Arturo e Alessandro sono una coppia consolidata ma il loro rapporto, purtroppo, inizia a mostrare i segni del tempo. Arturo è un traduttore che ha rinunciato alla carriera universitaria pur di vivere insieme ad Alessandro, idraulico di origini proletarie. Tra i due si inserisce Annamaria, ex-compagna di Alessandro. La donna è ospite per diversi giorni a casa dei due per una serie di controlli ospedalieri. Annamaria ha anche due figli a cui la coppia dovrà badare durante la sua degenza. Sarà proprio in questo periodo che Alessandro ed Arturo matureranno una serie di decisioni assai complesse e sofferte.
È già stato detto che, con La Dea Fortuna, Ferzan Ozpetek è tornato a casa. Le atmosfere tanto care al regista ci sono, dai balli in terrazza e sotto la pioggia ai momenti in cui i personaggi si mostrano tutto il loro amore disperato urlandosi in faccia o sottoponendosi ad una serie di sguardi indagatori e profondi. E poi le cucine tanto amate, dai toni accesi, luoghi di scene madri melodrammatiche. In questo film, irrompe anche alcune sequenza orrorifiche. E non ci si riferisce soltanto alla lunga carrellata che dà l'avvio al film ma anche ad una certa maturità nella trattazione dei rapporti umani. Perchè La Dea Fortuna è, almeno per la prima ora, molto meno conciliante rispetto alle passate escursioni cinematografiche del regista. Escludendo i momenti in cui il film si allontana dal suo baricentro narrativo e perde la stabilità, l'insieme, tutto sommato, funziona e denota una moderazione ed una misura a lungo inedite.
La musica infiamma buona parte del film e fa da contrappunto ai rapporti tra i differenti personaggi, su cui svetta l'uomo malato di Alzheimer interpretato da Filippo Nigro che, proprio a causa della sua malattia, trova quotidianamente un modo nuovo per amare la moglie. Insomma, l'intero film è incentrato proprio su questo assunto: è possibile amarsi nonostante lo scorrere degli anni? A voi la risposta!
Nessun commento:
Posta un commento