-Le persone si dividono in due gruppi. Se hanno un'esperienza positiva, per il primo gruppo non è solo fortuna o pura coincidenza. E' un segno. La prova che qualcuno lassù li protegge. Per il secondo gruppo, si tratta solo di fortuna, di un evento propizio-.
A primo acchito, potrebbe sembrare esagerato introdurre quanto sto per raccontarvi con questa frase tratta da Signs. Eppure...
Il 15 Luglio scorso ho portato a termine il mio percorso di laurea triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo, Facoltà di Lettere e Filosofia, alla Sapienza di Roma con una tesi sul cinema di M. Night Shyamalan. Ho applicato al mio lavoro gli strumenti dell'analisi del film, dedicandomi con particolare attenzione al sottotesto dei film del regista di Filadelfia, come una rete di relazioni simboliche che garantiscono il piano della significazione e il meccanismo dell'intreccio, delle componenti formali e dell'immaginario. Ho preso in considerazione il carattere autoriale di Shyamalan, che cura personalmente ogni aspetto della produzione e della realizzazione dei suoi lavori e che ha utilizzato le articolazioni di genere (thriller, horror e fantascienza) come costrutto culturale per costruire complesse forme drammatiche. Da Lady in the water e dallo studio della sua struttura morfologica e della costruzione fiabesca, sono passato a The Village, che ho analizzato per delineare le differenze tra nucleo familiare e societario e per un'analisi sociologica del contesto, per la quale mi sono avvalso delle riflessioni di David Lyon e Zigmunt Bauman sulla moderna società liquida e sulle metodologie di sorveglianza. Infine, hanno trovato spazio anche la costruzione della suspense e delle dinamiche dello sguardo in Signs e i meccanismi epistemologici dei Mind-Game Film. Con un'irremovibile consapevolezza che lega l'intera produzione di M. Night Shyamalan: la necessità del racconto e della fede in esso come modalità di organizzazione della conoscenza umana e degli eventi vissuti in un contesto temporale che, solo in virtù di ciò, diviene pienamente comprensibile.
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Comprendete, adesso, il senso della citazione iniziale? Durante la masterclass, il cineasta si è dimostrato estroverso e desideroso di interagire con il pubblico. Ha risposto a molte domande degli ospiti in sala e ha svelato tratti del suo carattere e della sua vita sconosciuti ai più. Insomma, i ringraziamenti a Cristina, che ha fatto sì che avvenisse l'incontro, e alla Fondazione Cinema per Roma che, in collaborazione con la già citata Universal Pictures International Italy, ha organizzato la masterclass e la proiezione sono doverosi.
Per ulteriori dettagli sulla masterclass e per la recensione di Split, che arriverà in sala il 26 Gennaio grazie a Universal Pictures, vi rimando al prossimo articolo che sarà pubblicato a breve!
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