Tempo fa, in occasione dell'uscita nelle sale di Vizio di forma di Paul Thomas Anderson, dedicammo uno speciale a Joaquin Phoenix, attore spesso ingiustamente sottovalutato ma titano dalle incredibili capacità recitative. In Maria Maddalena di Garth Davis, interpreta Gesù Cristo. Senza dubbio, per il 43enne che soltanto da poco ha raggiunto una certa serenità si trattava di una sfida particolarmente degna di nota.
Il film narra la storia della giovane Maria di Magdala, una comunità di pescatori sita sul lago di Tiberiade. La ragazza rifiuta di sposarsi e di avere figlie come le altre donne, azione che causa la contrarietà della sua famiglia. Questo rifiuto di adeguarsi alle regole sociali viene letto dalla comunità come un segno di possessione demoniaca. Per questo motivo, Maria rimane vittima di un tentativo di esorcismo organizzato dal padre e dai suoi fratelli che, tuttavia, si rivela fallimentare. I familiari provano il tutto per tutto facendola visitare da un guaritore che sta raccogliendo masse di fedeli: Gesù di Nazareth. Sedotta da un suo sermone, Maria decide di seguire Gesù ed i suoi discepoli in un lungo viaggio a piedi verso Gerusalemme, dove verrà data vita all'avvento del Regno e alla cacciata degli oppressori romani.
La produzione del film ha fatto tappa anche in Italia: Joaquin Phoenix, Rooney Mara e l'intera crew hanno girato a Trapani, San Vito lo Capo e a Napoli. Il versante contemplativo dell'immagine domina largamente sulle esigenze di costruzione di un racconto che catturi lo spettatore all'interno del suo meccanismo narrativo. Tutto è edificato e messo in scena con l'obiettivo di dar vita ad un'immagine da ammirare in silenzio, a costo di perdere una certa naturalezza ed invisibilità che dovrebbe caratterizzare le storie classiche. Sembra però che importanza di intervento registico e risultati ottenuti siano due grandezze inversamente proporzionali. Tanto la forza dell'apparato è presente quanto la totalità risulta essere esangue, a partire dalle interpretazioni dei due attori principali. Il Gesù Cristo di Phoenix è soffocato dalla personalità strabordante dell'attore che finisce per divorare il personaggio interpretato. Viceversa, le azioni di Maria Maddalena risultano poco incisive e prive di particolari chiaroscuri, tenute a freno, quasi consapevoli del destino da cui i personaggi sono attesi da lì a poco.
L'approfondimento della stessa figura della Maddalena è superficiale, vittima di scelte registiche e di scrittura che la privano di vitalità, alla pari di un Gesù arrendevole e debole. Più azione e meno contemplazione avrebbe, senza dubbio, giovato al film di Garth Davis.
Il film narra la storia della giovane Maria di Magdala, una comunità di pescatori sita sul lago di Tiberiade. La ragazza rifiuta di sposarsi e di avere figlie come le altre donne, azione che causa la contrarietà della sua famiglia. Questo rifiuto di adeguarsi alle regole sociali viene letto dalla comunità come un segno di possessione demoniaca. Per questo motivo, Maria rimane vittima di un tentativo di esorcismo organizzato dal padre e dai suoi fratelli che, tuttavia, si rivela fallimentare. I familiari provano il tutto per tutto facendola visitare da un guaritore che sta raccogliendo masse di fedeli: Gesù di Nazareth. Sedotta da un suo sermone, Maria decide di seguire Gesù ed i suoi discepoli in un lungo viaggio a piedi verso Gerusalemme, dove verrà data vita all'avvento del Regno e alla cacciata degli oppressori romani.
La produzione del film ha fatto tappa anche in Italia: Joaquin Phoenix, Rooney Mara e l'intera crew hanno girato a Trapani, San Vito lo Capo e a Napoli. Il versante contemplativo dell'immagine domina largamente sulle esigenze di costruzione di un racconto che catturi lo spettatore all'interno del suo meccanismo narrativo. Tutto è edificato e messo in scena con l'obiettivo di dar vita ad un'immagine da ammirare in silenzio, a costo di perdere una certa naturalezza ed invisibilità che dovrebbe caratterizzare le storie classiche. Sembra però che importanza di intervento registico e risultati ottenuti siano due grandezze inversamente proporzionali. Tanto la forza dell'apparato è presente quanto la totalità risulta essere esangue, a partire dalle interpretazioni dei due attori principali. Il Gesù Cristo di Phoenix è soffocato dalla personalità strabordante dell'attore che finisce per divorare il personaggio interpretato. Viceversa, le azioni di Maria Maddalena risultano poco incisive e prive di particolari chiaroscuri, tenute a freno, quasi consapevoli del destino da cui i personaggi sono attesi da lì a poco.
L'approfondimento della stessa figura della Maddalena è superficiale, vittima di scelte registiche e di scrittura che la privano di vitalità, alla pari di un Gesù arrendevole e debole. Più azione e meno contemplazione avrebbe, senza dubbio, giovato al film di Garth Davis.
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