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lunedì 12 marzo 2018

METTI LA NONNA IN FREEZER

di Matteo Marescalco

Metti la nonna in freezer. In epoca pentastellata, l'attesa del tanto ambito reddito di cittadinanza potrebbe spingere ad un'azione così surreale ed orrorifica che, a detta del produttore Nicola Giuliano, è realmente avvenuta in un paese nei pressi di Cuneo. Incredibile ma non troppo, il cinema anticipa sempre la realtà che, a sua volta, riesce a praticare una serie di rilanci a cui è difficile prestar fede.

Simone Recchia è un finanziere incorruttibile e maldestro che dedica tutta la sua vita al lavoro. Non prende ferie da anni, è divorziato ed è responsabile delle più creative retate degli ultimi tempi. Quando meno se lo aspetta, si innamora di Claudia, una giovane restauratrice la cui ditta continua ad esistere grazie alla pensione della nonna. Per evitare la bancarotta, a causa della morte improvvisa dell'anziana signora, Claudia e le sue amiche pianificano una truffa per continuare ad incassare la pensione e fingono che la nonna sia ancora viva. Travestimenti, equivoci ed ingegnose bugie sono soltanto alcuni degli ingredienti che animano questa divertente commedia degli equivoci.

La dichiarazione più interessante in relazione al film è stata fatta dallo sceneggiatore Fabio Bonifacci durante la conferenza di presentazione alla stampa. L'obiettivo dei registi (Giancarlo Fontana e Giuseppe Stasi, qui al loro secondo lungometraggio) non era quello di denunciare un problema ma semplicemente di raccontare una storia basata sulla struttura narrativa della black comedy. L'intento fallisce parzialmente durante la prima parte del film che aderisce in modo esageratamente blando agli stereotipi della più tradizionale commedia italiana recente ma subisce una straordinaria correzione in corsa con lo sviluppo del racconto.

Il montaggio si fa sempre più frenetico e le scene si susseguono attraverso uno strettissimomeccanismo di causa-effetto che detona in corrispondenza dei momenti giusti. Ovviamente, il nucleo della storia ruota attorno alla paradossale decisione di Claudia e delle sue due amiche: congelare la nonna e non dichiarare la sua morte per mantenere la pensione. Attorno ad una questione sociale di fondamentale importanza (la disoccupazione e la difficoltà dei giovani a sbarcare il lunario) è costruito un meccanismo narrativo avvincente ed emozionante che strizza l'occhio alle passioni cinematografiche dei due registi. Le situazioni grottesche sono inanellate a ritmi forsennati che sfruttano la bravura dei due interpreti principali (Fabio De Luigi e Miriam Leone) e di alcuni comprimari di razza (Marina Rocco, Lucia Ocone ed Eros Pagni). La farsa è decisamente ben orchestrata perché non si sofferma sugli aspetti più stantii della commedia sociale ma consente allo spettatore di assaporare il piacere di un racconto ben costruito ed elettrizzante.

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