*recensione pubblicata per Point Blank: https://www.pointblank.it/recensione-film/david-oelhoffen/freres-ennemis
“Ricordi? Abbiamo attaccato la carta da parati insieme. Allora non mi piaceva, adesso mi manca”.
Si tratta di una battuta pronunciata da Manuel al ritorno a casa dei genitori con cui ha un rapporto conflittuale. Il ragazzo fa parte di una comunità slava in una banlieue parigina che soffoca ogni possibilità di fuga. Le rapine e lo spaccio di droga sono all’ordine del giorno fino a quando la morte per omicidio del suo migliore amico lo spinge a rivolgersi a Driss un investigatore della narcotici cresciuto nel suo stesso ambiente ma che è riuscito a passare all’altro lato della barricata. Chi è il mandante dell’omicidio? Tra marciapiedi ed appartamenti asfissianti, si consumano le fughe ed i regolamenti di conti di Manuel.
Con un occhio ad Heat di Michael Mann e a I padroni della notte di James Gray, le dinamiche tradizionali del genere polar sono immerse in un contesto sociale ed umano che ne arricchiscono le sfumature e le fughe emotive. Risulta, a tal proposito, impressionante il contrasto tra la mascolinità ferina e criminale di Manuel nei momenti al cardiopalma e le pause di riflessione che consentono anche allo spettatore di tirare il fiato e respirare dopo gli inseguimenti in ambienti ad alveare che opprimono ogni possibilità di futuro. Eppure, qualcosa c’è. Le atmosfere tragiche consentono al film di trovare una sua dimensione emotiva e di registrare alcuni momenti di estrema potenza.
*continua a leggere su Point Blank: https://www.pointblank.it/recensione-film/david-oelhoffen/freres-ennemis
Nessun commento:
Posta un commento