Chi sono le brave ragazze che danno il titolo al secondo film di Michela Andreozzi?
Anna è una ragazza madre con due figli da mantenere e nessun lavoro stabile; Maria è una timida devota alla Madonna, vittima di un marito violento; Chicca e Caterina sono due sorelle di indole opposta e sognano entrambe un futuro migliore e lontano dalla Gaeta dei primi anni '80. Con il coraggio di chi ha poco da perdere, le quattro donne decidono di travestirsi da uomini e svaligiare insieme la banca del paese. Ma è soltanto l'inizio di una serie di azioni spericolate, su cui è chiamato ad indagare il commissario Giovanni Morandi. Le donne si troveranno coinvolte in un vortice destinato a stravolgere per sempre il loro destino.
Il nucleo embrionale di questo heist-movie tutto al femminile risiede in un articolo di cronaca di diversi anni fa che raccontava la vicenda di quattro donne disperate, senza arte nè parte, che, nella Francia degli anni '80, impugnavano le armi per rapinare la banca del paese travestite da uomini. Le donne portarono a compimento non soltanto quel primo colpo ma anche altre sei rapine. L'articolo si soffermava sulle rocambolesche avventure della Banda di Avignonesi e raccontava come queste donne, una volta finite in carcere, erano diventate famose per le loro gesta, trasformandosi in rappresentanti del desiderio di ribellione alla condizione stessa della donna.
Il film di Michela Andreozzi sovverte le dinamiche del classico heist-movie alla Ocean's Eleven (nulla, infatti, delle donne mostrate è glamour o attraente) e focalizza la sua attenzione sulla modalità attraverso cui un gesto di rabbia e di disperazione può essere interpretato come un impulso di ribellione al sistema. Buona parte della riuscita del progetto risiede nella coesistenza di quattro attrici di indole diversa, in grado di incarnare la rabbia ma anche gli aspetti più malinconici e dolci dei personaggi interpretati. Dopo un'attenta construzione di un immaginario popolare credibile e funzionale alla storia narrata, il film si concentra sui personaggi e sull'atmosfera di disagio sociale ed emarginazione.
L'idea di femminilità a tutto tondo è abilmente bilanciata dalla presenza di alcune figure maschili che fanno da contraltare alle quattro donne. Max Vado interpreta il mostro del racconto, Max Tortora è il depositario delle migliori gag del film e a Luca Argentero tocca il compito di interpretare un commissario di polizia fragile ed irrisolto, in grado comunque di caricare sulle sue spalle il contrappeso alla polifonia sgargiante del variegato corpo femminile. Nonostante i toni prediligano la redenzione e le buone parole, Brave ragazze è un progetto che vi strapperà sorrisi e riflessioni.
Nessun commento:
Posta un commento