di Matteo Marescalco
Dopo quattro anni di assenza dal grande schermo, torna al cinema uno dei sodalizi artistici più noti e amati della storia dello spettacolo italiano degli ultimi decenni. Stiamo parlando di Aldo, Giovanni e Giacomo.
Il loro ultimo film si intitola Il ricco, il povero e il maggiordomo ed è incentrato su tre personaggi di differente estrazione sociale. Giacomo è un ricco e spregiudicato broker appassionato di golf. Giovanni interpreta il suo fido maggiordomo, con la fissa per le arti marziali e la filosofia giapponese. Aldo è un venditore abusivo che vive ancora con la madre burbera e combattiva che lo tratta come un inetto. Nel tempo libero, allena una squadra di calcio composta per lo più da bambini extracomunitari. Durante una rocambolesca fuga dai vigli urbani, Aldo viene casualmente investito in auto da Giovanni e Giacomo, che lo soccorrono frettolosamente e gli offrono un risarcimento per chiudere la questione.
Ma un'inaspettata debacle finanziaria colpisce la fortuna di Giacomo. Tutto è perduto: la villa, i risparmi che avrebbero consentito a Giovanni di sposarsi e i soldi per il risarcimento promesso ad Aldo. Un matrimonio, un funerale, un appuntamento al buio e un'irruzione di massa a suon di musica mariachi contribuiranno a gettare ulteriore scompiglio all'interno della vicenda.
Tra La banda dei babbi natale e Il ricco, il povero e il maggiordomo son trascorsi ben quattro anni, anzichè i soliti due anni di distanza con cui i comici milanesi hanno realizzato tutti i loro film a partire dal debutto di Tre uomini e una gamba. Ogni loro vicenda cinematografica è sempre stata caratterizzata dallo sviluppo di una serie di situazioni comiche che potevano comunque contare su una forte narrazione ad assicurare le fondamenta. Non a caso, i loro migliori film risultano essere Chiedimi se sono felice e Così è la vita, ovvero quei due che possono vantare un racconto più articolato e con un twist ending finale. La situazione è precipitata con Il cosmo sul comò, film composto da cinque episodi privi di collegamenti.
Il problema de Il ricco, il povero e il maggiordomo non risiede soltanto in gag poco brillanti ed incisive ma anche nella mancanza di un vero e proprio meccanismo diegetico che viene, fin troppe volte, superato dalle situazioni comiche che, alla lunga, finiscono per minare la compattezza del tessuto narrativo.
Ad orientare ulteriormente il film verso il disordine anarchico più totale è anche la presenza di ben quattro figure femminili che ruotano attorno al trio protagonista. Si sente l'assenza di un solo personaggio femminile che fungesse quasi da arbitro nei battibecchi e nelle trovate comiche interindividuali. Le donne di quest'ultimo lungometraggio appaiono prive di appigli, quasi senza bussola, sballottate qua e là all'interno di una vicenda abbastanza inconcludente e buonista e soprattutto, prive di personalità. Sentiamo la mancanza delle figure femminili dei primi film del trio comico.
Insomma, dopo aver risalito la china con La banda dei babbi natale ed aver parzialmente recuperato dal flop de Il cosmo sul comò, Aldo, Giovanni e Giacomo incontrano un altro ostacolo che non fa altro che acuire il nostro sentimento di nostalgia nei confronti dei loro anni migliori, ma, ormai, inesorabilmente andati.
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