di Matteo Marescalco
*recensione pubblicata per Point Blank
Sette minuti dopo la mezzanotte.
È questa l’ora in cui il Mostro, un gigantesco albero venuto a raccontare tre storie, si presenta a Conor, esigendo da lui un quarto racconto ‹‹sulla cosa più pericolosa di tutte: la verità››. Conor è un dodicenne vittima di bullismo a scuola e costretto a vivere con la nonna, a causa della malattia della madre. La creatura fantastica che il ragazzino invoca per essere aiutato più che per aiutare è un imponente tasso che gli consentirà di sfuggire alla solitudine del suo mondo reale.
C’erano una volta Cleveland Heep e Story, un custode ed una Narf giunta dalle profondità della piscina di un condominio invisibile al mondo, il The Cove, impegnato in un lavoro collettivo sotto forma di una narrazione da costruire. Attraverso la storia (e attraverso Story) si rafforza e si perpetua l’esistenza dei singoli e delle comunità sociali. Il condominio The Cove è un albero sradicato, un libro di fiabe senza destinatario, un uomo invisibile in attesa che si palesi nuovamente il proprio riflesso sulla superficie di una piscina a forma di occhio, ultimo elemento identificativo ed umano in un corpo sintetico.
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