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mercoledì 25 settembre 2019

YESTERDAY

di Matteo Marescalco

Che mondo sarebbe senza i Beatles? Un mondo di merda. Fondamentalmente perché, secondo Yesterday, l'ultimo film di Danny Boyle, al posto dei Fab Four e di tutti i musicisti che hanno calcato il palcoscenico nei decenni successivi ispirandosi chiaramente ai ragazzacci di Liverpool, sarebbe esistito uno stronzo egoista di nome Jack Malik che avrebbe fatto successo sfruttando le loro canzoni.

Ma riavvolgiamo il nastro e torniamo indietro.
Jack Malik è un musicista di scarso successo. A parte Summer Song, unica canzone che qualche suo amico ricordi, la sua carriera non ha dato vita a niente di promettente. In lui crede soltanto Ellie, la sua manager e amica d'infanzia che, probabilmente, ha anche una cotta per lui. La sera in cui il ragazzo decide di farla finita con la musica, in tutto il mondo accade qualcosa di molto strano. Un improvviso black-out, infatti, unito ad un incidente in cui Jack resta coinvolto, priva il mondo delle canzoni dei Beatles e tutti gli esseri umani del loro ricordo. Tutti tranne Jack, che coglie l'occasione al volo per costruirsi una carriera sui testi e le musiche dei musicisti di Liverpool.

«Cosa sarebbe avvenuto se i Beatles non fossero mai esistiti?». Sulla carta, il concept di partenza di Yesterday è davvero intrigante. E lo è ancor di più l'unione di due talenti quali Danny Boyle e Richard Curtis, ovvero il regista di 28 giorni dopo e lo sceneggiatore di alcune perle della rom-com inglese (Love Actually, Notting Hill, Il diario di Bridget Jones, Quattro matrimoni e un funerale etc). Il regista rilancia il percorso seguito in The Millionaire, il suo film di maggiore successo nel mondo: un uomo ed il suo sogno molto individualista (e, probabilmente, anche egoista).

Il problema che attanaglia Yesterday consiste nella scrittura dei personaggi, oggetti irritanti che si muovono tra vicende che, sulla carta, dovrebbero turbarli e scuoterli ma che, in realtà, sembrano non suscitare minimamente il loro interesse. Se i personaggi sono davvero il cuore di ogni racconto e di ogni narrazione umanistica, allora questo film di Boyle è privo di un cuore pulsante. Lo spettatore si chiede più e più volte come possano esistere caratteri così stronzi come quello di Jack e della sua migliore amica/manager, che lo costringe, senza fare troppi complimenti, a rinunciare al suo sogno, viziato da un egoismo e da una sfacciataggine di partenza che lo riduce ad un semplice depredare il successo altrui.

Insomma, se volete vedere una vera rom-com tutta cuore, sentimenti, sensi di colpa e, soprattutto, umanità, uscita in Italia nel 2019, ricorrete a Juliet, naked, con Ethan Hawke, Rose Byrne e Chris O'Dowd e troverete tutto ciò che manca a Yesterday.

mercoledì 11 settembre 2019

TRUE DETECTIVE 3 - EDIZIONE HOME VIDEO

di Matteo Marescalco

A partire dal 12 Settembre, grazie a Warner Bros Home Entertainment, è possibile avere a casa vostra la straordinaria terza stagione di True Detective, serie antologica nata dalla mente di Nic Pizzolatto. Lo show, creato per HBO, ha conquistato il cuore di pubblico e critica e, dopo una seconda stagione a tratti altalenante, ha sfornato una terza stagione modellata sullo stesso meccanismo narrativo della prima. 

Wayne Hayes è un investigatore in pensione che, da ben 35 anni, non riesce a darsi pace per un caso del passato. 1980: Will e Julie Purcell sono due fratelli di 12 e 10 anni che, una sera, scompaiono improvvisamente. I loro genitori, Tom e Lucy, sono disperati. Il caso viene affidato ad Hayes e al suo partner Roland West. I Purcell, purtroppo, non fanno che rinfacciarsi a vicenda la scomparsa dei loro figli e complicano ulteriormente la situazione. I fratelli vengono trovati morti e, nonostante ci siano diversi indagati, non si riesce a trovare il colpevole. Il caso viene accantonato ma, dieci anni dopo, una scioccante scoperta riaccende i riflettori sulla vicenda. 

Ad arricchire la serie è lo straordinario cast che può vantare i nomi di Mahershala Ali, Carmen Ejogo e Stephen Dorff. La stagione è stata lodata dalla critica, segue tre linee temporali differenti e vi terrà attaccati alla poltrona nel corso degli 8 episodi che la compongono. Anche i contenuti speciali sono ricchi e soddisfacenti e mostrano la modalità di costruzione del racconto, un approfondimento sulla colonna sonora scritta da T Bone Burnett, le scene eliminate e la versione extended cut con sequenze inedite. 

Insomma, Warner Bros Home Entertainment ha tirato fuori il suo asso nella manica per il mese di Settembre e, adesso, è compito vostro correre in negozio e acquistare questa straordinaria edizione. Che aspettate?

Scheda tecnica
Supporto: DVD
Titolo: True Detective - La terza stagione
Durata: 467 minuti 
Genere: Thriller, Poliziesco
Produzione: USA 2019
Regia: Jeremy Saulnier, Daniel Sackheim, Nic Pizzolatto
Sceneggiatura: Nic Pizzolatto, David Milch, Graham Gordy
Cast: Mahershala Ali, Stephen Dorff, Carmen Ejogo, Scott McNairy
Distribuzione: Warner Bros Home Entertainment
Data di uscita: 12/09/2019
Formato video: 
Audio: Dolby Digital 5.1 Italiano, Inglese, Tedesco, Francese, Spagnolo, Ceco, Polacco
Sottotitoli: Tedesco, Francese, Spagnolo, Ceco, Polacco, Danese, Olandese, Finlandese, Greco, Norvegese, Portoghese, Svedese
Contenuti Speciali: Progettare le decadi: ricreare i vari decenni in cui è ambientata la stagione, La musica della stagione 3: una conversazione con Nic Pizzolatto e T Bone Burnett, Extended cut del finale: versione estesa del finale di stagione con scene estese e inedite, Scene eliminate: scene inedite della serie

THE CLOVERFIELD 3 FILM COLLECTION - EDIZIONE HOME VIDEO

di Matteo Marescalco

Nel 2008, uno stranissimo film utilizzava gli strumenti del viral marketing usati da The Blair Witch Project nel 1999 aggiornandoli all'era del web e legandoli al nome già affermato di J. J. Abrams. Si trattava di Cloverfield, found footage che avrebbe inaugurato l'epoca di maturità per il peculiare genere horror del cinema americano e che, insieme a Paranormal Activity, avrebbe rappresentato uno dei principali franchise tra le mani di Paramount Pictures. 

La storia è, più o meno, nota. Un gruppo di amici sta dando una festa in un appartamento di New York, uno di loro si occupa di tenere una sorta di videodiario ma all'improvviso l'elettricità viene meno e la città sembra essere precipitata nel caos più totale. L'horror si lega al sottogenere del kaiju eiga (le pellicole di mostri giapponesi) e precipita in un finale in cui una creatura gigantesca ha messo a ferro e fuoco la città di New York. Ovviamente, lo spettro dell'11 Settembre è dietro l'angolo ed il terrore invisibile caratterizza l'intero film fino, appunto, al finale a sorpresa in cui diventa palese che ciò che stiamo vedendo è il found footage delle riprese effettuate dal protagonista. Ad essere entrata nella storia del cinema è l'immagine della Statua della Libertà decapitata, oscuro presagio della catastrofe e della scarsa fiducia che caratterizza il comportamento degli americani. 

Grazie a Universal Home Entertainment, dal 28 Agosto è disponibile sul mercato un cofanetto che comprende le edizioni in DVD di Cloverfield, 10 Cloverfield Lane e The Cloverfield Paradox. Il primo disco è ricco di interessanti contenuti speciali incentrati sulla realizzazione di questo blockbuster travestito da film a basso budget. La sezione extra comprende la modalità investigazione speciale e una trentina di minuti di approfondimenti vari degni della vostra attenzione. 

Il secondo film è arrivato abbastanza in sordina ed è stato scritto da Damien Chazelle, regista di La La Land e di First Man. Dopo un disastroso incidente d'auto, una ragazza si risveglia nel bunker sotterraneo di un sopravvissuto, che sostiene di averla salvata da un attacco apocalittico che ha reso il mondo esterno invivibile. Eppure, fuori sembra tutto normale. Quando la ragazza inizia a mettere in dubbio i suoi comportamenti sempre più sospetti, sarà costretta a scappare per scoprire la terribile verità. 

Questo secondo episodio della trilogia sembra un thriller dall'impostazione più classica che aderisce agli stilemi del survival movie e dell'home-invasion per poi sfociare in un classico finale alla Cloverfield. Il film è impreziosito dalla presenza di Mary Elizabeth Winstead e di John Goodman ed è uno straordinario saggio sulla gestione della tensione e sui rapporti tra campo e fuori campo. Insomma, ancora una volta, il team guidato da J. J. Abrams è riuscito a fare centro. Anche la sezione degli extra è ricca e offre 20 minuti circa di approfondimenti in cui intervengono il regista, il produttore e tutti gli interpreti. 

Altro giro, altro divertimento, The Cloverfield Paradox è stato inserito su Netflix senza alcuna mossa pubblicitaria preliminare e ha immediatamente destato l'attenzione e la curiosità del pubblico di tutto il mondo. A tal proposito, Abrams ha detto che l'universo Cloverfield somiglia ad una sorta di parco giochi, in cui i film sono come le singole attrazioni. Ci si può divertire con ognuna di esse ma si possono trovare anche una serie di collegamenti tra loro. The Cloverfield Paradox vanta un cast di primo piano con Daniel Bruhl, Elizabeth Debicki, Gugu Mbatha-Raw, David Oyelowo e Chris O'Dowd. Il film di fantascienza racconta la storia di una missione su una base satellitare con l'obiettivo di risolvere una devastante crisi energetica in cui versa la Terra. Un gruppo di scienziati, così, si prepara a testare un dispositivo che potrebbe fornire energia illimitata o intrappolarli in una terrificante realtà alternativa. 

In un certo senso, The Cloverfield Paradox è un po' lo spin-off dell'intera serie e fornisce le spiegazioni a ciò che avviene negli altri due episodi della trilogia. Vermi e braccia staccate contribuiscono a bilanciare la profonda attenzione allo sviluppo di una sceneggiatura che basa la sua forza su improvvisi e repentini cambi di direzione. Anche i contenuti speciali destano l'attenzione dello spettatore. 

In definitiva, The Cloverfield 3 Film Collection è un'eccellente edizione home video che ogni fan dovrebbe avere nella propria videoteca. 

Scheda tecnica
Supporto: DVD
Titolo: The Cloverfield 3 Film Collection (Cloverfield, 10 Cloverfield Lane, The Cloverfield Paradox)
Durata: 81 minuti, 99 minuti, 98 minuti
Genere: Horror, Fantascienza
Produzione: USA 2008, 2016, 2018
Regia: Matt Reeves, Dan Trachtenberg, Julius Onah
Sceneggiatura: Drew Goddard, Josh Campbell, Matt Stuecken, Damien Chazelle, Oren Uziel
Cast: Lizzy Caplan, Jessica Lucas, T.J. Miller, Mike Vogel, John Goodman, Mary Elizabeth Winstead, John Gallagher Jr., Daniel Bruhl, Elizabeth Debicki, Aksel Henne, Gugu Mbatha-Raw, Chris O'Dowd, David Oyelowo
Distribuzione: Universal Home Entertainment
Data di uscita: 28/08/2019
Formato video: 1.78:1, 2.40:1, 2.40:1
Audio: Italiano, Inglese, Tedesco, Francese
Sottotitoli: Italiano, Inglese, Tedesco, Turco, Francese, Danese, Olandese, Finlandese, Norvegese, Svedese
Contenuti Speciali: Commentary by director Matt Reeves, Document 01. 18. 08: The Making of Cloverfield, Cloverfield Visual Effects, I Saw It! It's alive! It's huge!, Clover fun, Deleted scenes, Alternate endings, Commentary by director Dan Trachtenberg and producer J. J. Abrams, Cloverfield too, Bunker mentality, End of story, Le cose non sono come sembrano: il making of di Cloverfield Paradox, La squadra dello Shepard: il cast. 

domenica 8 settembre 2019

C'ERA UNA VOLTA A...HOLLYWOOD

di Macha Martini 

Uno spot in bianco e nero. Tanti colori, sgargianti. La mdp che guizza e turbina tra scale a chiocciola, gambe, trolley. Sharon Tate, che svanisce per poi ricomparire solo in alcuni sprazzi di film, come un fantasma nostalgico, come le immagini sullo schermo, come un vecchio tipo di cinema, come lo stesso Quentin Tarantino. Non è un caso che, in occasione della press conference di presentazione di C'era una volta a...Hollywood tenutasi il 3 Agosto a Roma, Margot Robbie abbia affermato che, nella scena culmine e più ampia dedicata alla moglie di Polanski, il regista si sia ispirato, in realtà, non a un episodio accaduto realmente ma al ricordo di un proprio vissuto, trasformando pertanto la defunta attrice in un romantico alter-ego. Un alter-ego non tanto del regista stesso quanto dell'idea di cinema di una volta, che ancora aleggia, come in un sogno, nella mente di un cinefilo. 

Sfondo, e probabilmente vera protagonista del film, la Hollywood del 1969. Epoca, come ci suggeriscono il tipo di fotografia e di regia utilizzate, piena di speranze, piena di vitalità, ma pronta ad aprire un varco verso la sabbia del deserto. In questa Los Angeles, che appare piena e vuota allo stesso tempo, incontriamo Rick Dalton (Leonardo DiCaprio) un attore frenato e incastrato in ruoli così stereotipati da precipitare in una profonda crisi esistenziale e professionale (rappresentata dal viaggio tra gli spaghetti western, denigrati aspramente dall’attore e così tanto amati invece da Tarantino), che potrà risolversi solo in un’esplosione di trash a cui tutti i fan del re del pulp sono ormai abituati. Rick Dalton, che dai trailer spicca come protagonista della pellicola, è affiancato da colui, che, invece, nel corso della storia, riesce non solo a rubare il “ciak” allo stesso DiCaprio (sia a livello attoriale, che a livello di importanza narrativa del personaggio), ma che sembra anche essere l’unico possibile filo conduttore tra la realtà (le ragazze di Manson) e la finzione (il cinema). Si tratta di Cliff Booth (ovvero Brad Pitt), stuntman di Rick Dalton, nonché sua fedele spalla e factotum.

Tra poesia e ironia, il film scorre fluidamente, incantando lo sguardo incredulo dello spettatore, che però non riesce a ritrovare l’estetica dell’acclamato regista-sceneggiatore. Dallo schermo emerge un’opera che, tra malinconia e magia, tipiche di una giornata di pioggia, apre il varco di un universo cinematografico ancora mai visto e che, sebbene non rientri nelle tipiche corde di Tarantino, solo Tarantino poteva realizzare. 


In conclusione, C'era una volta a...Hollywood, come afferma lo stesso regista e sceneggiatore, risulta essere la summa di una trilogia (Bastardi senza Gloria e Django Unchained), che, allo stesso tempo, racchiude tematicamente tutto il mondo tarantiniano, in una sintesi perfetta e armonica e che però si palesa solo nell’ultima sequenza, dando un senso di fine, di rammarico, un sorriso pieno di tristezza, un ricordo di quello che non fu, ma che vorremmo che fosse stato e che solo il cinema, sembra dirci Tarantino, può restituirci in un unico e malinconico frame.

IT - CAPITOLO DUE

di Macha Martini

Risate. Voci spettrali di bambini. Beverly sospesa e immersa tra queste voci. Lampi di fuoco. Ricordi. Alberi color arancio. Una città in frantumi. Un tombino. La mdp entra dentro, dentro il nero, nell’abisso. Luci azzurre, rosa e gialle luccicano lontane. L’obiettivo mette a fuoco. Un lunapark. Una ruota: si sale e si scende. Palloncini rossi. «We all float down». A volte il passato ritorna e, con il sangue, non può far altro che dirti di tornare a casa. Nero. Voci confuse. Suoni claustrofobici. Si illumina qualcosa: IT.

Inizia la chiamata dell’eroe. Mike, un mentore che, nel film, risulterà marcato dal clima contemporaneo, un clima che non dà spazio all’epoca classica e dove, quindi, il mentore non può che essere incompleto, richiama a casa i suoi amici, pezzi di un puzzle quasi completato q cui manca solo un unico pezzo, un pezzo rosso. Rosso come il sangue. Rosso come un palloncino. Rosso come il ricordo di un clown. Una vasca calda. Il terrore negli occhi. Ricordi sfocati. «Prometti?», pronunciano le labbra di Bill nel silenzio. «Prometto», risponde il presente, mentre gocciola in una cicatrice che ancora, dopo ventisette anni, brucia. Passi veloci. Un tombino. Siamo sommersi dall’acqua. Emergono corpi in putrefazione. Bowers riemerge. Ricordi, presente. Un montaggio che va al di là del tempo. Un suono di gong annuncia un clima ilare, ma anche isterico. La calma prima della tempesta.

Così ha inizio il secondo capitolo di IT, tratto dall’omonimo romanzo di Stephen King, ma che con questo non ha nulla a che fare. Via la deriva metafisica, solo leggermente accennata. Via la lotta tra bene e male. L’uomo contemporaneo ha ormai un altro nemico da affrontare e che caratterizza la sua crisi: presente e passato, dolore e cicatrici. Crisi dell’individuo che arriva al culmine nella casa di specchi, che diventano sempre più stretti, come un bozzolo di un bruco, che pian piano si stringe fino a soffocarlo. Tra sangue e terra, che si fondono in un’unica via d’uscita, il film cerca di portare i propri personaggi e lo spettatore a un’unica realtà. Non bisogna seppellire il passato o dimenticarlo. Bisogna ucciderlo, annegarlo, sparargli in testa. Le nostre paure e il nostro passato sono solo un piccolo clown, con un piccolo cuore dal battito spaventato. E, a volte, questo cuore va distrutto per intrappolare le luci accecanti del dolore e impedire che diventino un enorme palloncino rosso, capace di inghiottire tutto il nostro ossigeno.

A livello tecnico, questo secondo capitolo di IT presenta una regia, un montaggio e una sceneggiatura (soprattutto nella scrittura dei dialoghi) superiore al predecessore. Se la fotografia rimane oscura e brillante, al tempo stesso, come nel precedente film, la regia, coadiuvata dal montaggio, crea una sinfonia di piani ravvicinati, movimenti di macchina, campi lunghi visti dall’alto o dal basso e punti di vista particolari e sperimentali, che giocano, anche, con la messa a fuoco. Una regia che cerca di rendere raffinato un genere, come l’horror, che, di solito, viene relegato a un secondo piano e che, solo di recente, sta vivendo il suo rinascimento grazie a titoli quali Scappa-Get Out, Noi ed A Quiet Place. Il montaggio, invece, cerca di seguire la sceneggiatura e i dialoghi, movimentando l’intero film e facendo, così, passare inosservata la sua durata di 3 ore. Un film dinamico, con due attori -Bill Skarsgard e Bill Hader- eccezionali. 

In conclusione, questo nuovo titolo diretto da Andres Muschietti è un film tecnicamente quasi impeccabile che cerca di rappresentare, usando IT come espediente, la crisi del soggetto contemporaneo e, quindi, trasformando il proprio motto da un «Let’s go to kill the clown» in un «Let’s go to kill the Past».