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venerdì 5 aprile 2019

NOI

di Maria Concetta Fontana

Dopo il successo di Scappa - Get out, premiato agli Oscar per la migliore sceneggiatura originale, il regista Jordan Peele torna al cinema con un nuovo horror dal titolo emblematico: Noi. In questo film, infatti, gli antagonisti dei personaggi principali sono proprio loro stessi, o meglio i loro doppi, pronti a ucciderli facendoli a pezzi con un paio di forbici dorate.

Al centro della storia vi è una famiglia afroamericana in vacanza a Santa Cruz, una località che dietro l’apparenza solare nasconde fin da subito elementi inquietanti. In particolare, la protagonista Adelaide (interpretata da Lupita Nyong'o) conserva brutti ricordi legati al posto e soprattutto alla sua spiaggia. Molti anni prima, quando era un bambina, si era persa per qualche minuto all’interno del labirinto degli specchi del luna park e lì si era imbattuta non nel suo semplice riflesso, ma in una ragazzina identica a lei.

La donna non riesce a nascondere le sue preoccupazioni al marito, al quale alla fine decide di raccontare le sue paure. Inizialmente l’uomo pensa si sia trattato di semplici allucinazioni e cerca di tranquillizzarla, salvo poi ricredersi quella notte stessa, quando nel cortile di casa intravede un gruppo di persone vestite di rosso che si tengono per mano. Si tratta di una famiglia composta dai genitori e i due figli, proprio come la loro. In realtà, però, non sono semplicemente come loro, sono loro. A capo di questo inquietante gruppo familiare e dei suoi piani di vendetta vi è la donna che rappresenta la doppelganger di Adelaide. Comincia così una notte infernale in cui la famiglia protagonista dovrà lottare con tutte le sue forze per non restare uccisa dalla propria controparte. Durante questa battaglia, però, anche loro finiranno per cambiare e forse rimanere contagiati da quella parte oscura della propria anima, pronta a tutto pur di salvare se stessa e i propri cari.

L’idea alla base di Noi è molto affascinante. Come ci si libera di un nemico, se quel nemico è rappresentato da noi stessi? È possibile uccidere una parte di noi senza conseguenze? La trama, inoltre, ha, come già il precedente film del regista, significati politici. In particolare, il racconto dell’alter ego di Adelaide si presta ad essere interpretato come una critica nei confronti dell’ingiustizia di coloro che si trovano in una posizione agevolata senza esserselo davvero meritato. Vi è, infatti, una parte della popolazione mondiale che vive in condizioni disagiate, a volte disumane, mentre chi sta dalla metà giusta del globo può contare su vantaggi che non ha fatto nulla per guadagnarsi. Eppure si tratta di persone proprio come noi, che avrebbero diritto ad un’esistenza migliore.

Il film non manca di varie scene umoriste che servono a stemperare la tensione, alleggerendo una narrazione incalzante che tiene il pubblico con il fiato sospeso e in angoscia per tutta la sua durata, dalle prime sequenze ai minuti finali. Questi ultimi, in particolare, lasciano lo spettatore interdetto, facendolo interrogare sulla plausibilità delle teorie che ha elaborato lungo il corso del film per spiegare gli avvenimenti. Il fatto che non vi sia una risposta univoca, forse, serve proprio a far emergere come ciascuno in Noi può trovare ciò che vuol vedere, le paure più inconsce che come negli incubi peggiori diventano realtà e assumono un volto, che purtroppo è proprio il nostro.

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