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sabato 4 aprile 2015

HUMANDROID

di Egidio Matinata
 
Un film di Neill Blomkamp. Con Sharlto Copley, Dev Patel, Hugh Jackman, Yolandi Visser, Watkin Tudor Jones, Sigourney Weaver, Jose Pablo Cantillo. Fantascienza. USA, Messico, Sud Africa 2015. 120 minuti.

Neill Blomkamp è una delle nuove leve che, insieme ad altri registi come Duncan Jones (Moon, Source Code) e Gareth Edwards (Monsters, Godzilla), stanno dando nuova linfa al genere fantascientifico attraverso opere originali. Il regista sudafricano torna, dopo Elysium, nella natia Johannesburg per raccontare la storia di Chappie (titolo originale del film).

In un futuro non molto lontano, le forze di polizia hanno deciso di contrastare la crescente ondata di criminalità schierando fra le proprie fila una nutrita pattuglia di droidi, creati dalla pionieristica azienda Tetravaal e progettati dal giovane genio Deon Wilson: grazie a questa scelta, le vite umane degli agenti di polizia non saranno più a rischio. Ma il sogno di Deon punta ancora oltre: creare la prima intelligenza artificiale senziente, in grado di provare le stesse emozioni della mente umana. Ad arricchire la vicenda contribuiranno un trio di criminali sgangherati all'inseguimento del colpo della vita e l'ex militare Vincent Moore (Hugh Jackman in un'inedita veste da villain).

Ciò che rende il film migliore di quanto non possa sembrare, in realtà, è da ricercare proprio nei sottotesti e nelle tematiche insite nella pellicola, che rischiava facilmente di scivolare nell'oblio della banalità. Perchè l'apparato tecnico del film è indiscutibilmente valido, e la messa in scena di Blomkamp ripropone l'originale connubio tra realtà riportata con stile quasi documentaristico e l'anormalità dell'"altro" che vediamo presente nel mondo (qui sono i robot, in District 9 erano gli alieni). 

Alcune sequenze, di azione e non, si avvicinano a divenire ridicole in modo involontario e potevano essere gestite in maniera diversa. Ma, in fin dei conti, il film, complessivamente, è superiore alla somma delle singole part; la profondità degli argomenti trattati avrebbe avuto, apparentemente, bisogno di un trattamento e di un tocco diverso da quello della maggiorparte dei blockbuster di oggi, e per fortuna Humandroid non fa parte di questa cerchia. Anche in questo caso, come nell'esordio di Blomkamp, l'essere umano si riconosce nel contatto con l'altro, con il diverso, ma l'ironia tragica che sta alla base della pellicola riguarda il robot senziente che, capace di provare sentimenti, apprende gli insegnamenti e riesce a metterli in atto e a rispettarli meglio dei suoi educatori. E, nel finale, si va anche oltre: nonostante siano frettolosi e semplicistici, gli ultimi minuti pongono una domanda intrigante, anche se non totalmente innovativa: la vera evoluzione sarà nella simbiosi tra la coscienza umana e l'apparato delle macchine?

Humandroid è un film di intrattenimento superiore alla media odierna, con una colonna sonora che presenta un interessante connubio tra Hans Zimmer e i Die Antwoord e con momenti che raggiungono grandi profondità di senso. Visivamente e tecnicamente validissimo.

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