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giovedì 28 aprile 2016

CAPTAIN AMERICA: CIVIL WAR

di Matteo Marescalco

Finora, il 2016 ci ha regalato due epici scontri: quello tra Batman e Superman in Batman v Superman: Dawn of Justice di Zack Snyder e quello tra Captain America ed Iron Man in questo Civil War dei fratelli Russo, già autori del precedente episodio, The winter soldier.
Il mondo sembra avere terribilmente bisogno dei supereroi, di uomini normali dotati di super poteri o di figure cristologiche verso cui proiettare i propri desideri. Questa necessità ben radicata nell’immaginario collettivo è stata colta al volo dai Marvel Studios e dalla Warner Bros. Pictures che, negli ultimi anni, hanno (più o meno) lentamente costruito il loro universo cinematografico. Quello Marvel trova pieno compimento in The Avengers, diretto nel 2012 da Joss Whedon, quello DC in Dawn of Justice. Con una differenza tra i due casi. I Marvel Studios lavorano sulla costruzione del loro universo dal lontano 2008, anno di uscita di Iron Man, primo film del Marvel Cinematic Universe. Viceversa, la DC ha realmente colto la possibilità dei grossi incassi negli ultimi anni e ha invertito la tendenza della Marvel: anziché realizzare prima i film sui singoli supereroi per poi farli scontrare in un film collettivo, la decisione è stata quella di lanciare dapprima il film con Batman e Superman insieme per poi dedicarsi, in seguito, alla delineazione dei singoli personaggi. La notizia recente è quella che il prossimo film su Batman verrà diretto ed interpretato proprio da Ben Affleck.
Tutto ciò finisce per avere forti conseguenze sulla stessa struttura drammaturgica dei due percorsi. La Marvel ha sempre prediletto il divertimento, lo scambio di battute e la rapidità delle situazioni. Gli eroi DC, invece, sin dal Batman di Christopher Nolan, sono ben calati in un contesto che richiama il gangster movie, alle prese con sensi di colpa e responsabilità del proprio “mestiere”. Mentre il percorso intrapreso dal Marvel Cinematic Universe è molto più chiaro e delineato, consentendo ai fan di cogliere le citazioni ricorsive tra i vari episodi, i pilastri dell’universo DC appaiono ben più fragili, minati dalla frettolosa realizzazione del progetto. I punti oscuri in Dawn of Justice abbondano, nonostante una messa in scena indubbiamente affascinante ed espressiva. La forza del film di Zack Snyder risiede nelle sue sequenze oniriche e nel contrasto profondo tra figura cristologica ed eroe umano tormentato dai propri sensi di colpa. La riflessione sulla legittimità del potere dei due personaggi e sulla deriva delle responsabilità è, ovviamente, dietro l’angolo. In questo, Civil War finisce per assomigliare molto al film di Snyder. Gli Avengers sono in crisi e se le danno di santa ragione, tormentati dal “peso” che deriva dai loro poteri. Tuttavia, la carne al fuoco è fin troppa e l’atmosfera finisce per distanziarsi in maniera eccessiva dai precedenti episodi dedicati a Captain America, orientati com’erano verso il genere poliziesco-intrigo politico. Insomma, i fratelli Russo hanno aggiunto un altro tassello al puzzle Marvel, deficitario rispetto allo standard di The winter soldier e di Age of Ultron che si poneva anche come interessante riflessione sui meccanismi del cinema digitale.
Ogni singolo personaggio è fin troppo legato al proprio carattere standard e serve l’introduzione di Spider Man a svecchiare l’ambiente. Sarà lui il traghettatore verso il rinnovo del brand?

2 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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