" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEj1jmwVOmydd6hAuVkvv0VdDkrqBPtFl3A5xr8f0xofRaRa9EAKZiY7SjoA8GcU1ckAnF0rXX9lBkz0hozqtf0Ak3_F6FCD1cJ1QbeKCxzy7J5u5vfoZ45C5moEuTe8wYDmYTk-3DjftmVwaGDY_5nq3winBupaZ_wV6uJxdkNcL85NLNCU8_HYwrcJwA=s320" width="216" /></a></div><br />«Thrown like a star in my vast sleep<o:p></o:p><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span lang="EN-US">I opened my eyes to take a peek».<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Bruce Wayne si risveglia da un lungo
sonno con la mente annebbiata e il cuore straziato. Cosa sta accadendo a
Gotham? Negli ultimi due anni, la criminalità è aumentata, gli illeciti sono
all’ordine del giorno e il male proprio non ne vuol sapere di giungere al
termine nella notte. Nel corso dello stesso periodo, Batman si è affermato come
il più grande detective di sempre: il cavaliere oscuro legge segni e indizi, li
analizza nel buio della sua residenza e incarna la vendetta tra i suoi
cittadini. Ma Gotham sa come alzare l’asticella della sfida e spingersi sempre
più in là. Senza mai dimenticare Carmine Falcone e il suo tirapiedi, il
Pinguino, c’è un nuovo villain tra i bassifondi più asfissianti e luridi di
sempre: l’Enigmista vuole rendere giustizia all’abuso di potere e alla
corruzione che dilagano in città. Per farlo si arma di binocolo, nastro
isolante e marchingegni degni di Jigsaw. La sua convinzione è che persino i
benefattori del luogo e le persone apparentemente più rispettabili affoghino
nelle fogne e siano al soldo di Falcone. Cosa fare se non rapirli, minacciarli,
ucciderli e rendere virali le sue gesta? <o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">«Histories of ages past<o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Unenlightened shadows cast</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Down through all eternity</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">The crying of humanity».<o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Gotham non riesce a smettere di
versare tutte le sue lacrime. Come un vendicatore cupo, funereo e grave, Bruce
Wayne sale in sella alla sua moto prestando fede alla sensazione di paura che
risveglia nei suoi concittadini: Batman è un animale notturno, una scheggia
impazzita dall’identità frammentata e frastagliata, un ragazzo alla ricerca
della verità e di qualcosa per cui valga la pena vivere. È possibile agguantare
la redenzione? Il mondo è un bel posto e vale la pena lottare per esso – come
nel 1995, è ancora possibile essere d’accordo con la seconda parte di questa
affermazione?<o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Rispetto alle esagerazioni pop ed
espressioniste di Tim Burton, alla muscolarità gangster di Christopher Nolan e
alla caduta degli dei di Zack Snyder, <i><b>The Batman</b></i> di Matt Reeves è un noir in
grado di sfociare verso lidi melodrammatici. Sulla città del cavaliere oscuro
non batte mai il sole e uscire dalle tenebre è pressoché impossibile –
d’altronde, come sostiene lui stesso, Batman non si muove nell’ombra; lui è
l’ombra. Forte di un passato in cui ha realizzato il testo cardine del cinema
post-11/9 e di una trilogia blockbuster attraverso cui ripensare il futuro dei
personaggi archetipici della storia del cinema, Reeves si prende tutto il suo
tempo, costruisce un protagonista generazionale e una città dolente più vicina
a quelle mostrate in Se7en e Zodiac che alle versioni rimediate da qualsiasi
altro cinecomics contemporaneo. <o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Tra campi lunghi cittadini che ne portano in scena il carattere lurido, putrescente e labirintico, e primi piani (sentimentali) strettissimi in cui il melò deflagra, Matt Reeves concede al suo Batman una lentissima progressione e una crescita che, finalmente, lo conduce al termine della notte. L'alba è ancora lontana ma la vendetta ha lasciato ormai posto alla speranza. E anche Warner Bros. e DC, questa volta, sembrerebbero aver trovato la loro collocazione nel mondo.</p>Matteo Marescalcohttp://www.blogger.com/profile/11176186564132480901noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3093217277035488185.post-40298065773818870222021-09-27T03:20:00.001-07:002021-09-27T03:20:03.511-07:00OASIS KNEBWORTH 1996<p><i>di Matteo Marescalco</i></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifpTM-gdQg9yqyBXHVpp3OsvZ0Ud6BNfvI0wy7PjgaRu87uwGB_JTpYfqVclFBRS5ciAkhd_HAU3CCMhY-0qqp_x9rzrG1Ddd7z0PZQEdgE9fEZcuBdo_Jn-eAApLfW24-ffgJRZg7pVR7/s599/locandina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="599" data-original-width="420" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifpTM-gdQg9yqyBXHVpp3OsvZ0Ud6BNfvI0wy7PjgaRu87uwGB_JTpYfqVclFBRS5ciAkhd_HAU3CCMhY-0qqp_x9rzrG1Ddd7z0PZQEdgE9fEZcuBdo_Jn-eAApLfW24-ffgJRZg7pVR7/w280-h400/locandina.jpg" width="280" /></a></div><div style="text-align: justify;">Le serate del 10 e 11 agosto 1996 una ragazza baciava appassionatamente il suo ragazzo - o, magari, semplicemente uno sconosciuto appena incontrato e di cui si era innamorata sulle note di <i>Wonderwall</i> -; dopo aver fatto incetta di cassette, due amici si chiudevano in cameretta apprestandosi a registrare ogni singola nota della band in grado di trasformarsi in un fenomeno globale nel giro di appena due anni; un’adolescente sognava di mettere la lingua in bocca a Liam Gallagher e un’altra di regalare ai due fratelli di Manchester «(…) l’invisibilità, per farli andare in giro liberamente, come fossero persone normali».</div><p></p><p style="text-align: justify;">Durante quelle due serate migliaia di ragazzi e ragazze si apprestavano a vivere la fine della giovinezza, sottratta loro dalla pioggia battente sulle note di <i>I Am The Walrus</i>.</p><p style="text-align: justify;">25 anni fa, i due concerti degli Oasis a Knebworth rappresentavano la conclusione del <i>coming of age</i> degli anni Novanta e ponevano fine al periodo supersonico del gruppo in grado di colonizzare l’immaginario di tutti perché innocente, infantile, forse immaturo, sgangherato, folle, totalmente inaspettato e fuori controllo.</p><p style="text-align: justify;"><i><b>Oasis Knebworth 1996</b></i> consente di compiere un viaggio nel tempo di quelli che soltanto il cinema è in grado di farci vivere. Durante la visione del documentario si canta, ci si emoziona per gli occhi lucidi, fiduciosi ed euforici di 250mila ragazzi in attesa di vivere la loro vita e spaccare il mondo – ma anche, semplicemente, di trasformarsi in rock ‘n’ roll star, quanto meno per una notte, e di vedere cose che tutti gli altri non sarebbero riusciti mai nemmeno a percepire –, si piange all’idea di chi è andato a quel concerto sapendo di dover morire poco tempo dopo e per la mera esistenza di un evento comunitario così lontano dall’atmosfera del periodo storico che stiamo attraversando. È ancora possibile sognare un’enclave del genere? Siamo in grado di credere gli uni negli altri e scoprire ciò che dorme nelle profondità del nostro animo?</p><p style="text-align: justify;">Andiamo al cinema a innamorarci di Oasis Knebworth 1996, in uscita il 27, 28 e 29 settembre grazie a Nexo Digital, a prolungare la naturale scadenza dei nostri sogni e a volare in alto come dei piccoli Icaro senza alcuna paura di bruciarci al sole.</p>Matteo Marescalcohttp://www.blogger.com/profile/11176186564132480901noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3093217277035488185.post-81040479080518209392021-07-16T10:45:00.000-07:002021-07-16T10:45:09.595-07:00L'ARTE INVISIBILE DEL MONTAGGIO - SCOLPIRE IL TEMPO DELL'ESISTENZA<p> <i>di Matteo Marescalco</i></p><p><i></i></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><i><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrLX8mX2AtBPtOiGXYq03z1qIfzZnk-RMEjhRZAXcbWnwPSv7n9DAy0XS9WvJi7BsvoTYe_HsTVK_ZRBbKTfsN8D5_sIrfSsCi72cLKt8tVB37suSVJF-neIDmtXOnLdBrg7Jys3Tn2IGK/s1498/61s%252BKE5Sy%252BL.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1498" data-original-width="1000" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrLX8mX2AtBPtOiGXYq03z1qIfzZnk-RMEjhRZAXcbWnwPSv7n9DAy0XS9WvJi7BsvoTYe_HsTVK_ZRBbKTfsN8D5_sIrfSsCi72cLKt8tVB37suSVJF-neIDmtXOnLdBrg7Jys3Tn2IGK/w268-h400/61s%252BKE5Sy%252BL.jpg" width="268" /></a></i></div><i>*recensione pubblicata per <a href="https://birdmenmagazine.com">Birdmen Magazine</a>: <a href="https://birdmenmagazine.com/2021/02/23/montaggio-intervista-torsiello-bonelli/">https://birdmenmagazine.com/2021/02/23/montaggio-intervista-torsiello-bonelli/</a></i><p></p><p style="text-align: justify;">Secondo il parere di William Friedkin, ogni film viene creato tre volte. Innanzitutto si scrive la sceneggiatura; poi, il testo si trasforma in immagini grazie al contributo degli attori e della troupe. Infine, quanto girato acquista nuova vita grazie al montaggio e al missaggio sonoro. Qualsiasi film, quindi, si evolve e cambia forma assumendo quella definitiva soltanto alla fine di questi tre stadi. Nella sua seconda pubblicazione per Bietti Edizioni dopo <i>Joe Wright. La danza dell’immaginazione</i>, da Jane Austen a Winston Churchill, il critico cinematografico Elisa Torsiello prende in considerazione l’atto creativo che scolpisce definitivamente la forma del film. <i><b>L’arte invisibile del montaggio. Intervista a Valerio Bonelli</b></i>, infatti, focalizza la sua attenzione sul montaggio, definito da Elisa Torsiello come «il grande metronomo del cinema» in grado di dettare il tempo della sua esistenza. </p><p style="text-align: justify;">Oltre a offrire un excursus sintetico sulla sartoria laboratoriale delle immagini, questa quinta pubblicazione della nuova collana Bietti Fotogrammi offre al lettore la possibilità di lanciarsi in un percorso di apprendimento insieme a Valerio Bonelli, montatore che, dopo aver studiato presso la prestigiosa National Film and Television School di Beaconsfield, ha lavorato al montaggio di titoli quali <i>Il Gladiatore</i>, <i>Black Hawk Down</i> e <i>Sopravvissuto</i> di Ridley Scott, <i>The Dreamers</i> di Bernardo Bertolucci, <i>Philomena</i>, <i>The Program</i> e <i>Florence</i> di Stephen Frears (suo tutor all’università) e <i>L’ora più buia</i>, <i>La donna alla finestra</i> e <i>Cyrano</i> di Joe Wright. Tra l’autunno 2019 e settembre 2020, inoltre, Bonelli è stato supervising editor di <i>SanPa. Luci e ombre di San Patrignano</i>, docu-serie in cinque puntate diretta da Cosima Spender e distribuita su Netflix.</p><p><i>*continua a leggere su <a href="https://birdmenmagazine.com">Birdmen Magazine</a>: <a href="https://birdmenmagazine.com/2021/02/23/montaggio-intervista-torsiello-bonelli/">https://birdmenmagazine.com/2021/02/23/montaggio-intervista-torsiello-bonelli/</a></i></p>Matteo Marescalcohttp://www.blogger.com/profile/11176186564132480901noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-3093217277035488185.post-35345563493384831402021-07-08T11:45:00.001-07:002021-07-16T11:59:44.364-07:00TAOBUK 2021: LA SICILIA E LE SUE METAMORFOSI<p> <i>di Matteo Marescalco</i></p><p><i></i></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><i><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsb4E8Q0486WnLk36qW0HH1XeHqoj82rxoB0AAx28urCRBjYpedTI7AHvKhXa21DJw1j-r7runQLR2oZA43AQcHSiiHQLl2d8vTHXOXhoCtHZA9TU12nLL37T_aa9NnaZTwAxy03pdAbze/s1656/182696491_3931293020240316_8970563138963818791_n.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="630" data-original-width="1656" height="153" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsb4E8Q0486WnLk36qW0HH1XeHqoj82rxoB0AAx28urCRBjYpedTI7AHvKhXa21DJw1j-r7runQLR2oZA43AQcHSiiHQLl2d8vTHXOXhoCtHZA9TU12nLL37T_aa9NnaZTwAxy03pdAbze/w400-h153/182696491_3931293020240316_8970563138963818791_n.png" width="400" /></a></i></div><i>*approfondimento pubblicato su <a href="https://mastereditoria.unicatt.it">Master Professione Editoria e BookTelling</a>: <a href="https://mastereditoria.unicatt.it/taobuk-2021-sicilia-metamorfosi-letterarie/">https://mastereditoria.unicatt.it/taobuk-2021-sicilia-metamorfosi-letterarie/</a></i><p></p><p style="text-align: justify;">Se è vero che, per citare Calcutta, “Pesaro è una donna intelligente”, Taormina (e la Sicilia tout court) dovrebbe essere un posto in cui non cresce mai veramente l’addio. Il 2020 ha costretto milioni di persone alla lontananza e ha affidato alla tecnologia il compito di ammortizzare il rimpianto e l’attesa.</p><p style="text-align: justify;">Anche per la Sicilia, tradizionalmente abituata a una sorta di immobilità interiore, unita però a un paradossale e contraddittorio dinamismo esteriore, lo scorso anno è finito per somigliare a una lunga nottata estiva, preda di uno strano torpore che l’ha trasformata in una moderna Aurora in attesa del bacio del principe che potesse risvegliarla e amarla nel profondo, con tutte le sue contraddizioni. A caricarsi del compito di risvegliare questa terra ormai stanca di amori consumati in una notte con uomini vittime del suo fascino fantasmatico e misterioso, come tanti Ulisse in preda al canto delle Sirene, è stata l’undicesima edizione del <b>TaoBuk</b>.</p><p style="text-align: justify;">Ideato da Antonella Ferrara, il Festival ha offerto uno dei primi eventi in presenza dell’estate 2021 e, quindi, la possibilità di prostrarsi ai piedi dell’isola, a detta di Colapesce una “femme fatale a cui perdoni sempre tutto, anche se fa la stronza e ti fa soffrire”, e della sua abbacinante e scandalosa luce che, secondo Gesualdo Bufalino, fa invidia persino agli Dei e rende incredibile e inaccettabile il pensiero della morte. </p><p><i>*continua a leggere su <a href="https://mastereditoria.unicatt.it">Master Professione Editoria e BookTelling</a>: <a href="https://mastereditoria.unicatt.it/taobuk-2021-sicilia-metamorfosi-letterarie/">https://mastereditoria.unicatt.it/taobuk-2021-sicilia-metamorfosi-letterarie/</a></i></p>Matteo Marescalcohttp://www.blogger.com/profile/11176186564132480901noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3093217277035488185.post-42385019861304975062021-07-02T11:29:00.001-07:002021-07-16T11:35:12.571-07:00RACCONTI DI CINEMA: IN CHE MODO GLI SCRITTORI DEL NOVECENTO HANNO RACCONTATO LA SALA CINEMATOGRAFICA?<p> <i>di Matteo Marescalco</i></p><p><i></i></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><i><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgj5nH4WeBwP5cuuAHETHP7vLP1BZ-6mRLkO5vjvJgZ_3BUFq8v5-Jyd387OIufpVKexvxu3dk4ZIXMXSc7x6ZM6GimX6AJlDF6fihY4IECzpZS2hV1pw9fJ0-QJk68dB7-4eJFXHvoMkIS/s399/978880622389GRA.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="399" data-original-width="250" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgj5nH4WeBwP5cuuAHETHP7vLP1BZ-6mRLkO5vjvJgZ_3BUFq8v5-Jyd387OIufpVKexvxu3dk4ZIXMXSc7x6ZM6GimX6AJlDF6fihY4IECzpZS2hV1pw9fJ0-QJk68dB7-4eJFXHvoMkIS/w251-h400/978880622389GRA.jpg" width="251" /></a></i></div><i><br />*approfondimento pubblicato per <a href="https://mastereditoria.unicatt.it">Master Professione Editoria e BookTelling</a>: <a href="https://mastereditoria.unicatt.it/racconti-di-cinema-scrittori-novecento-sala/">https://mastereditoria.unicatt.it/racconti-di-cinema-scrittori-novecento-sala/</a></i><p></p><p style="text-align: justify;">Dal primo spettacolo pubblico a pagamento del 28 dicembre 1895 fino alla visione individuale dei giorni nostri, il cinema è stato protagonista di una riarticolazione di modalità di fruizione. È soltanto negli ultimi tempi, però, che la sua rilocazione su device multifunzionali e l’ingresso nell’agone dello sfruttamento mediale di soggetti quali pay per view, transactional video on demand e subscription video on demand hanno trasformato il ruolo del consumatore e intaccato la centralità della sala cinematografica nell’immaginario collettivo. Piuttosto che pratica accessoria, il 2020, d’altronde, e la pandemia da Covid-19 hanno reso obbligatoria la visione di film in streaming.</p><p style="text-align: justify;">Eppure, c’è stato un tempo in cui il cinema aveva un ruolo completamente diverso: esso, infatti, è stato una delle forme più lampanti della modernità e ha rappresentato una rivoluzione nella vita quotidiana. Definito da Francesco Casetti come l’occhio del Novecento, il cinema in sala ha mutato radicalmente il rapporto con le immagini e con le narrazioni, con lo spazio e con il tempo. Gli scrittori hanno iniziato presto a fare i conti con la settima arte: con il cinema, la letteratura non è stata più la stessa e, viceversa, il linguaggio cinematografico ha adattato ed ereditato le forme della narrativa.</p><p>*<i>continua a leggere su </i><i><a href="https://mastereditoria.unicatt.it">Master Professione Editoria e BookTelling</a>: <a href="https://mastereditoria.unicatt.it/racconti-di-cinema-scrittori-novecento-sala/">https://mastereditoria.unicatt.it/racconti-di-cinema-scrittori-novecento-sala/</a></i></p>Matteo Marescalcohttp://www.blogger.com/profile/11176186564132480901noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3093217277035488185.post-30414427600872221752021-06-24T10:27:00.001-07:002021-07-16T10:29:46.902-07:00EL DORADO<p> <i>di Matteo Marescalco</i></p><p><i></i></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><i><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZzn-TPMrSNV53ZC2KK3Pr8T53HYVv5guhf9joZN64vlMAfM7gNeOHk54eoEU1SsApTqS5p1Xk7tbQswQLHq7H9BoLcVg6lxxwnz3lFGqPS6L-rHT93PoKr52Ilhx4pxtbpRoSHaoE_RpA/s579/el-dorado-la-locandina-del-film-281285_jpg_400x0_crop_q85.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="579" data-original-width="400" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZzn-TPMrSNV53ZC2KK3Pr8T53HYVv5guhf9joZN64vlMAfM7gNeOHk54eoEU1SsApTqS5p1Xk7tbQswQLHq7H9BoLcVg6lxxwnz3lFGqPS6L-rHT93PoKr52Ilhx4pxtbpRoSHaoE_RpA/w276-h400/el-dorado-la-locandina-del-film-281285_jpg_400x0_crop_q85.jpg" width="276" /></a></i></div><i><br />*recensione pubblicata su <a href="https://www.pointblank.it">Point Blank</a>: <a href="https://www.pointblank.it/recensione-film/howard-hakws/ierioggi-speciale-howard-hawks-el-dorado">https://www.pointblank.it/recensione-film/howard-hakws/ierioggi-speciale-howard-hawks-el-dorado</a></i><p></p><p style="text-align: justify;">È il 1966. Qualche anno prima, la morte di John Fitzgerald Kennedy abbatteva il mito di Camelot. La New Hollywood sta per salvare il cinema americano dal più drastico calo di spettatori della sua ancor breve esistenza, Sam Peckinpah ha appena compiuto i primi assalti al mito con <i>Sfida nell’Alta Sierra</i> e <i>Sierra Charriba</i> e, tra la Spagna e Roma, Sergio Leone pone fine alla sua trilogia del dollaro dirigendo <i>Il buono, il brutto, il cattivo</i>.</p><p style="text-align: justify;">Più di ogni altra cosa, il 1966 segna la realizzazione di <b><i>El Dorado</i></b>, penultimo film diretto da Howard Hawks, scritto da Leigh Brackett e interpretato da John Wayne, Robert Mitchum e James Caan. A questo punto della sua carriera, Hawks è uno dei grandi prestigiatori invisibili del cinema classico americano, alla cui storia ha contribuito in maniera determinante attraverso le corse tra le praterie aride di un western fondato sull’amicizia virile, l’orgoglio, il senso dell’onore e i sentimenti di giustizia e solidarietà, le detonazioni anarchiche tra le fitte maglie della screwball comedy e le ombre magnetiche e silenziose del noir. Ma, rispetto al passato, i tempi stanno cambiando, il cammino sul viale del tramonto è più che avviato e gli idoli sono giunti al loro crepuscolo: protagonisti di El Dorado, infatti, sono il vecchio pistolero Cole Thornton che, per sbarcare il lunario, vende i suoi servigi al miglior offerente, lo sceriffo alcolizzato J.P. Harrah, superstite acciaccato di un mondo ormai al tramonto, e Mississippi, un giovane che non vede l’ora di tuffarsi a capofitto in un mondo così archetipico ma irrimediabilmente vecchio.</p><p><i>*continua a leggere su <a href="https://www.pointblank.it">Point Blank</a>: <a href="https://www.pointblank.it/recensione-film/howard-hakws/ierioggi-speciale-howard-hawks-el-dorado">https://www.pointblank</a></i><i><a href="https://www.pointblank.it/recensione-film/howard-hakws/ierioggi-speciale-howard-hawks-el-dorado">.it/recensione-film/howard-hakws/ierioggi-speciale-howard-hawks-el-dorado</a></i></p>Matteo Marescalcohttp://www.blogger.com/profile/11176186564132480901noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3093217277035488185.post-20756793565329930372021-06-16T10:52:00.001-07:002021-07-16T10:58:58.160-07:00JORDAN PEELE - GLI INCUBI DELLA SOCIETA' AMERICANA CONTEMPORANEA<p> <i>di Matteo Marescalco</i></p><p><i></i></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><i><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYA_eJ416f1Q1o6Fo9nCKSkOzF5Ptj_68p36aHcNVb2cpXhkgEhFw_9bMZ7aAAP4RAKNjIlNKIFntZZ8BUDZFHpIpNMiyAtffr1kOWfU8vHqu9tth8i7wv8w3qHW29rkz2-GwmCJJ9ZhgU/s1440/jordan-peele-get-out.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="1440" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYA_eJ416f1Q1o6Fo9nCKSkOzF5Ptj_68p36aHcNVb2cpXhkgEhFw_9bMZ7aAAP4RAKNjIlNKIFntZZ8BUDZFHpIpNMiyAtffr1kOWfU8vHqu9tth8i7wv8w3qHW29rkz2-GwmCJJ9ZhgU/w400-h266/jordan-peele-get-out.jpg" width="400" /></a></i></div><i>*approfondimento pubblicato per <a href="https://birdmenmagazine.com">Birdmen Magazine</a>: <a href="https://birdmenmagazine.com/2020/08/08/jordan-peele-gli-incubi-della-societa-americana-contemporanea/">https://birdmenmagazine.com/2020/08/08/jordan-peele-gli-incubi-della-societa-americana-contemporanea/</a></i><p></p><p style="text-align: justify;">Durante l’ultimo decennio, qualsiasi risultato positivo al box-office e svariati approfondimenti critici hanno avuto Blumhouse Productions come protagonista. Lo studio di produzione fondato da Jason Blum ha visto la luce nel 2000 ma ha iniziato ad imporsi nel mercato cinematografico soltanto nel 2009, in seguito al clamoroso successo di pubblico di <i>Paranormal Activity</i>. In quel caso, memore del fallimento dell’operazione di acquisizione di <i>The Blair Witch Project-Il mistero della strega di Blair</i>, Jason Blum si è mosso come un cercatore di gemme e ha preso sotto la sua ala protettiva il progetto low-budget (o, probabilmente, sarebbe meglio definire zero-budget) di Oren Peli. </p><p style="text-align: justify;">Da quel momento ad oggi, Blumhouse Productions si è innestata fortemente nel tessuto di uno dei generi più fortemente radicati nell’immaginario americano post-9/11, ha lanciato nuovi autori – su tutti appunto <b>Jordan Peele</b> – che hanno conquistato i nostri cuori e ha riscoperto una serie di registi la cui carriera sembrava ormai destinata a progetti di poco conto e a clamorose debacle. In modo particolare, il 2017 ha rappresentato un’annata di fondamentale importanza per il mondo del cinema horror che, grazie al successo di <i>IT – Capitolo uno</i>, ha fatto registrare la stagione più redditizia di tutti i tempi per il genere. Il film di Andrès Muschietti, poi, si sarebbe anche imposto come l’horror in grado di incassare la cifra più alta nella storia del genere. Tuttavia, il successo dell’adattamento del romanzo di Stephen King è stato accompagnato da quello di titoli che hanno generato strilloni più contenuti ma hanno comunque segnato importanti traguardi. Nel 2017, ad esempio, Blumhouse ha distribuito <i>Split</i> (e ha prodotto anche <i>Glass</i>, insieme a M. Night Shyamalan), <i>Auguri per la tua morte</i> e <i>Scappa-Get Out</i>. Tutti e tre i titoli hanno raggiunto eccellenti incassi globali e il terzo è stato il soggetto di un case-study da parte di Anita Elberse per Harvard Business School. In effetti, sebbene i successi della compagnia di produzione di Jason Blum siano stati molteplici, è innegabile che il titolo di riferimento (dell’horror e dello studio) dell’ultimo decennio sia proprio quello diretto da Jordan Peele. Prodotto con soli 4 milioni e mezzo di budget e distribuito a livello globale da Universal Pictures, <i>Scappa-Get Out</i> ha lanciato il talento cristallino di Peele, ha guadagnato più di 250 milioni di dollari nel mondo, ha fruttato il Premio Oscar alla Miglior Sceneggiatura Originale al suo autore e ha affermato il nome di Blumhouse al di fuori della cerchia di affezionati cui è solito rivolgersi il genere. A livello produttivo e di immagine, il progetto ha un’importanza capitale. </p><p style="text-align: justify;">Secondo Charles Layton, <i>Scappa-Get Out</i> è il film che, meglio di tutti, ha diffuso presso il pubblico il brand Blumhouse. In effetti, basta dare un’occhiata ai risultati conseguiti al box-office nel 2017 da titoli quali i già citati <i>IT-Capitolo Uno</i>, <i>Split</i>, <i>Auguri per la tua morte</i> per comprendere quanto il film di Peele rappresenti il perfezionamento della formula Blum. Il paradigma del low budget-high concept innerva la produzione Blumhouse e consente allo studio di realizzare utili superiori a quelli conseguiti dai grandi studios. Non è un caso che, annualmente, i titoli prodotti da Jason Blum compaiano tra le prime posizioni per profitti realizzati e per rapporto tra costi di produzione e utili. Infine, secondo quanto dichiarato in una ricerca condotta da David Ehrlich per IndieWire, insieme ad Auguri per la tua morte e a <i>Noi</i>, <i>Scappa-Get Out</i> è stato uno degli otto film originali (non basati, cioè, su sequel, spin-off, adattamenti o remake – quindi, su proprietà intellettuali preesistenti) ad aver vinto almeno un week-end al box-office a partire dal 2017. A questo punto, spostiamo la nostra focalizzazione da Blumhouse Productions al regista più importante nella scuderia degli autori lanciati da Jason Blum.</p><p><i>*continua a leggere su <a href="https://birdmenmagazine.com">Birdmen Magazine</a>: <a href="https://birdmenmagazine.com/2020/08/08/jordan-peele-gli-incubi-della-societa-americana-contemporanea/">https://birdmenma</a></i><i><a href="https://birdmenmagazine.com/2020/08/08/jordan-peele-gli-incubi-della-societa-americana-contemporanea/">gazine.com/2020/08/08/jordan-peele-gli-incubi-della-societa-americana-contemporanea/</a></i></p>Matteo Marescalcohttp://www.blogger.com/profile/11176186564132480901noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3093217277035488185.post-80284683797194425462021-05-12T11:19:00.001-07:002021-07-16T11:24:53.530-07:00DA 5 BLOODS - IL JAZZ DI SPIKE LEE<p> <i>di Matteo Marescalco</i></p><p><i></i></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><i><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjetW1QpJambbgyuigqtCX_zgq1_hXyVNQe6YvLCPRHql_IkFUs6STzDGQiWmvRC5fC7LFlmJWwpWl-fThEwTgszM0o_LsB_roZo7B1MY9ahjKx6OTXy0l2vOWF_q0LqnRLyQ69PfB4p1d1/s800/da-5-bloods-poster-ita.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="540" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjetW1QpJambbgyuigqtCX_zgq1_hXyVNQe6YvLCPRHql_IkFUs6STzDGQiWmvRC5fC7LFlmJWwpWl-fThEwTgszM0o_LsB_roZo7B1MY9ahjKx6OTXy0l2vOWF_q0LqnRLyQ69PfB4p1d1/w270-h400/da-5-bloods-poster-ita.jpg" width="270" /></a></i></div><i><br />*recensione pubblicata per Birdmen Magazine: <a href="https://birdmenmagazine.com/2020/06/22/da-5-bloods-jazz-spike-lee/">https://birdmenmagazine.com/2020/06/22/da-5-bloods-jazz-spike-lee/</a></i><p></p><p style="text-align: justify;">Reduce dalla cura Blumhouse in ambito mainstream con il successo di pubblico di <i>BlacKkKlansman</i> e dalla vittoria del primo Premio Oscar nella sua carriera (quello alla Miglior Sceneggiatura non originale), con <i><b>Da 5 Bloods</b></i>, Spike Lee ha dato vita ad una ricchissima tessitura mediale in grado di aggredire visivamente lo spettatore e di metterlo più volte con le spalle al muro. Prima di addentrarci nella costruzione di un discorso su questo suo ultimo film, da poco disponibile su Netflix, urge sottolineare quanto <i>Da 5 Bloods</i> compia il percorso inverso rispetto a <i>BlacKkKlansman</i>. Questo titolo – prodotto da Jason Blum e da Jordan Peele, alfiere del <i>new black cinema</i> – prendeva in considerazione il tentativo di un uomo di colore di camuffarsi e di negare sé stesso per inserirsi nel sistema e combatterlo dall’interno; al contrario, i protagonisti di <i>Da 5 Bloods</i> partono dalla metropoli, ritornano al cuore di tenebra della giungla vietnamita con la speranza che questo viaggio nel passato possa illuminare il (loro) presente e futuro. </p><p style="text-align: justify;">Impossibile, a tal proposito, non pensare al binomio circolare edificato da <i>Scappa – Get Out</i> e da <i>Noi</i>. Nel primo, l’aspirazione dei bianchi era quella di rifugiarsi in un <i>cabin in the woods</i> per possedere il corpo nero e dare vita ad un nuovo incubo neocolonialista; in <i>Noi</i>, tale aspirazione sarebbe stata capovolta a partire dalla prima emblematica scena che vede la giovane protagonista indossare una t-shirt raffigurante Michael Jackson e con i <i>black people</i> intenti in una lotta con l’obiettivo di trasformarsi in bianchi e capovolgere l’intero sistema sociale. Allo stesso modo, le due recenti incursioni di Spike Lee nel cinema in live-action vivono percorsi speculari, costruendo un simile itinerario.</p><p><i>*continua a leggere su Birdmen Magazine: <a href="https://birdmenmagazine.com/2020/06/22/da-5-bloods-jazz-spike-lee/">https://birdmenmagazine.com/2020/06/22/da-5-bloods-jazz-spike-lee/</a></i></p>Matteo Marescalcohttp://www.blogger.com/profile/11176186564132480901noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3093217277035488185.post-60597284982745420182021-04-20T10:30:00.002-07:002021-07-16T10:34:34.129-07:00BASTARDO SENZA GLORIA - RITRATTO DI ELI ROTH<p> <i>di Matteo Marescalco</i></p><p><i></i></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><i><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkMIUQCBkvJZJ9Mi_a2wvOaO_v06gPtybEMVXhOnIuXLxoE0UsTfH2OcdBdholcLg-bfE-sZjSGW9GV5KGQRsvap1bfGOZBvUoWS4lKoR_eOjfE3pOhg6S-KJ5FuMfopU4odWaHmD_i6Yy/s867/Eli-Roth-regista.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="578" data-original-width="867" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkMIUQCBkvJZJ9Mi_a2wvOaO_v06gPtybEMVXhOnIuXLxoE0UsTfH2OcdBdholcLg-bfE-sZjSGW9GV5KGQRsvap1bfGOZBvUoWS4lKoR_eOjfE3pOhg6S-KJ5FuMfopU4odWaHmD_i6Yy/w400-h266/Eli-Roth-regista.jpg" width="400" /></a></i></div><i><br />*approfondimento pubblicato su <a href="https://birdmenmagazine.com">Birdmen Magazine</a>: <a href="https://birdmenmagazine.com/2021/04/17/eli-roth-cinema-americano/">https://birdmenmagazine.com/2021/04/17/eli-roth-cinema-americano/</a></i><p></p><p style="text-align: justify;">«Vedere che Sam Raimi ce l’aveva fatta rese possibile, ai miei occhi, che una persona come me, appassionata di horror, potesse prendere una cinepresa, andare in un bosco e fare il film più sanguinario e disgustoso possibile». Prima ancora che uno dei più apprezzati <i>enfant terrible</i> del cinema di genere degli anni Duemila, Eli Roth è stato un bambino appassionato di cinema che sognava di dare vita a quegli incubi che tanto popolavano il suo inconscio e le sue visioni quotidiane. Nato a Newton da una famiglia ebraica il 18 aprile 1972, il giovane Eli è cresciuto con un padre psichiatra e docente all’Università di Harvard e con una madre pittrice. Considerata la sua ammirazione nei confronti di Ridley Scott e del suo Alien e l’ambiente familiare propizio al fertile dialogo tra semiosfera della cultura e del genere, col senno di poi lo sviluppo che la carriera di Roth avrebbe attraversato negli anni a venire sembrerebbe rispettare l’idea di una qualsivoglia predestinazione. </p><p></p><p style="text-align: justify;">Leggenda vuole che, prima di diplomarsi alla Newton South High School, Eli abbia girato più di cinquanta cortometraggi insieme ai suoi due fratelli. La laurea alla New York University, poi, e l’ingresso nel mondo del lavoro a Hollywood lo trasformarono nel pupillo di Frederick Zollo, produttore che lo mise in contatto con David Lynch, per cui Eli ha curato il suo sito Internet. Ebbene sì, prima di attrarre l’interesse di Quentin Tarantino, il bastardo senza gloria di Newton è riuscito a convogliare su di sé l’ammirazione del regista di <b>Mulholland Drive</b> che ha offerto al debutto cinematografico alla regia del ragazzo allora trentenne la sua produzione esecutiva e la colonna sonora firmata da Angelo Badalamenti. Dopo questo breve e rapido prologo, siete pronti a immergervi nel primo atto di quel mondo ricco di ombre e privo di luci che ha dato la fama ad Eli Roth?</p><p style="text-align: justify;"><i>*continua a leggere su <a href="https://birdmenmagazine.com">Birdmen Magazine</a>: </i><span style="text-align: left;"><i><a href="https://birdmenmagazine.com/2021/04/17/eli-roth-cinema-americano/">https://birdmenmagazine.com/2021/04/17/eli-roth-cinema-americano/</a></i></span></p>Matteo Marescalcohttp://www.blogger.com/profile/11176186564132480901noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3093217277035488185.post-57446188986549269872021-04-06T11:44:00.000-07:002021-07-16T11:44:43.304-07:00HELGOLAND DI CARLO ROVELLI<p style="text-align: justify;"> <i>di Matteo Marescalco</i></p><p style="text-align: justify;"><i></i></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><i><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqpGwv-YtJcrOatzFe59Eus1CkHnSLsNehsBK_00gw6k3vo3KEUu7AFzt2CMnU2NMGSFrvteQtO9QyTs0z61BqJXsZX9lmY9Admfxn06IxxuXDclpkdnBWEDkvihkA6uwnp4RPje6nq7uk/s408/cover__id9540_w240_t1597842555.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="408" data-original-width="240" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqpGwv-YtJcrOatzFe59Eus1CkHnSLsNehsBK_00gw6k3vo3KEUu7AFzt2CMnU2NMGSFrvteQtO9QyTs0z61BqJXsZX9lmY9Admfxn06IxxuXDclpkdnBWEDkvihkA6uwnp4RPje6nq7uk/w235-h400/cover__id9540_w240_t1597842555.jpg" width="235" /></a></i></div><i><br />*recensione pubblicata su <a href="https://mastereditoria.unicatt.it">Master Professione Editoria e BookTelling</a>: <a href="https://mastereditoria.unicatt.it/helgoland-carlo-rovelli/">https://mastereditoria.unicatt.it/helgoland-carlo-rovelli/</a></i><p></p><p style="text-align: justify;"><i>“Il fatto che noi viviamo sul fondo di un profondo pozzo di potenziale gravitazionale, sulla superficie di un pianeta ricoperto di gas che gira intorno a una palla di fuoco nucleare appena 90 milioni di miglia più in là, e pensiamo che questo sia normale, è una certa indicazione di quanto distorte tendano a essere le nostre prospettive.”</i></p><p><i></i></p><p style="text-align: justify;">Cosa accomuna Carlo Rovelli e Doctor Strange? È il mondo della fisica quantistica a consentire l’incontro tra l’accademico italiano inserito nella lista dei 100 migliori pensatori del mondo dalla rivista “Foreign Policy” nel 2019 e il più potente mago della Terra, partorito dalla fantasia di Stan Lee e Steve Ditko e più volte celebrato al Lucca Comics & Games. Nel suo Helgoland (edito nel 2020 da Adelphi), Carlo Rovelli prende per mano il lettore e lo conduce in un viaggio ai confini del mondo. L’isola che dà il titolo al libro ha ospitato i germi di una delle due più radicali rivoluzioni scientifiche del Novecento: la fisica quantistica. Nel mondo parallelo e isolato di Helgoland, nel giugno 1925 il giovane Werner Heisenberg ha elaborato una teoria misteriosa, paradossale e contraddittoria che ha entusiasmato Albert Einstein, Niels Bohr, Erwin Schrödinger e Max Born, accademici di caratura mondiale che hanno provato in tutti i modi a sistematizzare le sue conquiste.</p><p style="text-align: justify;"><i>*continua a leggere su </i><i><a href="https://mastereditoria.unicatt.it">Master Professione Editoria e BookTelling</a>: <a href="https://mastereditoria.unicatt.it/helgoland-carlo-rovelli/">https://mastereditoria.unicatt.it/helgoland-carlo-rovelli/</a></i></p>Matteo Marescalcohttp://www.blogger.com/profile/11176186564132480901noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3093217277035488185.post-11321770161471560362021-03-18T11:00:00.001-07:002021-07-16T10:06:12.767-07:00BOUND - TORBIDO INGANNO<p> <i>di Matteo Marescalco</i></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7xt1Lukeu4nKq7nWgtATD-m6IX-TE1ecRMhTMgHCFCAKlfJ9-jNZcmQHQHEnXwbkjM0XOwjw6OqieuOv79HNLcdE0tyneCuXLcdbXGdnltV9CDMDI6mcoLR1fwvpg8uHcb9tIDmfZpGue/s561/locandina+%25281%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="561" data-original-width="420" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7xt1Lukeu4nKq7nWgtATD-m6IX-TE1ecRMhTMgHCFCAKlfJ9-jNZcmQHQHEnXwbkjM0XOwjw6OqieuOv79HNLcdE0tyneCuXLcdbXGdnltV9CDMDI6mcoLR1fwvpg8uHcb9tIDmfZpGue/w300-h400/locandina+%25281%2529.jpg" width="300" /></a></div><br />*<i>approfondimento scritto per <a href="https://www.pointblank.it">Point Blank</a>: <a href="https://www.pointblank.it/recensione-film/lana-wachowski/erotic-thrills-bound-torbido-inganno">https://www.pointblank.it/recensione-film/lana-wachowski/erotic-thrills-bound-torbido-inganno</a></i><p></p><p class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">[Questo articolo apre uno speciale monografico dedicato alla figura eversiva, politica, erotica della femme fatale, nato dalla convinzione che «l’immagine, ancor più se sessuale, è sufficiente a creare una narrazione (dei generi, del pensiero, della cultura, del mercato)». L’immagine crea, e il cinema «fa ancora la differenza», nonostante tanta parte del contemporaneo sia volta oggi alla produzione di immagini-corpo depotenziate, depauperate, inviluppate di teoria e rivendicazione intellettuale desessualizzata. Incentrato sul neo-noir (dal revival postmoderno di <i>Brivido caldo</i> all’eccesso parodico di <i>Sex Crimes</i>), questo speciale nasce come risposta a tale condizione imperante e prende corpo da un testo specifico, <i>Brivido caldo – Una storia contemporanea del neo-noir</i>, di Pier Maria Bocchi. A lui abbiamo chiesto quest’introduzione, in cui vengono tracciate le linee guida del nostro lavoro per una riscoperta del potere eversivo del desiderio].</p><p class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">Tre anni prima di rivelare l’essenza metamorfica del mondo-cinema e di s-velarne il carattere simulacrale, le sorelle Lana e Lilly Wachowski sancivano il definitivo ingresso del (Neo)-noir nell’orizzonte postmoderno. Il nuovo millennio è a un passo, il topos della femme fatale è in via di ridefinizione e il cinema abbraccia una tessitura artefatta e pop che rispecchia l’incerta contemporaneità. </p><p class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><b><i>Bound-Torbido inganno</i></b> basa il suo intreccio sulla classica relazione tra tre personaggi che determina l’ossatura di un racconto in grado di far convivere orizzonte classico e postmoderno del genere. Corky è una giovane appena uscita di prigione. Per guadagnarsi da vivere, la ragazza inizia a fare l’idraulico e il suo luogo di lavoro è l’appartamento adiacente a quello in cui abita Violet, sposata con Caesar, delinquente che si occupa del riciclaggio di denaro per la malavita locale. L’incontro imprevisto tra i tre personaggi sconvolge improvvisamente le loro esistenze. Animate da una furiosa passione fisica, Violet e Corky escogitano un piano per fuggire dalla città e lasciarsi alle spalle il passato.<i style="text-align: left;"> </i></p><p><i>*continua a leggere su <a href="https://www.pointblank.it">Point Blank</a>: <a href="https://www.pointblank.it/recensione-film/lana-wachowski/erotic-thrills-bound-torbido-inganno">https://www.pointblank.it/recensione-film/lana-wachowski/erotic-thrills-bound-torbido-inganno</a></i></p>Matteo Marescalcohttp://www.blogger.com/profile/11176186564132480901noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3093217277035488185.post-61342642212966650732021-01-08T10:46:00.001-08:002021-07-16T10:51:09.539-07:00LOVECRAFT COUNTRY - DECOSTRUIRE GLI USA ATTRAVERSO L'HORROR<p> <i>di Matteo Marescalco</i></p><p><i></i></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><i><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_JMwUP-8grqP7XrFhSu1BTp1rFamVrsqsRj-qU35hfblmc-7-j-N6avzc6qKw9fs123U2b9Z8HzpdFrxSE0ASqavsEgj8cWgWmDc6HQweMm_vLysx7ue6exFtuZQ_MCYvmeIr52FRfVSo/s622/locandina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="622" data-original-width="420" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_JMwUP-8grqP7XrFhSu1BTp1rFamVrsqsRj-qU35hfblmc-7-j-N6avzc6qKw9fs123U2b9Z8HzpdFrxSE0ASqavsEgj8cWgWmDc6HQweMm_vLysx7ue6exFtuZQ_MCYvmeIr52FRfVSo/w270-h400/locandina.jpg" width="270" /></a></i></div><i>*recensione pubblicata su <a href="https://birdmenmagazine.com">Birdmen Magazine</a>:<a href="https://birdmenmagazine.com/2020/12/20/lovecraft-country-hbo-peele/"> https://birdmenmagazine.com/2020/12/20/lovecraft-country-hbo-peele/</a></i><p></p><p style="text-align: justify;">Basterebbero i primi minuti di <i><b>Lovecraft Country – La Terra dei Demoni</b></i> per suggerire quanto le notevoli aspettative nutrite nei confronti della serie horror HBO prodotta da Jordan Peele e J.J. Abrams trovino un riscontro con la realtà dei fatti. I momenti iniziali della serie prodotta da HBO, infatti, sintetizzano l’orgia cacofonica di immagini e suoni che martellerà le vostre pupille nel corso dei dici episodi che compongono lo show: Atticus (Jonathan Majors) è un soldato afroamericano che combatte in mezzo alle trincee, oltrepassa cadaveri sparsi tutt’intorno ed evita abilmente proiettili che lo sfiorano e lo mancano per un pelo; mentre il ragazzo continua a marciare, la scena esplode di colori (venuti dallo spazio), un drago attraverso lo schermo, alieni fluorescenti librano nel cielo, Tripodi marziani sparano raggi laser e annientano ogni cosa e legionari romani combattono soldati di fanteria americana della prima guerra mondiale. Come se non bastasse, un gigantesco mostro tentacolare prova ad ingurgitare Atticus ma viene colpito a morte nientemeno che da Jackie Robinson, che inizia ad agitare la sua mazza e atterra la creatura lovecraftiana. Per fortuna, questa introduzione a effetto è semplicemente un sogno di Atticus che, in preda al terrore, si sveglia in fondo ad un autobus mentre tiene in mano una copia di Sotto le lune di Marte di Edgar Rice Burroughs. </p><p style="text-align: justify;">Questa prima e brevissima sequenza mette tanta carne al fuoco e lascia presagire quanto <i>Lovecraft Country</i> possa essere una serie rabbiosa, orgogliosa, impetuosa e decisamente imperfetta. Eppure, è proprio in un contesto a tal punto magmatico e feroce che si agita un cuore selvaggio dalla forza sorprendente. Tratta dall’omonimo romanzo di Matt Ruff, <i>Lovecraft Country</i> racconta il ritorno di Atticus Turner dalla Guerra di Corea. Il ragazzo viene accolto da un’America razzista, mostruosa e segnata dalle leggi Jim Crow, in cui l’orizzonte reale è molto più terrificante di quello onirico: nel suo viaggio alla ricerca del padre Montrose (Michael Kenneth Williams), misteriosamente scomparso, infatti, Atticus si imbatte in pregiudizi, residui colonialisti, società segrete, suprematisti bianchi in grado di evocare incantesimi e in creature mostruose dotate di centinaia di occhi. Con lo sviluppo della narrazione, si fa sempre più chiaro quanto l’obiettivo segreto di Montrose fosse quello di indagare sulla sua vera discendenza. Questo percorso – reale e immaginario – condurrà i protagonisti della serie alla volta di Ardham – città fittizia al confine con il New Hampshire – nel cuore di quella porzione degli Stati Uniti in cui H.P. Lovecraft ha ambientato gran parte della sua mitologia e ribattezzata, proprio per questo motivo, Lovecraft Country.</p><p style="text-align: justify;"><i>*continua a leggere su <a href="https://birdmenmagazine.com">Birdmen Magazine</a>: <a href="https://birdmenmagazine.com/2020/12/20/lovecraft-country-hbo-peele/">https://birdmenmagazine.com/2020/12/20/lovecraft-country-hbo-peele/</a></i></p>Matteo Marescalcohttp://www.blogger.com/profile/11176186564132480901noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3093217277035488185.post-29248350676118366502020-09-09T03:48:00.004-07:002020-09-09T03:49:03.482-07:00FANTASY ISLAND: DA OGGI DISPONIBILE IN HOME-VIDEO IL NUOVO FILM BLUMHOUSE<p> <i>di Matteo Marescalco</i></p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJQtHKc7YXFL2kffmh3czqebr9D6E4GOWVKCn-p9D_Jh6RxVfOy3cg54hNkZo60fWZkF3XTKL7kfBGZSgI3QZ6QQxT0ali2l2kenV_QVGzxQjMVS0f0G9ZmuEhNdU_8jBFXIa8cw4QFKZp/s1500/81F2m09TOvL._SL1500_.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1500" data-original-width="1165" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJQtHKc7YXFL2kffmh3czqebr9D6E4GOWVKCn-p9D_Jh6RxVfOy3cg54hNkZo60fWZkF3XTKL7kfBGZSgI3QZ6QQxT0ali2l2kenV_QVGzxQjMVS0f0G9ZmuEhNdU_8jBFXIa8cw4QFKZp/w311-h400/81F2m09TOvL._SL1500_.jpg" width="311" /></a></div><div style="text-align: justify;">Grazie a <b>Universal Home Entertainment</b>, da oggi è disponibile in home-video <b><i>Fantasy Island</i></b>, l'ultimo film Blumhouse ad arrivare in sala durante questo sciagurato 2020. Il progetto è stato distribuito da Sony Pictures lo scorso Febbraio e ha preceduto la release de <i>L'uomo invisibile</i> (di cui abbiamo recensito <a href="http://diariodiuncinefilo-matteo.blogspot.com/2020/07/luomo-invisibile-lultimo-capolavoro.html">l'edizione in DVD</a>), vero titolo di punta della stagione per la casa di produzione di Jason Blum. </div><p></p><p style="text-align: justify;">In <i>Fantasy Island</i>, l'enigmatico signor Roarke realizza i sogni segreti dei suoi fortunati ospiti in un resort tropicale lussuoso ma remoto. Il film prende in prestito il concept della serie-tv di successo degli anni '80 <i>Fantasilandia</i>, trasformando però il genere di appartenenza in chiave horror. Jeff Wadlow riporta sullo schermo il gioco maledetto, meccanismo che è già stato trattato recentemente in <i>Obbligo o verità</i> e in <i>Ouija</i>. Ovviamente, il gioco non è utilizzato come mero jump-scare ma rivela ciò che i personaggi (e gli spettatori) ignorano e li costringe a venire a patti con la verità. </p><p style="text-align: justify;">Il film in sè è abbastanza deludente, soprattutto se paragonato ai migliori progetti prodotti da Blumhouse. Di spaventi ce ne sono pochi e, allo stesso modo, anche la sottile tensione psicologica è totalmente assente. <i>Fantasy Island</i> rimane comunque una giostra ben orchestrata soprattutto per gli adolescenti in cerca di paure di bassa lega. Di tutto rispetto è l'edizione in DVD, a cui, grazie a Universal, abbiamo potuto dare uno sguardo in anteprima. Il disco contiene una serie di scene eliminate con il commento del regista Jeff Widlow, la versione cinematografica e quella originale e censurata a causa dei contenuti espliciti e crudi per la sala. Infine, quest'ultima versione contiene anche il commento audio con il regista e con il cast. </p><p style="text-align: justify;">Tutto sommato, <i>Fantasy Island</i> si presta ad una visione spensierata e l'edizione in DVD non potrà far altro che arricchire la vostra collezione domestica!</p><p style="text-align: justify;"><b>Scheda tecnica</b></p><p style="text-align: justify;"><i>Supporto: </i>DVD</p><p style="text-align: justify;"><i>Titolo: </i>Fantasy Island</p><p style="text-align: justify;"><i>Durata: </i>1h 45minuti</p><p style="text-align: justify;"><i>Genere: </i>Horror</p><p style="text-align: justify;"><i>Produzione: </i>Stati Uniti 2020</p><p style="text-align: justify;"><i>Regia: </i>Jeff Wadlow</p><p style="text-align: justify;"><i>Sceneggiatura: </i>Jeff Wadlow, Chris Roach, Jillian Jacobs</p><p style="text-align: justify;"><i>Cast: </i>Michael Pena, Maggie Q, Lucy Hale, Austin Stowell, Jimmy O. Yang, Michael Rooker</p><p style="text-align: justify;"><i>Distribuzione: </i>Universal Home Entertainment</p><p style="text-align: justify;"><i>Data di uscita: </i>09/09/2020</p><p style="text-align: justify;"><i>Formato video: </i>2.39:1 anamorfico 16:9 </p><p style="text-align: justify;"><i>Audio: </i>Italiano, Inglese, Ceco, Polacco, Ungherese</p><p style="text-align: justify;"><i>Sottotitoli: </i>Italiano, Inglese, Arabo, Bulgaro, Ceco, Croato, Ebraico, Greco, Islandese, Polacco, Portoghese, Rumeno, Serbo, Slovacco, Sloveno, Turco, Ungherese</p><p style="text-align: justify;"><i>Contenuti speciali: </i>Sei scene eliminate con il commento del regista Jeff Wadlow, Versione originale censurata, Commento audio con il regista Jeff Wadlow e il cast</p>Matteo Marescalcohttp://www.blogger.com/profile/11176186564132480901noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3093217277035488185.post-26751194876393782772020-07-25T14:43:00.002-07:002020-08-12T15:15:34.605-07:00L'UOMO INVISIBILE: L'ULTIMO CAPOLAVORO BLUMHOUSE ARRIVA IN HOME-VIDEO!<p> <i>di Matteo Marescalco</i></p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="626" data-original-width="481" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2OewFycRxntLLo7lqptDoWLmK7PP5fERKxsBAGEYobo6Xf7DLrbYquBmv3tv6_oiJ64WuON2AoUll0wD2fz14CM4uXytab8QhYu3q9KQQ2svSvUSiJIbshv-mK4szqZNCI4NDDM2FRsQF/w307-h400/5053083217518_0_0_626_75.jpg" width="307" /></div><div style="text-align: justify;">A partire dal 22 Luglio, <b><i>L'uomo invisibile</i></b> è stato distribuito in home-video anche in Italia. L'ultimo film prodotto da Blumhouse Productions è andato incontro ad un cammino decisamente ostile. Dopo essere stato distribuito nelle sale americane, il titolo è stato ritirato dai cinema a causa dell'imperversare della pandemia da Covid-19. Insieme ad <i>Emma</i> e a <i>Trolls-World Tour</i>, poi, è stato uno dei primi film ad essere reso disponibile in Video on Demand. Universal Pictures e Blumhouse Productions hanno preso insieme questa scelta per evitare il dilagare della pirateria e per fornire al pubblico un prodotto con l'obiettivo di mantenerlo "congelato" e bloccato ancora per altro tempo. Recentemente, tra l'altro, Universal ha comunicato la decisione di distribuire i film on demand appena 17 giorni dopo la loro distribuzione in sala, sancendo la definitiva fine della release window cinematografica tradizionale da 90 giorni. </div><p></p><p style="text-align: justify;"><i>L'uomo invisibile</i> è stato scritto e diretto da Leigh Whannell ed interpretato da Elisabeth Moss ed Oliver Jackson-Cohen. Tra il 2010 e il 2017, Universal ha provato tre volte a riportare in auge il proprio patrimonio di mostri classici, a cui ha dato vita durante gli anni Trenta del Novecento. Ogni tentativo ad alto budget, però, è andato fallito. Piuttosto che dar vita ad un universo condiviso, quindi, perchè non provare a dare voce a progetti individuali affidati alla produzione di Blumhouse Productions? In effetti, la casa di produzione di Jason Blum ha centrato l'obiettivo, realizzando un film in grado di ottenere ampi consensi critici e di pubblico. </p><p style="text-align: justify;">A differenza dei precedenti tentativi di risuscitare i mostri classici immergendoli nuovamente nell'universo gotico che li ha resi noti al grande pubblico, però, Leigh Whannell ha optato per la resa contemporanea del mostro. Il suo obiettivo, infatti, è stato quello di depurare il materiale di partenza dagli aspetti classici che lo caratterizzavano e che avrebbero portato gli spettatori a considerare la nuova versione come già vista. </p><p style="text-align: justify;">Protagonista del film è l'uomo invisibile soltanto in senso lato. In realtà, il progetto Blumhouse si concentra molto più su Cecilia Kass, donna succube di una relazione malsana e violenta con Adrian, uno scienziato ricco e brillante ma anche manipolatore e folle. Stanca del legame tossico, la donna fugge nel corso della notte. Grazie all'aiuto dei suoi cari, la donna riesce a far perdere le proprie tracce. Scosso dall'abbandono, Adrian si suicida e lascia alla moglie una gigantesca eredità. Il testamento, tuttavia, contiene una clausola: la cifra le verrà rilasciata qualora la donna non venga dichiarata mentalmente disturbata. Per Cecilia, ha inizio un vero e proprio incubo. </p><p style="text-align: justify;">L'edizione home-video del film è disponibile alla vendita dal 22 Luglio scorso. Grazie a Universal</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpO1mqkPZ7y-JHnqEJLkW-z_HwmPEQcsnWzt1SrJm2V1Bi0zzWRLVwcHFaUSJNCt7gPtrO2wzNGUjEhYg8gycSbXKuC1-zXJ9srGlK9gNbkdCVHwGKPnm2kh8heVGg2SP2u0tpn5Ynslqk/s1357/uomo+invisibile.png" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="747" data-original-width="1357" height="220" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpO1mqkPZ7y-JHnqEJLkW-z_HwmPEQcsnWzt1SrJm2V1Bi0zzWRLVwcHFaUSJNCt7gPtrO2wzNGUjEhYg8gycSbXKuC1-zXJ9srGlK9gNbkdCVHwGKPnm2kh8heVGg2SP2u0tpn5Ynslqk/w400-h220/uomo+invisibile.png" width="400" /></a></div><div style="text-align: justify;">Home Entertainment, abbiamo avuto modo di dare uno sguardo alla versione in DVD, eccellente come da tradizione Universal. Oltre al film, infatti, il disco è corredato da una serie di approfondimenti incentrati sul backstage del film e sulla resa dell'uomo invisibile attraverso le tecnologie più moderne. I contenuti speciali sono i seguenti: <i>Moss si manifesta</i>, <i>Viaggio con il regista Leigh Whannell</i>, <i>Gli attori</i>, <i>Terrore senza tempo</i> e il <i>Commento audio con il regista Leigh Whannell</i>. Ogni approfondimento fornisce la possibilità di "dialogare" con gli interpreti principali del film, con i produttori e con i responsabili degli effetti speciali. </div><p></p><p style="text-align: justify;">Insomma, il nostro consiglio è quello di non perdere l'edizione in DVD o in blu-ray di questo film. Difficilmente è possibile conciliare un progetto così riuscito con un'edizione in DVD a tal punto curata!</p><p><b>Scheda tecnica</b></p><p><i>Supporto: </i>DVD</p><p><i>Titolo: </i>L'uomo invisibile</p><p><i>Durata: </i>119 minuti</p><p><i>Genere: </i>Horror</p><p><i>Produzione: </i>USA 2020</p><p><i>Regia: </i>Leigh Whannell</p><p><i>Sceneggiatura: </i>Leigh Whannell</p><p><i>Cast: </i>Elisabeth Moss, Oliver Jackson-Cohen, Aldis Hodge, Storm Reid, Harriet Dyer</p><p><i>Distribuzione: </i>Universal Home Entertainment</p><p><i>Data di uscita: </i>22/07/2020</p><p><i>Formato video: </i>2.39:1 Anamorphic Widescreen</p><p><i>Audio: </i>Dolby Digital 5.1 Italiano, Inglese, Spagnolo</p><p><i>Sottotitoli: </i>Italiano, Inglese, Spagnolo, Portoghese</p><p><i>Contenuti Speciali: </i>Moss si manifesta, Viaggio con il regista Leigh Whannell, Gli attori, Terrore senza tempo, Commento audio con il regista Leigh Whannell</p>Matteo Marescalcohttp://www.blogger.com/profile/11176186564132480901noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3093217277035488185.post-80865211877234235402020-07-12T10:07:00.001-07:002021-07-16T10:10:26.599-07:00TORNARE A VINCERE<p> <i>di Matteo Marescalco</i></p><p><i></i></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><i><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5gQVA_xYk4QlPOuqT1XY4Rrf0p30M2QzGgtrprfmwHe1Pb-5pCPWkLc8makGC6miFoqlEUzb6k5YSP-H6zPzeYho1vRVUkYiV47_XYJ167z5VzxhyEhVmgISyShbC6RRfXirn8wGbA3h0/s1200/44065b4e-ac8d-4c68-b1e7-325294a34507.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="800" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5gQVA_xYk4QlPOuqT1XY4Rrf0p30M2QzGgtrprfmwHe1Pb-5pCPWkLc8makGC6miFoqlEUzb6k5YSP-H6zPzeYho1vRVUkYiV47_XYJ167z5VzxhyEhVmgISyShbC6RRfXirn8wGbA3h0/w266-h400/44065b4e-ac8d-4c68-b1e7-325294a34507.jpg" width="266" /></a></i></div><i>*recensione pubblicata per <a href="https://www.pointblank.it">Point Blank</a>: <a href="https://www.pointblank.it/recensione-film/gavin-oconnor/tornare-vincere">https://www.pointblank.it/recensione-film/gavin-oconnor/tornare-vincere</a></i><p></p><p style="text-align: justify;">Sulla bocca di tutti fin dal periodo conclusivo degli anni Novanta, Ben Affleck sembra vivere in simbiosi con il mondo del cinema, visto come l'unico grembo materno in grado di assicurare la salvezza. Dopo le scorribande da regista che hanno contribuito a restaurare la sua immagine un po' appannata e sofferta, anche le sue ultime interpretazioni attoriali confermano una visione autoriale e un forte punto di vista che esulano dal ruolo svolto sul set. In modo particolare, <b><i>Tornare a vincere</i></b> – in cui Affleck ritrova Gavin O'Connor – assume su di sé il complesso compito di riabilitare ancora una volta un essere umano apparentemente condannato alla contrarietà di un destino nemico e alla passionalità di uno sguardo romantico, e, per questo, costantemente fuori luogo, destabilizzante, titanico e quasi infernale.</p><p style="text-align: justify;">Nella sua ultima performance, Affleck risale letteralmente le pareti infernali dell'alcoolismo, lottando con una carriera sull'orlo del fallimento e con un passato da eroe liceale. Jack Cunningham, infatti, era una ex-stella del basket con un futuro radioso pressoché garantito. A causa di una serie di problemi familiari, però, il ragazzo ha scelto di mollare tutto e di abbracciare una vita faticosa e deludente. L'incontro con una donna lo ha redento ma un'ulteriore tragedia familiare lo ha spinto a ripiombare sulla bottiglia con maggiore determinazione di prima. Almeno fino a quando riceve un'allettante proposta dal dirigente scolastico del liceo frequentato da adolescente: a Cunningham è offerta la possibilità di allenare la squadra di basket e di tornare, quindi, a vincere.</p><p><i>*continua a leggere su <a href="https://www.pointblank.it">Point Blank</a>: <a href="https://www.pointblank.it/recensione-film/gavin-oconnor/tornare-vincere">https://www.pointblank.it/recensione-film/gavin-oconnor/tornare-vincere</a></i></p>Matteo Marescalcohttp://www.blogger.com/profile/11176186564132480901noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3093217277035488185.post-43114956391643309622020-06-24T12:15:00.000-07:002020-06-24T12:15:02.475-07:00BAD BOYS FOR LIFE: IL NUOVO FILM CON WILL SMITH ARRIVA OGGI IN HOME-VIDEO<div style="text-align: justify;">
<i>di Matteo Marescalco</i></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggzGanD6l1Dspka9WFm5PVp0nxD4lvgzIbxNYOR5m6LUZt83XDDrGC_2mNJeMBNqeKsetqDKJYJMV6gQF-deSJBWemNcXl7IQH2pCTeqY8L_R6HzGRUJ9KZqnz-UOxthGALzSiCsrssvmg/s1600/81hSHvT5jEL._SL1500_.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1500" data-original-width="1165" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggzGanD6l1Dspka9WFm5PVp0nxD4lvgzIbxNYOR5m6LUZt83XDDrGC_2mNJeMBNqeKsetqDKJYJMV6gQF-deSJBWemNcXl7IQH2pCTeqY8L_R6HzGRUJ9KZqnz-UOxthGALzSiCsrssvmg/s320/81hSHvT5jEL._SL1500_.jpg" width="248" /></a></div>
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Il 2020 ha visto un graditissimo ritorno! Ovviamente, stiamo parlando di <i><b>Bad Boys for Life</b></i>, terzo episodio del franchise di <i>Bad Boys</i>, creato da Michael Bay nel 1995. Questo terzo episodio arriva ben 17 anni dopo la seconda installazione del franchise e sfrutta il periodo di grande spolvero per <b>Will Smith</b>. In effetti, a differenza dell'imbolsito Martin Lawrence, Smith può ancora vantare un eccellente physique du role e dare vita ad una serie di sipari comici conseguenti alla impietosa differenza di fisico. </div>
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In questo film, i bad boys Mike Lowrey e Marcus Burnett sono tornati. Dopo una serie di omicidi e un attentato alla sua vita, Mike convince un riluttante Marcus a rimandare il pensionamento e a unire le forze per un'ultima missione. Insieme, si alleano con la AMMO, la nuova incredibile divisione della polizia di Miami, per fermare la spietata assassina a capo del cartello messicano Aretas. </div>
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Indubbiamente, il film rappresenta una riflessione sullo scorrere implacabile del tempo e le differenti metodologie adottate dai poliziotti rappresentano l'inevitabile scontro tra pellicola e digitale. Oltre ad una serie di gag slapstick molto riuscite e ad una trama fitta ed intricata, <i>Bad Boys for Life</i> rappresenta un ottimo sequel emulatore dello stile di Michael Bay (che compare anche in un cammeo). Grazie a Will Smith e Martin Lawrence ci si diverte, si ride, ci si commuove e ci si emoziona. </div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7OAw2xSFBrZ37Z7grEAb2AvTiMxxLtnoRnNL_fUIetATnqdjmW0SKnXvbbDDxxI3V788YZcmzNhQ1EJV0Zu1ednr6-Af-OmmDEBKfF09-L8kMel9f5K02NsG_MDKDd_d8IesftZqK9qhQ/s1600/bad.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="768" data-original-width="1366" height="223" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7OAw2xSFBrZ37Z7grEAb2AvTiMxxLtnoRnNL_fUIetATnqdjmW0SKnXvbbDDxxI3V788YZcmzNhQ1EJV0Zu1ednr6-Af-OmmDEBKfF09-L8kMel9f5K02NsG_MDKDd_d8IesftZqK9qhQ/s400/bad.jpg" width="400" /></a>Insomma, il nostro voto all'edizione home-video in DVD non può che essere positivo. Anche i Contenuti Speciali, tutto sommato, sono snelli. Questa caratteristica, però, non priva il disco della sua buona riuscita complessiva ma, anzi, consente allo spettatore di concentrare la sua attenzione unicamente sul film. <i>Scene eliminate</i>, <i>Scene tagliate e papere</i>, <i>L'audizione di Stephen A. Smith</i> e <i>Trailer vari</i>, infatti, puntano soprattutto al suo stomaco e offrono la possibilità per godere per qualche altro minuto dell'ironia che attraversa il film a pianta stabile. </div>
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L'edizione in home-video di Bad Boys for Life è disponibile dal 24 Giugno ed è perfetta per una serata in compagnia di amici e all'insegna del divertimento!</div>
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<b>Scheda tecnica</b><br />
<i>Supporto: </i>DVD<br />
<i>Titolo: </i>Bad Boys for Life<br />
<i>Durata: </i>119 minuti<br />
<i>Genere: </i>Azione<br />
<i>Produzione: </i>USA 2020<br />
<i>Regia: </i>Adil El Arbi e Bilall Fallah<br />
<i>Sceneggiatura: </i>Joe Carnahan, Chris Bremner, Peter Craig<br />
<i>Cast: </i>Will Smith, Martin Lawrence, Paola Nunez, Joe Pantoliano, Kate del Castillo, Vanessa Hudgens<br />
<i>Distribuzione: </i>Universal Home Entertainment<br />
<i>Data di uscita: </i>24/06/2020<br />
<i>Formato video: </i>2.39:1 Anamorfico 16:9<br />
<i>Audio: </i>Dolby Audio 5.1 Italiano, Inglese, Francese, Tedesco<br />
<i>Sottotitoli: </i>Italiano, Inglese, Arabo, Fiammingo, Francese, Olandese, Tedesco, Turco<br />
<i>Contenuti Speciali: </i>Scene eliminate, Scene tagliate e papere, L'audizione di Stephen A. Smith, Trailer variMatteo Marescalcohttp://www.blogger.com/profile/11176186564132480901noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3093217277035488185.post-58189465153121022922020-06-16T10:16:00.001-07:002021-07-16T10:26:03.411-07:00LES CHANSONS D'AMOUR<p> <i>di Matteo Marescalco</i></p><p style="text-align: justify;"><i></i></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><i><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUvEPU5pqyqDdzgfJ-9DFdCoE4QNfIcv0SRVqaQA5jwtw4j564AfUAx4SHbn4CkZrn4YIhVGBldvbTy1UibSyIpwHoGiqziTpsrvUqjGtHKDaxZw9-RHlReURe5q80QzfFEy8hZ8B2i7iX/s560/locandina+%25284%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="560" data-original-width="420" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUvEPU5pqyqDdzgfJ-9DFdCoE4QNfIcv0SRVqaQA5jwtw4j564AfUAx4SHbn4CkZrn4YIhVGBldvbTy1UibSyIpwHoGiqziTpsrvUqjGtHKDaxZw9-RHlReURe5q80QzfFEy8hZ8B2i7iX/w300-h400/locandina+%25284%2529.jpg" width="300" /></a></i></div><i><br />*recensione pubblicata su <a href="https://www.pointblank.it">Point Blank</a>: <a href="https://www.pointblank.it/recensione-film/christophe-honore/speciale-mubi-les-chansons-damour">https://www.pointblank.it/recensione-film/christophe-honore/speciale-mubi-les-chansons-damour</a></i><p></p><p style="text-align: justify;">[Questo articolo fa parte di uno Speciale dedicato alla piattaforma di streaming on demand MUBI, un focus monografico composta da una galleria di recensioni contaminate da riflessioni teoriche, emotive, autobiografiche, per riflettere trasversalmente sul tema della cinefilia on demand e sul più generale rapporto che intessiamo oggi con le immagini. Il progetto è stato presentato e inquadrato nell'editoriale "Di MUBI e del nome del cinema", che potete trovare <a href="https://www.pointblank.it/speciale-mubi/di-mubi-e-del-nome-del-cinema">qui</a>].</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">Sulle rive della Senna,</p><p style="text-align: justify;">giovani ragazzi a mezzogiorno</p><p style="text-align: justify;">Michel con Madeleine, Pierre</p><p style="text-align: justify;">con Jeanne e Germaine</p><p style="text-align: justify;">che cammina con Jean.</p><p style="text-align: justify;">Se il cielo è pieno di uccelli,</p><p style="text-align: justify;">cosa ti importa</p><p style="text-align: justify;">del fuoco che brucia all’inferno?</p><p style="text-align: justify;">Nel suo <i>Saggio sul luogo tranquillo</i> Peter Handke sostiene che, senza alcuna intenzione né tanto meno progetto, i luoghi tranquilli si possano creare attingendo da sé stessi, a seconda delle circostanze, in mezzo a un tumulto (anzi, proprio nel pieno del tumulto) o tra le chiacchiere a volte incomparabilmente più avvilenti per lo spirito. Luoghi simili si ergono all’improvviso, dal nulla, e offrono una protezione mentre si è intenti in altre attività esperienziali. Alle volte, accade qualcosa del genere non necessariamente durante un’esperienza ma grazie al puro ricordo di essa.</p><p style="text-align: justify;">Capita così che, durante un viaggio di ritorno verso casa, gli spazi poco accoglienti di un treno si trasformino nel prototipo del luogo tranquillo, animato dal fuoco ormai spento di chi cerca nel futuro indefinito il desiderio di riabbracciare il passato o dall’indistinta energia vitale di chi, indefesso, confida sempre nei giorni a venire. Quelle persone a cui, normalmente, si guarderebbe con diffidenza e con la speranza che non intacchino la nostra sfera privata restituiscono una sensazione di approdo, di accoglienza e di familiarità. Possibile dopo quanto accaduto? Necessario e sorprendente. E, così, in quell’ora mattutina, il treno diventa un luogo unico, quasi impareggiabile, scenario privilegiato e condiviso dal quale ammirare i flussi segreti delle onde. Quel luogo ha curato la mia vulnerabilità, mi ha entusiasmato, ha illuminato la penombra crepuscolare del mio intimo. Possibile che quel luogo tranquillo fosse tale in virtù di una (di certo, paradossale) fuga dalla società, di una riluttanza e di una parziale sofferenza verso ogni compagnia? O, piuttosto, è sensato credere che i rumori provenienti dal mondo di fuori – la vibrazione del treno in corsa, il chiacchiericcio dei compagni di viaggio, i ripetuti annunci agli altoparlanti – non siano altro che tracce in grado di risvegliare da lunghe fantasticherie? In tal senso, il luogo tranquillo sarebbe in grado di spingere dentro di sé a causa del suo statuto ontologico e, al tempo stesso, di cullare verso l’esterno, grazie al rumore, al frastuono e al chiasso del fuori campo, che continuamente insiste sui suoi confini. Anche il cinema, indipendentemente dal suo supporto di fruizione, è un luogo tranquillo.</p><p style="text-align: justify;"><i>*continua a leggere su <a href="https://www.pointblank.it">Point Blank</a>: <a href="https://www.pointblank.it/recensione-film/christophe-honore/speciale-mubi-les-chansons-damour">https://www.pointblank.it/recensione-film/christophe-honore/speciale-mubi-les-chansons-damour</a></i></p>Matteo Marescalcohttp://www.blogger.com/profile/11176186564132480901noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3093217277035488185.post-6816514546792380032020-05-20T11:11:00.000-07:002020-06-24T11:12:27.194-07:00PICCOLE DONNE - IN DVD IL NUOVO CAPOLAVORO DI GRETA GERWIG<i>di Matteo Marescalco</i><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixNvEVUQrjIbFjHX4j-ksF1FaPSlzbsSP8nFSoZZS6RGzOZxsBn8w47d96Vez4OcaKg3IoBlImJEkX5fQtLeCHwi2OKpiSL6ymlSGU6KZ97nfyoN6dvrZAjTwKF_zsRT_h_W203HWCgH82/s1600/5053083212322_0_0_626_75.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="626" data-original-width="481" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixNvEVUQrjIbFjHX4j-ksF1FaPSlzbsSP8nFSoZZS6RGzOZxsBn8w47d96Vez4OcaKg3IoBlImJEkX5fQtLeCHwi2OKpiSL6ymlSGU6KZ97nfyoN6dvrZAjTwKF_zsRT_h_W203HWCgH82/s400/5053083212322_0_0_626_75.jpg" width="306" /></a></div>
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A partire dallo scorso 5 Maggio, <b><i>Piccole Donne</i></b> è stato distribuito in home-video. Il nuovo film di <b>Greta Gerwig</b>, quindi, è disponibile in DVD e blu-ray ed è pronto ad educare intere nuove generazioni. Il nuovo adattamento arriva 19 anni dopo il film diretto da Gillian Armstrong ed è stato in grado di ottenere ottimi consensi e un buon risultato al box-office internazionale. La storia, ovviamente, è nota al grande pubblico. </div>
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La sceneggiatrice Greta Gerwig ha scritto <i>Piccole Donne</i> ispirandosi sia all'omonimo romanzo che ai diari di <b>Louisa May Alcott</b>, sovrapponendo dettagli della vita dell'autrice alle vicende di Jo March, suo alter-ego. Nella trasposizione firmata Gerwig, l'amata storia delle quattro giovani sorelle March, ognuna determinata a vivere alle proprie condizioni, appare senza tempo e molto attuale. I ruoli di Jo, Meg, Amy e Beth March sono interpretati rispettivamente da Saoirse Ronan, Emma Watson, Florence Pugh ed Eliza Scanlen, con Timothée Chalamet nei panni del loro vicino Laurie, Laura Dern in quelli di Marmee e Meryl Streep nel ruolo della zia March. Infine, è anche da annoverare il cammeo di Louis Garrel. </div>
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Noi di <i>Diario di un cinefilo</i>, abbiamo avuto modo di recensire il film e di dedicargli un <a href="http://diariodiuncinefilo-matteo.blogspot.com/2020/01/piccole-donne.html">approfondimento</a>, sottolineando la rielaborazione moderna dell'imperituro stile classico del titolo diretto da Greta Gerwig. La regista è, qui, alla sua opera seconda dopo <i>Lady Bird</i> (di cui abbiamo recensito l'<a href="http://diariodiuncinefilo-matteo.blogspot.com/2018/06/lady-bird-arriva-in-home-video-il.html">edizione in home-video</a>) che, diversi anni fa, segnò una ventata di aria fresca nel mondo dei progetti indipendenti. </div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEid0txExLbxoJ4L6Hf23Ia2rGWTKPGVwn_BDX_x9zRtNOln8g-pnZ_r7IZk-AP5JZ9HRRS1JqNAyBSRZhdTOubZAuzPekn5b04NszOXkuzf1_6nX1kcyA1sDwfroVzVKO02HU-oUuIuz9h1/s1600/picc+2.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="763" data-original-width="1364" height="223" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEid0txExLbxoJ4L6Hf23Ia2rGWTKPGVwn_BDX_x9zRtNOln8g-pnZ_r7IZk-AP5JZ9HRRS1JqNAyBSRZhdTOubZAuzPekn5b04NszOXkuzf1_6nX1kcyA1sDwfroVzVKO02HU-oUuIuz9h1/s400/picc+2.png" width="400" /></a>Dal 5 Maggio in poi, è possibile vedere il film comodamente distesi sul divano di casa. Ma non finisce qui! L'edizione in DVD, infatti, vi offrirà la possibilità di una visione pressochè perfetta e particolarmente adatta a mettere in risalto gli splendidi scenari naturali fotografati da Yorick Le Saux. Ad aver totalmente conquistato la nostra attenzione sono stati i ricchi Contenuti Speciali dell'edizione in DVD. Si parte, infatti, da <i>Una nuova generazione di Piccole Donne</i>, approfondimento incentrato sulla modernità di un classico senza tempo e sulle differenze tra la versione di Greta Gerwig e quelle firmate negli anni scorsi. Poi, <i>Creare un classico moderno</i> e <i>Greta Gerwig: donne che creano arte</i> offrono la possibilità di attenzionare le modalità attraverso cui uno sguardo femminile può scoprire lati inesplorati della realtà e può abilmente rileggere le tradizioni classiche per svecchiarle ed adeguarle alla contemporaneità. <i>Sequenza di prova di acconciature e trucco</i> e <i>Dietro le quinte di Piccole Donne</i> scaraventano lo spettatore sul set del film e gli mostrano i segreti che vengono alla vita soltanto nel backstage. Infine, <i>Orchard House: la casa di Piccole Donne</i> è un tour per la casa di Concord di Louisa May Alcott, alla ricerca dei luoghi e dei legami sociali che hanno caratterizzato la vita dell'autrice. </div>
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Insomma, il nostro giudizio finale nei confronti di film e più che nutriti approfondimenti non può che essere totalmente positivo! Vi consigliamo fortemente il recupero di un classico senza tempo!</div>
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<b>Scheda tecnica</b></div>
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<i>Supporto: </i>DVD</div>
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<i>Titolo: </i>Piccole Donne</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Durata: </i>129 minuti</div>
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<i>Genere: </i>Drammatico </div>
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<i>Produzione: </i>USA 2019</div>
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<i>Regia: </i>Greta Gerwig</div>
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<i>Sceneggiatura: </i>Greta Gerwig</div>
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<i>Cast: </i>Saoirse Ronan, Emma Watson, Florence Puigh, Eliza Scanlen, Laura Dern, Timothèe Chalamet, Meryl Streep, Bob Odenkirk, Louis Garrel, Chris Cooper</div>
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<i>Distribuzione: </i>Universal Home Entertainment </div>
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<i>Data di uscita: </i>05/05/2020</div>
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<i>Formato video: </i>1.85:1 Anamorfico 16:9</div>
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<i>Audio: </i>Dolby Audio 5.1 Italiano, Inglese, Ceco, Polacco, Ungherese</div>
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<i>Sottotitoli: </i>Italiano, Inglese, Arabo, Bulgaro, Ceco, Croato, Ebraico, Greco, Islandese, Polacco, Portoghese, Romeno, Serbo, Slovacco, Sloveno, Turco, Ungherese</div>
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<i>Contenuti Speciali: </i>Una nuova generazione di Piccole Donne, Creare un classico moderno, Greta Gerwig: donne che creano arte, Sequenza di prova di acconciature e trucco, Dietro le quinte di Piccole Donne, Orchard House: la casa di Piccole Donne</div>
Matteo Marescalcohttp://www.blogger.com/profile/11176186564132480901noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3093217277035488185.post-18255506409985986412020-02-26T07:38:00.001-08:002020-02-26T07:38:53.258-08:00GRAZIE A UNIVERSAL, IL PICCOLO YETI ARRIVA IN HOME-VIDEO!<i>di Matteo Marescalco</i><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjd9zfmW-uqrOPA8BnHa7JOn1AIKi4c3XD9kY0MSNYoPUnrjPt2IDQlyqfsWNG4jp79IMmk3vQ9FdqDGTK3vcl1p9QJ2ohuZEfaigaI31ugOiKkkpaFKgqmkY7dlfpScTQeSCWzlbTo3Ivi/s1600/81CNZjXOhLL._SL1500_.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1500" data-original-width="1153" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjd9zfmW-uqrOPA8BnHa7JOn1AIKi4c3XD9kY0MSNYoPUnrjPt2IDQlyqfsWNG4jp79IMmk3vQ9FdqDGTK3vcl1p9QJ2ohuZEfaigaI31ugOiKkkpaFKgqmkY7dlfpScTQeSCWzlbTo3Ivi/s400/81CNZjXOhLL._SL1500_.jpg" width="306" /></a></div>
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I creatori di <i>Dragon Trainer</i>, <i>Shrek</i> e <i>Kung Fu Panda</i> (in modo particolare, abbiamo già dedicato un <a href="https://diariodiuncinefilo-matteo.blogspot.com/2018/12/collezione-3-film-kung-fu-panda-il.html">nutrito approfondimento alla versione in DVD dell'ultimo franchise</a>) hanno dato vita ad un altro capolavoro animato rivolto al pubblico dei più giovani. Si tratta de <i><b>Il Piccolo Yeti</b></i>, la storia di tre dispettosi amici (Yi, Jin e Peng) che scoprono un cucciolo di yeti sul tetto di casa. I bambini chiamano lo yeti Everest e, insieme a lui, intraprendono un'emozionante avventura per ricongiungere la magica creatura con la sua famiglia. Nel corso del viaggio più importante della loro vita, Everest aiuta Yi, Jin e Pen a scoprire il coraggio interiore che non sapevano di possedere. Durante il percorso attraverso la Cina per riportare la magica creatura a casa, Everest li aiuterà anche a scoprire le loro vere origini. </div>
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Il nuovo film animato Dreamworks è disponibile in home-video grazie alla distribuzione di Universal Home Entertainment, che ci ha consentito di dare un'occhiata in anteprima alla versione in DVD, ricca di contenuti speciali e di approfondimenti particolarmente interessanti agli occhi degli spettatori più piccoli. Il film è un intraprendente viaggio verso scenari mozzafiato e panorami destinati soltanto ai viaggiatori più intrepidi e coraggiosi. Ovviamente, il titolo è costruito per rivolgersi ad un pubblico di bambini ma anche gli adulti troveranno materiale in grado di dare adito a profonde ed importanti riflessioni. </div>
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I contenuti speciali dell'edizione in DVD sono ricchissimi. Diamo un'occhiata ad alcuni di loro!</div>
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<i>Marooned</i> e <i>Show & Tell</i> sono due cortometraggi che potrebbero fungere da apripista alla visione dello spettacolo principale. Le <i>Scene Eliminate</i>, invece, rappresentano una serie di sequenze che sono state espunte dal montaggio finale del film. <i>La creazione di un mito</i>, <i>Animare il piccolo yeti</i> e <i>Manuale per curare il tuo yeti</i> sono approfondimenti incentrati sulla realizzazione del film e sul racconto della vicenda narrata. Gli altri contenuti sono i seguenti: <i>Conosciamo il cast</i>, <i>Il coraggio di sognare</i>, <i>Un tour abominevole con Chloe Bennet</i>, <i>Il talk box dell'Everest</i>, <i>In cucina con Nai Nai</i>, <i>Come fare...il piccolo Yeti</i>, <i>Impara lo yetese</i>, <i>Nai Nai dice</i> e il <i>Commento al film dei realizzatori</i>. </div>
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Non perdete l'occasione per trascorrere una bellissima serata in compagnia dei vostri figli e delle persone a cui volete bene!</div>
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<b>Scheda tecnica</b></div>
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<i>Supporto: </i>DVD</div>
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<i>Titolo: </i>Il piccolo yeti</div>
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<i>Durata: </i>1h 33minuti</div>
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<i>Genere: </i>Animazione</div>
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<i>Produzione: </i>USA 2019</div>
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<i>Regia: </i>Jill Culton</div>
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<i>Sceneggiatura: </i>Jill Culton</div>
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<i>Cast: </i>Chloe Bennet</div>
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<i>Distribuzione: </i>Universal Home Entertainment</div>
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<i>Data di uscita: </i>11 Febbraio 2020</div>
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<i>Formato video: </i>1.85:1 Anamorphic Widescreen</div>
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<i>Audio: </i>Dolby Digital 5.1 Italiano, Inglese, Tedesco, Turco</div>
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<i>Sottotitoli: </i>Italiano, Inglese, Tedesco, Turco</div>
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<i>Contenuti Speciali: </i>Marooned, Show & Tell, Scene Eliminate, La creazione di un mito, Animare il piccolo yeti, Manuale per curare il tuo yeti, Conosciamo il cast, Il coraggio di sognare, Un tour abominevole con Chloe Bennet, Il talk box dell'Everest, In cucina con Nai Nai, Come fare...il piccolo Yeti, Impara lo yetese, Nai Nai dice, Commento al film dei realizzatori</div>
Matteo Marescalcohttp://www.blogger.com/profile/11176186564132480901noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3093217277035488185.post-5691693484231290462020-02-25T10:12:00.001-08:002021-07-16T10:15:23.778-07:00ONWARD<p> <i>di Matteo Marescalco</i></p><p><i></i></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><i><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYK3MD20Eey3oebxMH8ZjjrUtMHh4odocPfSqOgne32rTM1jthotGrhzR6jJWDmUxQy9BFYJvzJcoQ1-rmGU5DFM5QTpYB_OF_lB-AK1lG4hLXeVUHL7RT4Lcd5yhRvaqSn-1p8MzQm0SV/s588/Onward.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="588" data-original-width="420" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYK3MD20Eey3oebxMH8ZjjrUtMHh4odocPfSqOgne32rTM1jthotGrhzR6jJWDmUxQy9BFYJvzJcoQ1-rmGU5DFM5QTpYB_OF_lB-AK1lG4hLXeVUHL7RT4Lcd5yhRvaqSn-1p8MzQm0SV/w286-h400/Onward.jpg" width="286" /></a></i></div><i>*recensione pubblicata per <a href="https://www.pointblank.it">Point Blank</a>: <a href="https://www.pointblank.it/recensione-film/dan-scanlon/onward-oltre-la-magia">https://www.pointblank.it/recensione-film/dan-scanlon/onward-oltre-la-magia</a></i><p></p><p style="text-align: justify;">Lee Unkrich ha affermato che, sebbene i film Pixar siano assolutamente hi-tech, alla loro origine ci sono storie e personaggi sbocciati dall'immaginazione e dalla traccia di una matita sulla carta. Per dirla in altre parole, durante gli ultimi venticinque anni, la mitopoiesi messa in atto dalla casa di produzione ha utilizzato l'avanguardia tecnologica per portare in scena la più classica delle narrazioni umane: il viaggio dell'eroe alla ricerca di sé stesso. Verso l'infinito e oltre è diventato un mantra da fare proprio per spostare un po' più in là i confini dell'animazione, accompagnato a braccetto da quel <i>Questo non è volare, questo è cadere con stile</i> che proprio in <i><b>Onward – Oltre la magia</b></i>, più che in qualsiasi altro film Pixar recente, assurge a concetto chiave del racconto. È altrettanto palese, però, quanto, nel corso dell'ultimo decennio circa, l'altra grande ossessione del team sia stata quella della memoria, un baratro all'interno del quale precipitare e abbandonarsi o, viceversa, una magia a partire dalla quale creare (e vivere) un'illusione per recuperare il tempo perduto.</p><p style="text-align: justify;">Dopo un prologo che sembra uscito da una fiaba notturna di M. Night Shyamalan e che contamina l'universo reale con quello soprannaturale, il racconto presenta Barley e Ian, due fratelli che, al compimento dei 16 anni del minore, ricevono in dono dal padre un bastone magico, fabbricato poco prima della sua morte. Ian è un adolescente come tanti, è insicuro e impacciato; al contrario suo, l'esuberante Barley è un vulcano di idee ed è appassionato di storie fantastiche. Quando si rendono conto che il bastone magico può riportare in vita il genitore - ma per sole 24 ore - , i due fratelli daranno vita a una lunga avventura contro il tempo per poter, finalmente, rivedere il volto del loro papà.</p><p><i>*continua a leggere su <a href="https://www.pointblank.it">Point Blank</a>: <a href="https://www.pointblank.it/recensione-film/dan-scanlon/onward-oltre-la-magia">https://www.pointblank.it/recensione-film/dan-scanlon/onward-oltre-la-magia</a></i></p>Matteo Marescalcohttp://www.blogger.com/profile/11176186564132480901noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3093217277035488185.post-73429427401070687472020-02-08T06:54:00.004-08:002020-02-08T06:55:07.602-08:00BIRDS OF PREY E LA FANTASMAGORICA RINASCITA DI HARLEY QUINN<i>di Matteo Marescalco</i><br />
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<i>*recensione pubblicata per <b><a href="http://pointblank.it/">Point Blank</a></b>: <a href="https://www.pointblank.it/recensione-film/cathy-yan/birds-prey-e-la-fantasmagorica-rinascita-di-harley-quinn">https://www.pointblank.it/recensione-film/cathy-yan/birds-prey-e-la-fantasmagorica-rinascita-di-harley-quinn</a></i><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvxIn_K2sl9lVhDNIDOA3CdfU8pGUgAHRdvgH65nlJ7VTgYCWmpbw0Hofchi6-MnEaNt7HCnSFvcrUhud0jPTBKZ360D4_PbpCx384lUCamDdkvTNiA555LdS7vZ7rTILThc9CoeS9XaUu/s1600/locandina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="622" data-original-width="420" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvxIn_K2sl9lVhDNIDOA3CdfU8pGUgAHRdvgH65nlJ7VTgYCWmpbw0Hofchi6-MnEaNt7HCnSFvcrUhud0jPTBKZ360D4_PbpCx384lUCamDdkvTNiA555LdS7vZ7rTILThc9CoeS9XaUu/s400/locandina.jpg" width="270" /></a></div>
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Poco tempo fa, si discorreva sulla figura di Margot Robbie e sulla sua eterea e sognante Sharon Tate in <i>C'era una volta a...Hollywood</i>. Nel film di Tarantino, l'attrice prestava il proprio volto e la sua leggiadria alla costruzione di una forma d'innocenza che redimesse i ricordi e desse vita ad una realtà nuova, liberata dal marchio dell'incubo. In un certo senso, altri due iconici personaggi interpretati dalla Robbie in <i>I, Tonya</i> e in <b><i>Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn</i></b> si sono mossi sullo stesso binario. Anche Tonya Harding ed Harley Quinn hanno perseguito la ricerca di un regno incantato che risolvesse le storture del reale. La prima lo ha fatto nel biopic diretto da Craig Gillespie, attraverso l'instaurazione di un rapporto ludico con lo spettatore basato sulle tecniche del mockumentary e su frequenti rotture della quarta parete. Il secondo personaggio, invece, quello della svampita omicida, gioca uno sport totalmente diverso.</div>
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Mollata da Joker, Harley Quinn attraversa un momento buio ed è in crisi con il modello di donna che vuole incarnare. Venuto meno il fidanzamento con la nemesi di Batman, la Quinn perde anche la sua protezione e dovrà affrontare tutti i cattivi di Gotham, coalizzatisi per vendicarsi dei torti subiti. Sulle sue tracce si mette una sorta di suicide squad al femminile: un'adolescente cleptomane, un'agente di polizia costretta a subire torti quotidiani da parte dei colleghi uomini, la cantante di un night club, una misteriosa assassina armata di balestra e l'egocentrico boss Black Mask. McGuffin del racconto? Un diamante che tutti quanti vogliono stringere tra le proprie mani.</div>
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<i>*continua a leggere su <b><a href="http://pointblank.it/">Point Blank</a></b>: <a href="https://www.pointblank.it/recensione-film/cathy-yan/birds-prey-e-la-fantasmagorica-rinascita-di-harley-quinn">https://www.pointblank.it/recensione-film/cathy-yan/birds-prey-e-la-fantasmagorica-rinascita-di-harley-quinn</a></i></div>
</i>Matteo Marescalcohttp://www.blogger.com/profile/11176186564132480901noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3093217277035488185.post-28292264423471363552020-02-07T12:36:00.002-08:002020-02-07T12:36:52.442-08:00GLI ANNI PIU' BELLI<i>di Matteo Marescalco</i><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgoHUfAC3rUyjxDFgBIrRAfnuytxyr_bEl4O0dUfuSVPchi9YeJE-2u0QnT_YEAI4X0qcGZoZDghylZOdxax-exA00d-XfnBDWGFbVpfZmpECDrYs3Q2Opyp_8JoH7R4jctUbk6NEaQZUsF/s1600/locandina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="420" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgoHUfAC3rUyjxDFgBIrRAfnuytxyr_bEl4O0dUfuSVPchi9YeJE-2u0QnT_YEAI4X0qcGZoZDghylZOdxax-exA00d-XfnBDWGFbVpfZmpECDrYs3Q2Opyp_8JoH7R4jctUbk6NEaQZUsF/s400/locandina.jpg" width="280" /></a></div>
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E' nuovamente tornato quel periodo dell'anno in cui riflettiamo sul nuovo film di <b>Gabriele Muccino</b> e ci troviamo a chiederci quanto il suo cinema sia più o meno autentico e, più di ogni altra cosa, quanto il suo autore creda in ciò che sta raccontando. Le risposte sono positive in entrambi i casi. Perchè se c'è una cosa che non si può rimproverare a Gabriele Muccino è proprio la fede che il regista ripone nei confronti dei personaggi che porta in scena. </div>
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<i><b>Gli anni più belli</b></i> è un racconto popolare sulla generazione che ha vissuto la propria adolescenza durante gli anni '80. Giulio, Paolo e Riccardo hanno 16 anni e hanno pressochè tutta la vita davanti. Di differente estrazione sociale, i tre vivono le loro giornate parlando del futuro e godendosi il presente. Al gruppo si unisce Gemma, ragazza alquanto disinibita ma con un animo romantico. Di lei si innamora proprio Paolo, l'umanista ed il più sognatore del gruppetto. Con lo scorrere degli anni, i quattro imboccheranno strade differenti ed impareranno a provare sulla propria pelle quanto la vita possa essere malvagia e dura. Sullo sfondo, eventi quali la caduta del Muro di Berlino, l'operazione Mani Pulite, la discesa in campo di Silvio Berlusconi e l'attentato dell'11 Settembre punteggeranno il cammino storico individuale del gruppo. </div>
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L'ultimo film di Gabriele Muccino è un'epopea popolare che tiene sempre il ritmo nonostante la notevole durata e l'utilizzo, a volte esagerato, della rottura della quarta parete da parte dei personaggi principali. Muccino non parla mai della propria giovinezza ma si identifica con i personaggi che porta in scena e con le emozioni della giovinezza. Proprio in questo consiste uno dei tratti positivi di un film che straborda ed inciampa ma non crolla mai. Da <i>Come te nessuno mai</i> a <i><a href="http://diariodiuncinefilo-matteo.blogspot.com/2016/09/lestate-addosso.html">L'estate addosso</a></i>, il regista ha confermato di saper raccontare bene l'adolescenza, a prescindere da quanto la sua descrizione aderisca al vero. Insomma, probabilmente è difficile che nella realtà si riesca a raggiungere lo stesso grado di paranoia, ipocondria e tensione nervosa dei personaggi dei film di Gabriele Muccino. Eppure, è impossibile negare che il modo in cui vengono raccontati sogni, speranze, rimpianti, riflessioni e fallimenti riesca a colpire nel segno. </div>
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Probabilmente, la sceneggiatura non riesce mai ad intercettare le connessioni tra vicende personali e Storia e ciò intacca il carattere di grande romanzo popolare che dovrebbe essere proprio del film. Ma c'è da dire che quello che maggiormente interessa consiste nella tempesta di emozioni che i quattro si trovano a vivere durante la loro vita. Per rispondere nuovamente ai dubbi iniziali, sì, Muccino crede nei suoi film e ha la massima fede nei personaggi che racconta. Basterebbe anche soltanto questo a rendere qualsiasi racconto come un atto d'amore di ottimo livello. E poi vedere esseri umani che vivono i loro rapporti sentimentali all'aperto e lontani dagli schermi dei loro tablet consente davvero di compiere un viaggio nel tempo che, molto probabilmente, dovremmo regalarci più spesso. Anche nella realtà di tutti i giorni. </div>
Matteo Marescalcohttp://www.blogger.com/profile/11176186564132480901noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3093217277035488185.post-19370176885191802002020-02-07T12:11:00.002-08:002020-02-07T12:11:41.930-08:00L'HOTEL DEGLI AMORI SMARRITI<i>di Matteo Marescalco</i><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfp1VN_RhWCaXXUjwfl_TkQy6IhUMjizgSwqT-PmqTRtn5M8oXDfjlJDKUtQ8ttyTvH_6FSTqxOOa4He0vsoyGPR-I-P0b7MoC-6hyvw0SnFfOHU2fMWg3DxCYG50lnPw3Evl1vdiMcSmp/s1600/locandina+%25281%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="420" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfp1VN_RhWCaXXUjwfl_TkQy6IhUMjizgSwqT-PmqTRtn5M8oXDfjlJDKUtQ8ttyTvH_6FSTqxOOa4He0vsoyGPR-I-P0b7MoC-6hyvw0SnFfOHU2fMWg3DxCYG50lnPw3Evl1vdiMcSmp/s400/locandina+%25281%2529.jpg" width="280" /></a></div>
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Maria e Richard sono sposati da più di 25 anni ma lei lo tradisce ripetutamente con i suoi studenti. Una sera, Richard legge alcune conversazioni con uno degli amanti della moglie e le chiede spiegazioni. A nulla valgono le motivazioni che lei adduce. Richard è seriamente colpito. Maria, allora, lascia la casa e trascorre la notte in un hotel. La camera 212 si trova esattamente di fronte al suo appartamento. Da lì, può avere una visione del consorte e, allo stesso tempo, del suo matrimonio. </div>
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La camera 212 è una sorta di deposito immaginario dell'esistenza e degli amori vissuti da Maria, centro focale dell'ultimo film di Christophe Honorè, che ha scelto una sceneggiatura non lineare per dare vita alla nottata di fantasmi e dialoghi con il passato. Chiara Mastroianni è l'assoluta protagonista del film e il fatto che sia la sua inquadratura ad aprire e a chiudere il lungometraggio ne attesta tutta la sua importanza quale motore narrativo del racconto. </div>
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Nella camera d'hotel, Maria incontra Richard 20enne ma anche i suoi numerosissimi amanti. E non solo. Uno scontro chiarificatore avverrà anche con la maestra di musica di Richard, il suo primo amore vissuto all'età di 15 anni. Ad incrociarsi, quindi, sono le coppie ma anche le età della vita. Chissà cosa diremmo a noi stessi se dovessimo incontrarci tra una trentina d'anni. Tra luci al neon e arditi movimenti di macchina, il film non si cura di uno sviluppo lineare ma intreccia situazioni e costruisce sequenze che intrecciano artifici hollywoodiani e cinema-veritè. </div>
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Di sicuro, lo spettatore che andrà a vedere <b><i>L'hotel degli amori smarriti</i></b> non lo farà credendo di trovare una sceneggiatura di ferro o una commedia brillante ma, piuttosto, un lento valzer con i fantasmi del proprio passato. Come l'amore e i sentimenti, anche questo film si evolve e abbraccia la natura espansa della vita.</div>
Matteo Marescalcohttp://www.blogger.com/profile/11176186564132480901noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3093217277035488185.post-83686604735045753232020-01-29T11:17:00.003-08:002020-01-29T11:17:55.917-08:00DOLITTLE<i>di Matteo Marescalco</i><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgd4huAKgVO-YlCrOxnxnX9gzS-o8H0Zm3T-rHqbJFp2VBhLPYrLbCBb8rpaSypRMe8wE4IJW_n-G8ov57MQvrEGu-_mETXXWS71xv_lMGD5ooffm8Y4A8Npi8oGx3jZlsu_lo-xvW4tHG/s1600/locandina+%25282%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="525" data-original-width="420" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgd4huAKgVO-YlCrOxnxnX9gzS-o8H0Zm3T-rHqbJFp2VBhLPYrLbCBb8rpaSypRMe8wE4IJW_n-G8ov57MQvrEGu-_mETXXWS71xv_lMGD5ooffm8Y4A8Npi8oGx3jZlsu_lo-xvW4tHG/s400/locandina+%25282%2529.jpg" width="320" /></a></div>
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John Dolittle è un medico prodigioso con il dono di parlare agli animali. Nella magione del dottore, ognuno parla la propria lingua, eppure tutti si comprendono e sono affabili e cortesi gli uni con gli altri. John conduce le sue ricerche insieme alla moglie l'amatissima Lily. La sua morte, però, getta Dolittle nello sconforto. In preda alla tristezza, il dottore rinuncia a tutto e chiude le porte del suo ospedale-riserva per animali. Quando la Regina gli chiede indirettamente di svolgere una missione per lei, il medico, pur tra mille paure, tornerà ad assaporare il gusto dolce-amaro dell'esistenza. </div>
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Bersagliato inspiegabilmente dalla critica e bocciato dal pubblico in numerosissimi test-screening, questo film ha diversi pregi, tra cui quello inveterato di saper costruire un'avventura bigger than life. La missione in cui si getterà a capofitto John Dolittle consiste nella ricerca dello spirito dell'avventura che il dottore credeva di aver perso dopo la morte della moglie. Comprendere gli altri, capire i nostri simili e i diversi da noi è il punto principale per aprirsi al futuro. Senza le differenze che rendono preziosi gli esseri umani, non esisterebbe alcuna possibilità di dialogo e di costruzione di dialettica. </div>
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Robert Downey Jr. mette molto del suo in questo personaggio che somiglia molto a Jack Sparrow ma che, a differenza sua, è orientato all'edificazione di qualcosa di veramente utile. Ovviamente, quindi, lo scopo didascalico del film è palese. Tuttavia, <i><b>Dolittle</b></i> non viene mai appesantito ma riesce puntualmente a far convivere l'aspetto più ludico con quello più serio e riflessivo, consentendo ai più grandi di commuoversi in diverse occasioni e ai più piccoli di volare sulle ali della fantasia, facendo tesoro di importanti insegnamenti. </div>
Matteo Marescalcohttp://www.blogger.com/profile/11176186564132480901noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3093217277035488185.post-51073284820567872012020-01-29T10:10:00.001-08:002020-01-29T10:10:17.906-08:00ODIO L'ESTATE<i>di Matteo Marescalco</i><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJnewlks-2KJt70dmXinJ-ljG0D5k9Wa0wGtRkqmhQrDWXUlcDHOOSFjYdnofrmzhEJ01QYP7ggj2lzgb4cdVYOzK10qY7c56HAdWUqMtv7GC0RHMUvDhr7wHn-4HzbXRF_pDzHBjXSdbX/s1600/locandina+%25281%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="420" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJnewlks-2KJt70dmXinJ-ljG0D5k9Wa0wGtRkqmhQrDWXUlcDHOOSFjYdnofrmzhEJ01QYP7ggj2lzgb4cdVYOzK10qY7c56HAdWUqMtv7GC0RHMUvDhr7wHn-4HzbXRF_pDzHBjXSdbX/s400/locandina+%25281%2529.jpg" width="280" /></a></div>
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<b><i>Odio l'estate</i></b>, scriveva Bruno Martino. E, come il celebre compositore, anche <b>Aldo Giovanni e Giacomo</b> provano sentimenti contrastanti nei confronti della stagione tradizionalmente più amata dai piccoli. </div>
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Aldo Baglio è un meridionale trapiantato da anni a Milano. Tutto è pronto per la vacanza al Sud insieme alla moglie e ai tre figli, due gemelline e un ragazzo beccato a rubare un motorino. Giovanni Storti, invece, porta avanti uno storico negozio di Milano che vende al dettaglio accessori per calzature. Anche Giovanni è sposato e ha una figlia. Infine, Giacomo Poretti è il più benestante tra i tre ma ha una situazione familiare nettamente più complessa, avendo adottato il piccolo figlio della moglie con cui ha un rapporto difficile. A causa di un disguido con l'agenzia, i tre si troveranno a condividere lo stesso appartamento per tutta la vacanza estiva. La convivenza forzata farà emergere i tratti migliori e peggiori delle tre famiglie. </div>
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Dopo il fallimento di <i>Fuga da Reuma Park</i>, clamoroso flop di pubblico e critica che ha seriamente messo a repentaglio le loro carriere, Aldo Giovanni e Giacomo tornano a collaborare con Massimo Venier, regista dei loro migliori film, responsabile della costruzione di un intreccio narrativo molto più solido e coerente dei loro ultimi lavori. Gli ultimi due decenni sono stati decisamente complessi e contraddittori per il trio di comici che, più di tutti, nel corso degli anni, è riuscito ad affermarsi nell'immaginario collettivo italiano. Perchè, se Checco Zalone fa sfaceli al box-office, è altrettanto innegabile che certe battute di Aldo Giovanni e Giacomo segnano costantemente la nostra quotidianità. Merito della loro ironia priva di mordente politico, dalla forte stilizzazione che connota i tre personaggi (il meridionale fesso ma dal gran cuore, il milanese puntiglioso e precisino e, infine, quello più autenticamente antipatico), sempre uguali a sè stessi eppure ogni volta così diversi, e, infine, di un certo carattere fiabesco. Si, proprio fiabesco. I film di Aldo Giovanni e Giacomo, pensandoci bene, sembrano quasi non aderire alla realtà ma sorvolarla con leggiadria ed eleganza. </div>
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<i>Odio l'estate</i> segnala quella che probabilmente è l'evoluzione definitiva (e che sarebbe un eccellente modo per salutare i fan - anche se speriamo che il trio possa tornare nuovamente a raccontare storie al cinema) del loro modo di narrare. I comici sono cambiati e non serve a niente guardare al passato con malinconia e nostalgia. Anche il canovaccio su cui Venier e gli sceneggiatori hanno costruito la loro storia ha subito diverse modifiche rispetto ai precedenti migliori film del trio. Il peso della famiglia grava sui personaggi e li dota di una serie di riflessioni che rendono la trama ancora più compatta. I fan più accaniti troveranno una marea di omaggi - che non scadono mai nell'autocelebrazione ma sembrano mostrare la sedimentazione del trio nell'immaginario popolare - , dai più nascosti ai più palesi. Se i tempi sono cambiati, farebbe comodo credere che Aldo Giovanni e Giacomo, nonostante tutto, sono rimasti sempre gli stessi. E' vero soltanto in parte. E questo film, che riesce a toccare le corde del pubblico generalista, lo dimostra in pieno. </div>
Matteo Marescalcohttp://www.blogger.com/profile/11176186564132480901noreply@blogger.com0