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mercoledì 4 dicembre 2019

CENA CON DELITTO

di Matteo Marescalco

Parliamoci chiaro. Per amare un film come Cena con delitto, basterebbe anche semplicemente il cast di fuoriclasse che ha dato vita ad una serie di scambi di battute straordinarie. Chris Evans, Daniel Craig, Jamie Lee Curtis, Michael Shannon, Christopher Plummer, Ana de Armas, Toni Collette e Don Johnson sono i pezzi da novanta che hanno contribuito a rendere l'ultimo titolo di Rian Johnson un'assoluta perla ed un film natalizio da amare durante le prossime feste. Sì, perché, in primo luogo, Cena con delitto è proprio un perfetto film natalizio, di quelli che riconciliano con il cinema e restituiscono il piacere di trascorrere un paio d'ore in sale, alle prese con un prodotto rigorosamente mainstream ma dagli standard produttivi e realizzativi molto elevati. 

Prima di ogni altra cosa, Cena con delitto è un ottimo whodunit che segue le orme lasciate da Agatha Christie. Il sagace investigatore Benoit Blanc è stato assoldato con l'obiettivo di scoprire chi ha ucciso il romanziere 85enne Harlan Thrombey, rinvenuto senza vita nella sua abitazione in circostanze non chiare, dopo la festa per il suo compleanno. Il brillante detective è sicuro che l'uomo sia stato ucciso e inizia a indagare su chi possa essere il colpevole. Sia i familiari che la servitù avrebbero avuto un perfetto movente per uccidere l'uomo quindi tutti sono sospettati. L'imminente lettura del testamento fa emergere i conflitti tra parenti, nonché l'avidità familiare. Quando l'investigatore interroga Marta, la giovane infermiera sudamericana del deceduto, le fondamenta dell'edificio crollano definitivamente. I segreti della famiglia iniziano ad essere svelati, portando a galla un humus di bugie che permetteranno a Blanc di scoprire la verità dietro la morte del romanziere. 

I tempi dilatati del film sono un assoluto dono che Johnson fa ai suoi spettatori. Durante le poco più di 2 ore, infatti, il regista si concede tutto il tempo possibile per approfondire i legami tra i personaggi portati in scena -caratterizzati in modo davvero sorprendente ed inventivo- e per dipanare il bandolo della matassa. Il risultato è quello di uno straordinario affresco che si adatta al genere di riferimento e che lo arricchisce di un'ironia inaspettata. A caratterizzare ulteriormente il titolo è il rapporto tra luogo e personaggi, che sembrano quasi usciti da un film in stile anni '70. La magione familiare è la protagonista segreta del film e i suoi dettagli sono altrettanto importanti quanto qualsiasi altro personaggio. Ognuno potrebbe essere il colpevole e ogni attore ha indossato la giusta maschera per contribuire alla creazione dell'ordito narrativo. 

Ciò che sorprende nel film è il fatto che, nonostante il ritmo compassato, l'insieme non ne risente mai, anzi, Cena con delitto non mostra alcun segno di cedimento. Un film del genere -al tempo stesso corale e privato- è un vero dono perché un esempio di scrittura curata allo sfinimento ma che, nonostante ciò, riesce a mostrare un'apertura ed una libertà che, spesso, un'attenzione così laboratoriale finisce per tarpare. Ma, per fortuna, non è questo il caso.

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