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domenica 17 marzo 2019

IL PROFESSORE E IL PAZZO

di Maria Concetta Fontana

Sono stati necessari diversi decenni per compilare l’Oxford English Dictionary, il più celebre dizionario di lingua inglese, nonché il primo a comprendere parole anche di uso comune, che lo hanno reso un’opera non soltanto per eruditi. Il professore e il pazzo, pellicola in uscita il 21 marzo, racconta gli avvenimenti dietro a questa incredibile creazione.
Proprio come la storia narrata, anche le vicende relative alla produzione del film hanno richiesto parecchi anni, durante i quali il doppio premio Oscar Mel Gibson ha lottato per portare sullo schermo la storia già narrata in un libro del 1998, edito in Italia da Adelphi. A capo di questo mastodontico progetto vi fu il professor James Murray (interpretato da Gibson), che riuscì in un’operazione a dir poco ambiziosa: raccogliere e fissare su carta qualcosa in continua evoluzione come la lingua, tra l’altro un idioma come quello inglese parlato anche al di fuori dell’Europa, nelle varie colonie dell’impero britannico.

Soltanto una mente geniale come quella di Murray, aiutata da quella altrettanto brillante ma venata di follia di un ex medico americano, Minor (a cui presta il volto un altro premio Oscar, Sean Penn) rinchiuso in un carcere psichiatrico, riuscì a portare avanti la creazione di una tale opera. Quest’ultima però non derivò esclusivamente dall’immenso lavoro di due grandi personalità, ma fu il frutto del coinvolgimento di volontari anglofoni che contribuirono a raccogliere il materiale necessario a redigere l’immenso volume, tramite l’invio di schede in cui occorreva scrivere le parole comprese di citazioni e casi di utilizzo.

La trama del film alterna, dunque, il racconto della stesura travagliata del dizionario con le vite personali di questi due complessi personaggi. In particolare, Minor è una mente fragile, tormentata dai sensi di colpa e dalla follia che ne è derivata, la quale lo ha reso vittima di allucinazioni e paranoie, che, come mostrano le primissime sequenze del film, lo spingono all’omicidio di un innocente, condannandolo a un manicomio per criminali. Ma anche l’incredibile perseveranza di Murray nella creazione del dizionario lo classifica agli occhi di altri eruditi come un folle. L’uomo, tra l’altro, non possiede nessuno titolo accademico, potendo contare sulle sconfinate competenze linguistiche acquisite soltanto da autodidatta, che ne fanno un incredibile poliglotta e una mente molto curiosa. Ed è proprio questa apertura mentale e il loro essere due outsider che avvicinerà Murray a Minor, portandoli ad un sodalizio non soltanto intellettuale ma anche umano.

Talvolta il film calca la mano su particolari macabri, mostrando sangue o altri liquidi organici, denunciando così anche le vere e proprie torture, spacciate come metodi medici, che ancora alla nella metà del XIX secolo i pazienti con problemi mentali subivano. La prova attoriale di Sean Penn contribuisce ad aumentare ancora di più il pathos, ma talvolta scivola nell’overacting, a causa anche di una storia, che complice la colonna sonora in alcuni momenti, viene raccontata in maniera un po’ troppo melodrammatica. A livello visivo, Oxford, con i suoi luminosi giardini o i suoi interni eleganti stracolmi di sapere con intere pareti occupate da migliaia di volumi, si contrappone all’ambiente buio e angusto della cella del carcere psichiatrico, che però cambia un po’ volto quando a Minor viene concesso di possedere libri e materiali per disegnare.


Il regista del film, P. B. Shemran, paragona quella del professor Murray ad altre importanti storie di invenzione che hanno rivoluzionato la civiltà, come Facebook o prima ancora la connessione Internet, vicende che proprio negli ultimi anni sono state anch’esse raccontate al cinema. In realtà, in qualche modo tutte queste creazioni derivano proprio dal dizionario, vale a dire dall’idea di raccogliere in un unico oggetto, prima di carta adesso digitale, tutto il sapere finora accumulato dall’umanità. L’Oxford English Dictionary, però, per l’impiego di gente comune tra i volontari ricorda soprattutto un progetto dal basso come Wikipedia, fondato sul coinvolgimento degli stessi utenti nella sua creazione.

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