Compriamo un vestito. Ci diciamo: «Oh darling, it is beautiful». Lo mettiamo nell’armadio, sapendo che, vista la sua versatilità, dovremo assolutamente riusarlo. Trascorrono 14 anni. Ci aspetteremmo che il vestito non vada più bene. Eppure, ci ritroviamo a dire: «Ma tesoro, è bellissimo!». È un prodotto che esalta le proprie qualità iniziali. Questo è quello che è successo nel caso de Gli Incredibili 2.
La metafora sul vestiario non è casuale. Infatti, il sequel del film del 2004 ha inizio proprio con il ritorno in auge dei vecchi abiti dei supereroi. Grazie a un loro fan, infatti, Helen, Bob e Lucius si ritrovano a dover indossare i vecchi vestiti per una nuova missione: riportare in auge i supereroi. Per questo compito viene scelta Elastigirl, che abbandonerà il vestito di Edna per un nuovo abito. In un film in cui gli abiti sembrano stare in primo piano, quindi, non ci si sorprenderà il ritorno in pompa magna della mitica stilista alta appena 150 centimetri: Edna Mode, in lingua originale interpretata dallo stesso produttore, regista e sceneggiatore Brad Bird.
Dopo ben 14 anni, è strano che un personaggio secondario del genere torni come co-protagonista. Anche la sua doppiatrice italiana, Amanda Lear, si sorprende dell’iconicità di Edna, in America diventato già un culto grazie al suo ruolo nella struttura comica del film. Infatti, è in realtà lei il picco di quel subplot tipico dei film classici.
Il film è strutturato secondo due linee narrative: la prima riguardante Helen; la seconda la famiglia in toto e vede come protagonisti soprattutto Violetta, Bob e Jack Jack (spalla di Edna). Entrambe le linee narrative mostrano qualcosa di inedito: per la prima volta, afferma Amanda Lear, ci sono temi profondamente attuali in un film d’animazione. Elastigirl è protagonista assoluta, è fondamentale il rispetto delle leggi anche quando sarebbe più opportuno infrangerle; l'importanza dei figli in un eco-sistema familiare in cui il padre perde il lavoro. Secondo chi vi scrive, più che Elastigirl, il vero protagonista de Gli Incredibili 2 è l'universo dei media e delle superfici riflettenti.
Nell'arco del racconto, predomina la presenza degli schermi. Si tratta di un aspetto tipico del postmodernismo, l’era della visualità totale, dove a comporre il livello visuale estetico sono anche i film che i ragazzi (Jack Jack, Violetta e Flash) guardano. Questi permettono un ritorno a un’epoca passata, insieme al cammeo dell’agente segreto, simile sia a Men in Black che, come dice il doppiatore di Dicker stesso (Orso Maria Guerrini), ad Humphrey Bogart.
Tra uso di tecniche fumettistiche e di videogiochi (soprattutto le scene dei combattimenti) si cerca di creare un mondo ibrido quasi, che ritorna anche a usare tecniche dei film sperimentali del Novecento. «Ho visto delle cose che non avrei mai potuto immaginare» esclama a tal proposito Tiberio Timperi, doppiatore di Chad Brentley. Anche nelle scenografie c’è una cura particolare nei confronti dei dettagli: la scena con il finto Ipnotizzatore ne è un esempio.
Queste tecniche innovative, rimandi al passato e a un futuro di schermi controllanti, porta il film ad avere un ritmo fluido, dinamico e avvincente. Anche la divisione equa tra le due linee ci permette di rimanere agganciati allo schermo. In conclusione, il film è una boccata di ossigeno. Fresca ed elettrizzante come solo l'aria di montagna sa essere.
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