Powered By Blogger

domenica 7 maggio 2017

ALIEN: COVENANT

di Simone Fabriziani

A 5 anni di distanza da Prometheus arriva in sala il secondo capitolo della serie prequel di Alien, nuova estensione del fruttuoso franchise che, stando alla volontà del regista Ridley Scott, potrebbe addirittura comprendere altri 4 nuovi film. Nel 2012 eravamo a bordo di una nave spaziale, per l'appunto la Prometheus; oggi, invece, siamo sulla Covenant, impegnata in una missione di ricolonizzazione e diretta verso un pianeta che ormai dista solo sette anni di viaggio. Ma qualcosa, improvvisamente, va storto.
 
L'equipaggio della Covenant si trova in stato di sonno criogenico mentre la nave è governata da Walter, un modello di androide simile a David, e da un'intelligenza artificiale chiamata Mother. Un giorno la nave si trova nel mezzo di una tempesta cosmica che provoca seri danni, così Walter e Mother sono costretti a risvegliare l'equipaggio. Nell'incidente muoiono numerosi coloni ed un membro dell'equipaggio, il capitano Branson. La Covenant si ritrova di colpo sotto il comando di un nuovo capitano e mentre tutto l'equipaggio si appresta a sistemare i danni subiti dalla nave prima di tornare al sonno criogenico, viene captato un segnale radio da un pianeta in perfette condizioni, poco distante, tra l'altro, dalla posizione della Covenant. Il cambio di rotta è immediato.
Complice un completo recast che non è stato in grado di sostituire attori del calibro di Noomi Rapace, Charlize Theron e Idris Elba, il film non riesce mai a decollare del tutto. La prima parte scorre lenta; subito dopo l'incidente che ha risvegliato l'equipaggio viene inserita una lunga sezione dedicata al compianto del capitano, il cui unico scopo è quello di farci avvertire il forte senso di famiglia venutosi a creare tra i membri della Covenant ma che finisce per rallentanre inutilmente la narrazione.
 
Nella seconda parte invece arriva l'azione vera e propria e, soprattutto, arrivano gli alieni, per la gioia dei fan della saga e del film stesso, che assume un carattere più scorrevole. Ad essere sacrificate sono le derive horror caratteristiche dell'Alien originale, che avrebbe allontanato il film dalla concezione più commerciale e moderna del termine action movie.
La regia di Scott è priva di particolari guizzi e abbastanza piatta, soprattutto nelle scene d'azione che spesso risultano confuse. Anche la storia, giunti allo scoglio di metà film diventa terribilmente prevedibile, facendo sorgere seri dubbi sul futuro del franchise che forse, già al secondo film, ha esaurito il proprio discorso. Sono queste le principali pecche di Alien: Covenant che contribuiscono a rendere del tutto dimenticabile un film appena godibile.

Nessun commento:

Posta un commento