Questa mattina, alla Casa
del Cinema di Roma, si è tenuta la proiezione stampa di Ghostbusters e, a seguire, la
conferenza con il regista Paul Feig, già noto per Le amiche della sposa, Corpi
da reato e Spy. Con piglio da englishman, nonostante la nazionalità americana,
Feig, battuta pronta ed ampio sorriso, ha risposto a tutte le domande,
affrontando anche quelle sulle spinose difficoltà produttive incontrate nella
realizzazione del film, reboot della versione del 1984 diretta da Ivan Reitman.
Di seguito, il resoconto della conferenza.
Più
che un film sugli acchiappafantasmi, ho trovato il suo Ghostbusters un
film incentrato su geeks e freaks. Quindi, è stato mosso più da questo
interesse che dal realizzare un remake del film originario?
Certo. Posso raccontare
soltanto le storie che sono in grado di raccontare. Quelle con persone outsider
e sminuite come protagoniste. Le protagoniste del film sono in grado di
difendere la città dai fantasmi e, nonostante ciò, continuano ad essere
definite pazze. Mi piaceva l’idea di queste persone che continuano a credere in
qualcosa. Mi piace anche una di loro che, pur avendo visto un fantasma, si
allontana da ciò perché è stanca di sentirsi definire pazza. Il mio obiettivo
era di fare una commedia e non un film drammatico.
Dan
Aykroyd voleva realizzare un sequel ma non trovava una produzione. Com’è andata
la vicenda? Ci descrivi il percorso produttivo?
Dan è sempre stato il mio
eroe comico. Sapevo che era in giro questo progetto e che non riusciva a
decollare. Bill non ne voleva far parte. Quando Ivan mi ha proposto la regia,
mi ha anche detto che Dan avrebbe fatto il produttore esecutivo e io ho
continuato a chiedergli consigli sullo sviluppo della sceneggiatura. Lui è
stato un grandissimo appoggio e sostegno. Ha partecipato alle proiezioni di
prova e non lo ringrazierò mai abbastanza.
Lei
è il portabandiera della commedia femminile. Cosa apportano le donne alla
comicità? Cosa si trova in più nelle commedie al femminile? In una scena, si
paragonano i fantasmi al terrorismo. Che i terroristi siano i nuovi fantasmi di
oggi?
A me piace tanto lavorare
con donne divertenti. Ce ne sono tantissime che magari non hanno avuto l’opportunità
per mettersi in mostra. Anche nelle commedie vengono spesso poste al servizio
degli uomini e non viene consentito loro di essere divertenti. Magari
interpretano il ruolo di donne iper-perfettine, pesanti e fastidiose. La mia
idea era quella di fare una commedia al femminile ma per tutti e non per sole
donne. Nella commedia, alle donne non è stata data questa possibilità. Io
vorrei che un uomo, vedendo il poster di una commedia al femminile, non
pensasse che sia solo per donne ma per tutti. A volte, le commedie maschili
tendono ad essere aggressive e questo non è il mio modo di lavorare. Mi piace
la scienza, mi piace l’idea che un essere solo, solitario, con in mente dei
piani negativi, possa sfruttare la scienza per riportare sulla Terra entità
paranormali. Questo è pauroso. Mi piaceva l’idea che una persona isolata,
sfruttando il proprio ingegno, potesse realizzare e portare avanti il casino
che accade nel film.
Il
film è dedicato ad Harold Ramis che non c’è più. Appaiono tutti i personaggi
del film del 1984 tranne Rick Moranis. Come mai?
Gli abbiamo chiesto se
lui volesse far parte del film ma ha rifiutato l’invito. Ha detto che non era
interessato a partecipare. Questa sua risposta mi ha intristito molto. Per
quanto riguarda Harold, abbiamo provato ad omaggiarlo. C’è suo figlio che
appare nella scena del concerto rock. C’è anche la figlia col nipotino. Tutta
la famiglia di Harold ha partecipato.
Racconti
qualcosa su Sigourney Weaver e sugli altri personaggi che appaiono nel film?
Quando abbiamo completato
la prima stesura della sceneggiatura, abbiamo avuto l’idea di coinvolgere
alcuni attori del film di Ivan. Bill Murray interpreta il ruolo dello scettico.
Ha detto che non voleva fare nulla. Poi gli abbiamo proposto questo cammeo e
non ha accettato. Fino a pochi giorni prima della ripresa della sua scena, non
sapevamo se sarebbe stato presente o meno. Non è una persona facile da
inchiodare. Comunque, è stato un
supporto fondamentale per il nostro progetto. Si è dimostrato entusiasta, ha
detto che l’idea gli piaceva molto. Sigourney è stata entusiasta fin dal primo
giorno. Avevamo scritto per lei un cammeo diverso da quello finale ma non era
abbastanza di sostanza. Lo abbiamo modificato e lei lo ha trovato molto
divertente.
Ci
ha raccontato come sono nati i cammei dei protagonisti. Per quanto riguarda i
caratteri delle donne protagoniste, quanto è stato scritto e quanto
improvvisato?
Io scrivo il film e i
personaggi e, dopo aver fatto il casting, i personaggi vengono modificati a
seconda di ciò che gli attori vogliono fare. Ciò che conta è che risultino
cuciti su misura.
Come
spiega la pessima accoglienza del trailer su YouTube? Visti i numerosi film con
eroine femminili, non si rischia di cadere nel cliché?
Credo che ci sia stata
una campagna organizzata da quelli a cui non piaceva l’idea del film. Questo
non vuol dire che non possa essere ben accolto. Il primo trailer è stato un
primo sguardo, gli effetti speciali non erano nemmeno pronti. Il giudizio è
stato eccessivo. Ciò detto, abbiamo mostrato il trailer in diversi cinema e l’accoglienza
è stata nettamente migliore. Per quanto riguarda l’eccessiva presenza di
eroine, non credo. Io parlo per Hollywood. I ruoli da protagonista femminile di
qualità sono inferiori rispetto a quelli maschili. Si dovrebbe puntare alla
parità, c’è ancora un grosso squilibrio. Spero si possa raggiungere una parità
per avere il ruolo che ognuno merita.