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lunedì 22 ottobre 2018

TI PRESENTO SOFIA

di Matteo Marescalco

Dopo il recente Metti la nonna in freezer, Fabio De Luigi torna a confermarsi come il re indiscusso della rom-com italiana. Sguardo stropicciato e aria da eterno bambinone: è impossibile dire che gli manca il physique-du-role. Presentato nella sezione autonoma di Alice nella città (in occasione della 13esima edizione della Festa del Cinema di Roma), Ti presento Sofia adatta per l’Italia la commedia argentina Sin hijos. De Luigi è Gabriele, ex rocker, adesso responsabile di un negozio di strumenti musicali. L’uomo è divorziato e ha costruito tutta la sua vita attorno alla figlia di 10 anni, Sofia, che adora e a cui dedica tutta la sua attenzione. All’improvviso, però, irrompe nuovamente nella sua vita Mara, una sua vecchia fiamma che non vede dalla nascita della figlia. La donna è indipendente, ama viaggiare ed è diventata un’importante fotografa a livello internazionale. Tra i due sembra rinascere la tenerezza. Però, c’è un ostacolo insormontabile. Mara odia i bambini. Gabriele decide, quindi, di nasconderle la presenza di Sofia.
 
Il film di Guido Chiesa trova la sua premessa in un tema ampiamente dibattuto: quello delle donne che decidono di non avere figli e che vivono comunque con serenità la loro vita. La commedia non giudica ma si limita a costruire una serie di gag basate sulle incomprensioni e sugli equivoci, osservando dall’esterno il contrasto tra chi ha scelto di avere figli e chi, invece, di non averne. Tutto il film ruota su questa dicotomia. Ad impreziosire ulteriormente il lavoro dei due interpreti principali (De Luigi è affiancato da Micaela Ramazzotti) ci sono anche una serie di comprimari che allargano la riflessione familiare. Andrea Pisani interpreta il fratello mammone di De Luigi; Shel Shapiro è il padre un po’ hippie che ha avuto donne (e ha figli) dappertutto.
 
Il film prova ad evitare i clichè, riuscendoci abbastanza bene e costruisce una storia che cattura completamente l’attenzione dello spettatore. Quindi, pur facendo levo su un meccanismo dicotomico essenziale e lineare (ma non per questo elementare), Ti presento Sofia si mostra intelligente ed originale. Tra trovate brillanti e soluzioni un po’ più forzate, Guido Chiesa riesce a costruire una commedia dal buon ritmo che evita i facili moralismi e mostra le scintille che alcune storie riescono ancora a produrre.

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