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venerdì 21 dicembre 2018

LA TOP 10+1 DEI FILM DEL 2018 (PRIMA PARTE)

di Matteo Marescalco

Si tratta, indubbiamente, del nostro colpo di fulmine del 2018. Presentato alla scorsa edizione della Mostra del Cinema di Venezia, il film di Bradley Cooper ha conquistato i cuori di pubblico e critici. La definitiva maturità dell'ex rom-com star è ormai acclarata. L'opera prima di Cooper è ubriaca d'amore di una purezza acerba che la rende molto simile ai personaggi che racconta. Jackson Maine è un cantante di successo sul viale del tramonto; Ally è un'aspirante cantante che si esibisce in locali notturni e, durante il giorno, lavora come cameriera. I due si incontrano e la passione finirà per incendiare il cuore di entrambi, lasciano tracce permanenti in quello di Jackson Maine. Lunga vita a questo cinema che lavora al meglio sugli archetipi di genere, che si aggrappa alla luce della propria passione, che nasce, fiorisce e cade, riuscendo a far convivere per magia una stella ed un profondo buco nero. 

Il più grande narratore per immagini del cinema americano contemporaneo è presente nella Top 10+1 dell'anno con ben due film. Il primo è una lezione di cinema civile che, a partire dalla messa in scena, riflette sul concetto di tempo e crea un atto di resistenza nei confronti dell'istantaneità della cultura digitale. In The Post, persino un soggiorno si trasforma nel palcoscenico della Storia, un luogo in cui ogni gesto, dal più palese al meno visibile, contribuisce all'innalzamento della tensione. Il meccanismo di campo e controcampo edifica la geografia degli spazi, puntando tutto sulla centralità dell'essere umano nell'ecosistema della vicenda narrata. E' proprio nel cinismo dell'epoca corrente che Spielberg ricostruisce un cinema come ultimo custode di un bagliore nostalgico che incendia lo schermo e le coscienze di chi guarda.

Il film di Sean Baker è l'esempio più lampante di un cinema che ama i personaggi e le storie che racconta. Nel paesaggio iper-reale portato in scena, l'unico segno di autenticità è da riscontrare nell'indistruttibile vitalità dei personaggi più piccoli che, anche di fronte alla crisi definitiva, non si sottraggono ad un'ultima corsa verso il castello fatato. Un sogno chiamato Florida è un saggio da manuale sul potere della meraviglia che abita l'infanzia in ogni aspetto della quotidianità, una camminata verso un futuro probabilmente impossibile da costruire ma in cui non smettere mai di credere. In fin dei conti, è proprio questo che ogni spettatore dovrebbe fare nei confronti del cinema. 

Il primo lungometraggio animato dedicato a Spider Man spacca gli schermi cinematografici. Straordinario nella resa cromatica che allontana il fotorealismo, il film riesce ad emulare lo stile dei fumetti, inserendo anche onomatopee e pallini tipici della retinatura. L'animazione scatenata va a suon di musica e moltiplica esponenzialmente situazioni, stili e generi diversi. Il film di Lord e Miller dimostra le numerosissime direzioni che possono essere intraprese dall'animazione e le infinite possibilità di sperimentazione che rinnoverebbero ulteriormente uno dei settori più all'avanguardia del mondo del cinema.

C'è ancora lo zampino di Steven Spielberg anche in questo spin-off di Transformers con John Cena e la splendida Hailee Steinfeld. In effetti, il risultato finale è quanto di più vicino ad E.T. si possa immaginare. Questo film rappresenta uno di quei casi in cui gli archetipi, piuttosto che risultare scontati, funzionano come eccellenti pilastri attorno a cui costruire la narrazione. Una ragazza appassionata di motori ha da poco perso il padre. Il suo rapporto con la madre e con il suo nuovo compagno non è dei migliori. La sua vicenda si intreccia con quella di Bumblebee, inviato in California da Optimus Prime in occasione della fuga da Cybertron. Le esistenze dei due esseri si legano reciprocamente e si scopriranno più collegate di quanto si possa immaginare. Non dubitiamo che Bumblebee, in futuro, possa essere considerato un piccolo cult per ragazzi alla stregua de I Goonies!


DRAGGED ACROSS CONCRETE di S. Craig Zahler
Dopo Brawl in cell block 99, il toro scatenato del cinema americano torna alla Mostra del Cinema di Venezia con un altro film che ridisegna il poliziesco/western/neo-noir contemporaneo. Mel Gibson interpreta il ruolo di un poliziotto disincantato a cui bullizzano la figlia e che non ha ottenuto nemmeno una promozione in carriera. Vince Vaughn è il suo collega con parecchi conti in sospeso con la sua fidanzata. I due vengono incastrati da un video mentre compiono violenza nei confronti di un criminale. Ancora una volta, il film di Zahler è una discesa negli inferi dell'animo umano, la registrazione della mutazione caratteriale di personaggi immersi in un contesto retro, che richiama alla memoria le traiettorie del poliziesco anni '80. I silenzi dominano gran parte del film e le esplosioni di violenza giungono inaspettate, esaurendosi in pochissimo tempo. Di sicuro, si tratta del film crepuscolare dell'anno.

*link alla seconda parte della Top 10+1 dei film del 2018

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