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domenica 15 ottobre 2017

L'UOMO DI NEVE

di Matteo Marescalco

*recensione pubblicata per Point Blank

L'orizzonte del film noir e del modello poliziesco mescola istanze disomogenee: da un lato, la concatenazione degli eventi e dell'investigazione; dall'altro l'emergenza di un eroe complesso, che si misura con la problematicità e l'inconscio dei personaggi. La detective story opera attraverso congetture ed ipotesi interpretative ed è impegnata a trovare una verità quanto più oggettiva possibile in un mondo ambiguo ed oscuro. Ogni racconto poliziesco presenta, in genere, una struttura bivalente, in quanto da un lato implica la scoperta e la risoluzione di qualcosa di nascosto e dall'altro procede in un mondo opaco in cui gli stessi valori di riferimento sono problematizzati. Il percorso narrativo di una detection, quindi, riesce ad unire narrazione rigorosa ed ambiguità e oscurità del mondo.

Ne L'uomo di neve di Tomas Alfredson, tratto dall'omonimo bestseller dello scrittore norvegese Jo Nesbø, si insinua qualcosa di ancora più contraddittorio. Un'eccedenza di senso generata da un particolare uso del montaggio e da risvolti narrativi che fungono da mise en abyme del senso ultimo del film. 

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