Secondo la mitologia
greca, è Atlante, figlio di Zeus e di Climene, a tenere sulle spalle l’intera
volta celeste. La leggenda palermitana di Colapesce racconta, invece, che il figlio di
un pescatore, dopo essere sceso nelle profondità acquatiche e aver visto che la
Sicilia si reggeva su tre colonne, una delle quali erosa e consumata dal fuoco
dell’Etna, decise di restare sott’acqua e sostenerla, per evitare il crollo
dell’isola.
In Smallfoot-Il mio
amico delle nevi, anche lo strano mondo degli Yeti è sostenuto da due
giganteschi bisonti che reggono il peso di una montagna, sede della civiltà dei
leggendari mostri delle nevi. Assumendo il punto di vista degli yeti, però, i
veri mostri sono gli esseri umani, che animano i loro racconti e le loro paure
ancestrali. Il giovane Migo vive in un villaggio in cui ognuno svolge con
attenzione il proprio ruolo: c’è chi suona il gong che consente al sole di
sorgere ogni mattina, chi lavora ad un misterioso marchingegno la cui funzione
è ignota e chi alimenta le teorie cospirative sulla reale esistenza degli
esseri umani, ribattezzati appunto smallfoot. Migo vive casualmente l’incontro
con uno di essi, Percy. Da quel momento in poi, viene allontanato dal villaggio perché
Il guardiano delle pietre, una sorta di guida spirituale degli yeti, ritiene
che lui stia mentendo. La scoperta del giovane bigfoot manda in subbuglio
l’intera comunità. La nuova missione di Migo è dimostrare agli amici yeti che
gli smallfoot esistono veramente. Ha inizio una grande missione che coinvolgerà
alcuni suoi amici e che metterà a dura prova tutte le sue certezze.
Scritto e diretto da
Karey Kirkpatrick e prodotto da John Requa e Glen Ficarra (i produttori esecutivi
sono i talentuosi Chris Miller e Phil Lord, genitori di Lego Batman e Lego Ninjago), Smallfoot-Il mio amico delle nevi
è una storia esilarante e con un cast di doppiatori d’eccezione: a dare la voce
ai personaggi del film sono Channing Tatum, Zendaya, LeBron James, Danny DeVito
e James Corden. Il film costruisce un racconto basato sul contrasto tra
preconcetti e ragione come elemento fondamentale per abbattere i luoghi comuni.
La scena madre è ambientata nell’antro di una gigantesca ed iper-tecnologica
caverna le cui pareti, affrescate da dipinti rupestri, raccontano il difficile
rapporto tra esseri umani e yeti. Come nei film Pixar, la verità passa
attraverso un dispositivo mediale (qui sono la pittura e i video realizzati
da Percy a veicolare la storia che darà la scossa
all’impianto narrativo).
Ma il film d’animazione
non si limita soltanto al difficile rapporto tra racconti condivisi e necessità
di superarli per scoprire nuove prospettive, prendendo in considerazione anche
l’universo dei documentari dedicati alla natura. Lo smallfoot incontrato da
Migo, infatti, è una sorta di giovane Alberto Angelo in crisi di share
televisivo ed in preda ad un lancinante conflitto: realizzare fake news per
riconquistare il consenso perduto o mantenere la propria integrità?
Insomma, nonostante
alcuni momenti canori che potrebbero risultare indigesti agli adulti,
Smallfoot-Il mio amico delle nevi è un prodotto convincente e decisamente
brillante, un modo per riflettere e per trascorrere un pomeriggio in preda al
divertimento intelligente.