*recensione pubblicata per Point Blank: https://www.pointblank.it/node/2536
Avevamo lasciato il Marvel Cinematic Universe in pieno terremoto editoriale, con un grande villain in grado di affermarsi come il vertice gerarchico ed il baricentro di un film che schiudeva inattesi orizzonti narrativi e portava ad un punto di non ritorno. Dalla necessità di fermare il suo potere assoluto conseguiva un cliffhanger relativo all'introduzione di un nuovo personaggio: Captain Marvel. Soltanto la sua discesa in campo potrebbe porre fine ai giochi e decretare la conclusione di un universo narrativo che, da ormai 11 anni, ha un'importanza imprescindibile nel campo dell'intrattenimento. E che, da altrettanto tempo, non aveva ancora mai avuto il coraggio di sdoganare un personaggio femminile come assoluto protagonista di un proprio stand-alone, finalmente arrivato, grazie proprio a Captain Marvel, diretto dai due indie Anna Boden e Ryan Fleck.
Dopo la deflagrazione di innumerevoli schegge (il ritorno a casa di Spider-Man, il percorso psichedelico di Doctor Strange, lo scivolamento verso il demenziale di Thor: Ragnarok ed il premiato allargamento dei confini culturali e geografici di Black Panther), riunite per l'inevitabile scontro con il più tragico tra i nemici, tocca ad un'altra origin-story dal gusto poco tradizionale preparare il campo per Endgame. Captain Marvel non è soltanto la prima eroina del MCU ma è anche la più potente nella compagine degli Avengers. La chiamata risolutiva e disperata di Nick Fury poco prima della sua dissolvenza, suggeriva il suo valore strategico di arma definitiva. Kevin Feige e co. provano a ripetere l'operazione Black Panther, gettandosi nuovamente nell'agone del dibattito politico e culturale americano. Il film di Boden e Fleck, infatti, come nella tradizione dei migliori blockbuster, è un enorme contenitore che, al suo interno, contiene particelle in grado di andare verso le più disparate delle direzioni e di prestarsi a diversi percorsi di lettura.
Dopo la deflagrazione di innumerevoli schegge (il ritorno a casa di Spider-Man, il percorso psichedelico di Doctor Strange, lo scivolamento verso il demenziale di Thor: Ragnarok ed il premiato allargamento dei confini culturali e geografici di Black Panther), riunite per l'inevitabile scontro con il più tragico tra i nemici, tocca ad un'altra origin-story dal gusto poco tradizionale preparare il campo per Endgame. Captain Marvel non è soltanto la prima eroina del MCU ma è anche la più potente nella compagine degli Avengers. La chiamata risolutiva e disperata di Nick Fury poco prima della sua dissolvenza, suggeriva il suo valore strategico di arma definitiva. Kevin Feige e co. provano a ripetere l'operazione Black Panther, gettandosi nuovamente nell'agone del dibattito politico e culturale americano. Il film di Boden e Fleck, infatti, come nella tradizione dei migliori blockbuster, è un enorme contenitore che, al suo interno, contiene particelle in grado di andare verso le più disparate delle direzioni e di prestarsi a diversi percorsi di lettura.
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