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giovedì 13 giugno 2019

IL GRANDE SALTO

di Maria Concetta Fontana

Il grande salto rimette insieme, questa volta sul grande schermo, Giorgio Tirabassi e Ricky Memphis, nei panni di Rufetto e Nello, due amici e compagni di rapine rigorosamente finite male.
 
Dopo quattro anni trascorsi in prigione i due conducono una vita al limite della povertà. Entrambi sono senza lavoro e mentre uno è costretto a stare insieme alla moglie e al figlio in casa dei suoceri, l’altro dorme in una sorta di scantinato e soffre perché non riesce a trovare una donna. A un certo punto decidono di organizzare un colpo che possa far svoltare per sempre le loro vite e riconquistare la dignità perduta, ma purtroppo, puntualmente e più di una volta, le cose non vanno come sperato. Un destino ostile si abbatte con insistenza quasi maniacale contro di loro, fino a un finale dolceamaro. 

Il film è l’esordio alla regia di Giorgio Tirabassi, che è anche co-autore della sceneggiatura, in grado di alternare scenette comiche e surreali a momenti melodrammatici. A livello comico a momenti più riusciti, in particolare quelli dei battibecchi tra Rufetto e i suoceri, e i due brevi ma spassosi interventi di Valerio Mastandrea e Marco Giallini, si contrappongono altri in cui le battute risultano un po’ banali e poco incisive.

In definitiva quella di Giorgio Tirabassi è una commedia amara in cui a prevalere è quest’ultimo aspetto. Ciò che emerge, infatti, è una periferia romana, e in generale un’Italia, in cui le possibilità di riscatto sono poco o nulle, in cui il destino fa di tutto per mostrare che non c’è via di uscita. E allora forse non resta che trasformare quella sorte ostile in una possibilità di successo. Nell’ultimissima scena del film, infatti, si cambia nuovamente registro e si ritorna alla commedia fatta di situazioni grottesche e improbabili.

Forse però si sarebbe dovuto mantenere un maggiore equilibrio e allo stesso tempo osare di più, lasciando prevalere nella conclusione quel tono drammatico molto presente, invece di ribaltare ulteriormente le carte in tavola con una soluzione finale che lascia abbastanza perplessi.

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