Che mondo sarebbe senza i Beatles? Un mondo di merda. Fondamentalmente perché, secondo Yesterday, l'ultimo film di Danny Boyle, al posto dei Fab Four e di tutti i musicisti che hanno calcato il palcoscenico nei decenni successivi ispirandosi chiaramente ai ragazzacci di Liverpool, sarebbe esistito uno stronzo egoista di nome Jack Malik che avrebbe fatto successo sfruttando le loro canzoni.
Ma riavvolgiamo il nastro e torniamo indietro.
Jack Malik è un musicista di scarso successo. A parte Summer Song, unica canzone che qualche suo amico ricordi, la sua carriera non ha dato vita a niente di promettente. In lui crede soltanto Ellie, la sua manager e amica d'infanzia che, probabilmente, ha anche una cotta per lui. La sera in cui il ragazzo decide di farla finita con la musica, in tutto il mondo accade qualcosa di molto strano. Un improvviso black-out, infatti, unito ad un incidente in cui Jack resta coinvolto, priva il mondo delle canzoni dei Beatles e tutti gli esseri umani del loro ricordo. Tutti tranne Jack, che coglie l'occasione al volo per costruirsi una carriera sui testi e le musiche dei musicisti di Liverpool.
«Cosa sarebbe avvenuto se i Beatles non fossero mai esistiti?». Sulla carta, il concept di partenza di Yesterday è davvero intrigante. E lo è ancor di più l'unione di due talenti quali Danny Boyle e Richard Curtis, ovvero il regista di 28 giorni dopo e lo sceneggiatore di alcune perle della rom-com inglese (Love Actually, Notting Hill, Il diario di Bridget Jones, Quattro matrimoni e un funerale etc). Il regista rilancia il percorso seguito in The Millionaire, il suo film di maggiore successo nel mondo: un uomo ed il suo sogno molto individualista (e, probabilmente, anche egoista).
Il problema che attanaglia Yesterday consiste nella scrittura dei personaggi, oggetti irritanti che si muovono tra vicende che, sulla carta, dovrebbero turbarli e scuoterli ma che, in realtà, sembrano non suscitare minimamente il loro interesse. Se i personaggi sono davvero il cuore di ogni racconto e di ogni narrazione umanistica, allora questo film di Boyle è privo di un cuore pulsante. Lo spettatore si chiede più e più volte come possano esistere caratteri così stronzi come quello di Jack e della sua migliore amica/manager, che lo costringe, senza fare troppi complimenti, a rinunciare al suo sogno, viziato da un egoismo e da una sfacciataggine di partenza che lo riduce ad un semplice depredare il successo altrui.
Insomma, se volete vedere una vera rom-com tutta cuore, sentimenti, sensi di colpa e, soprattutto, umanità, uscita in Italia nel 2019, ricorrete a Juliet, naked, con Ethan Hawke, Rose Byrne e Chris O'Dowd e troverete tutto ciò che manca a Yesterday.
Ma riavvolgiamo il nastro e torniamo indietro.
Jack Malik è un musicista di scarso successo. A parte Summer Song, unica canzone che qualche suo amico ricordi, la sua carriera non ha dato vita a niente di promettente. In lui crede soltanto Ellie, la sua manager e amica d'infanzia che, probabilmente, ha anche una cotta per lui. La sera in cui il ragazzo decide di farla finita con la musica, in tutto il mondo accade qualcosa di molto strano. Un improvviso black-out, infatti, unito ad un incidente in cui Jack resta coinvolto, priva il mondo delle canzoni dei Beatles e tutti gli esseri umani del loro ricordo. Tutti tranne Jack, che coglie l'occasione al volo per costruirsi una carriera sui testi e le musiche dei musicisti di Liverpool.
«Cosa sarebbe avvenuto se i Beatles non fossero mai esistiti?». Sulla carta, il concept di partenza di Yesterday è davvero intrigante. E lo è ancor di più l'unione di due talenti quali Danny Boyle e Richard Curtis, ovvero il regista di 28 giorni dopo e lo sceneggiatore di alcune perle della rom-com inglese (Love Actually, Notting Hill, Il diario di Bridget Jones, Quattro matrimoni e un funerale etc). Il regista rilancia il percorso seguito in The Millionaire, il suo film di maggiore successo nel mondo: un uomo ed il suo sogno molto individualista (e, probabilmente, anche egoista).
Il problema che attanaglia Yesterday consiste nella scrittura dei personaggi, oggetti irritanti che si muovono tra vicende che, sulla carta, dovrebbero turbarli e scuoterli ma che, in realtà, sembrano non suscitare minimamente il loro interesse. Se i personaggi sono davvero il cuore di ogni racconto e di ogni narrazione umanistica, allora questo film di Boyle è privo di un cuore pulsante. Lo spettatore si chiede più e più volte come possano esistere caratteri così stronzi come quello di Jack e della sua migliore amica/manager, che lo costringe, senza fare troppi complimenti, a rinunciare al suo sogno, viziato da un egoismo e da una sfacciataggine di partenza che lo riduce ad un semplice depredare il successo altrui.
Insomma, se volete vedere una vera rom-com tutta cuore, sentimenti, sensi di colpa e, soprattutto, umanità, uscita in Italia nel 2019, ricorrete a Juliet, naked, con Ethan Hawke, Rose Byrne e Chris O'Dowd e troverete tutto ciò che manca a Yesterday.