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mercoledì 29 gennaio 2020

ODIO L'ESTATE

di Matteo Marescalco

Odio l'estate, scriveva Bruno Martino. E, come il celebre compositore, anche Aldo Giovanni e Giacomo provano sentimenti contrastanti nei confronti della stagione tradizionalmente più amata dai piccoli. 

Aldo Baglio è un meridionale trapiantato da anni a Milano. Tutto è pronto per la vacanza al Sud insieme alla moglie e ai tre figli, due gemelline e un ragazzo beccato a rubare un motorino. Giovanni Storti, invece, porta avanti uno storico negozio di Milano che vende al dettaglio accessori per calzature. Anche Giovanni è sposato e ha una figlia. Infine, Giacomo Poretti è il più benestante tra i tre ma ha una situazione familiare nettamente più complessa, avendo adottato il piccolo figlio della moglie con cui ha un rapporto difficile. A causa di un disguido con l'agenzia, i tre si troveranno a condividere lo stesso appartamento per tutta la vacanza estiva. La convivenza forzata farà emergere i tratti migliori e peggiori delle tre famiglie. 

Dopo il fallimento di Fuga da Reuma Park, clamoroso flop di pubblico e critica che ha seriamente messo a repentaglio le loro carriere, Aldo Giovanni e Giacomo tornano a collaborare con Massimo Venier, regista dei loro migliori film, responsabile della costruzione di un intreccio narrativo molto più solido e coerente dei loro ultimi lavori. Gli ultimi due decenni sono stati decisamente complessi e contraddittori per il trio di comici che, più di tutti, nel corso degli anni, è riuscito ad affermarsi nell'immaginario collettivo italiano. Perchè, se Checco Zalone fa sfaceli al box-office, è altrettanto innegabile che certe battute di Aldo Giovanni e Giacomo segnano costantemente la nostra quotidianità. Merito della loro ironia priva di mordente politico, dalla forte stilizzazione che connota i tre personaggi (il meridionale fesso ma dal gran cuore, il milanese puntiglioso e precisino e, infine, quello più autenticamente antipatico), sempre uguali a sè stessi eppure ogni volta così diversi, e, infine, di un certo carattere fiabesco. Si, proprio fiabesco. I film di Aldo Giovanni e Giacomo, pensandoci bene, sembrano quasi non aderire alla realtà ma sorvolarla con leggiadria ed eleganza. 

Odio l'estate segnala quella che probabilmente è l'evoluzione definitiva (e che sarebbe un eccellente modo per salutare i fan - anche se speriamo che il trio possa tornare nuovamente a raccontare storie al cinema) del loro modo di narrare. I comici sono cambiati e non serve a niente guardare al passato con malinconia e nostalgia. Anche il canovaccio su cui Venier e gli sceneggiatori hanno costruito la loro storia ha subito diverse modifiche rispetto ai precedenti migliori film del trio. Il peso della famiglia grava sui personaggi e li dota di una serie di riflessioni che rendono la trama ancora più compatta. I fan più accaniti troveranno una marea di omaggi - che non scadono mai nell'autocelebrazione ma sembrano mostrare la sedimentazione del trio nell'immaginario popolare - , dai più nascosti ai più palesi. Se i tempi sono cambiati, farebbe comodo credere che Aldo Giovanni e Giacomo, nonostante tutto, sono rimasti sempre gli stessi. E' vero soltanto in parte. E questo film, che riesce a toccare le corde del pubblico generalista, lo dimostra in pieno. 

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