*recensione pubblicata per Point Blank: http://www.pointblank.it/recensione/ghost-stories/
La premessa alla base di questo Ghost Stories consiste nel convincere uno spettatore scettico della reale esistenza di presenze ultraterrene, nell'ambito di una realtà quotidiana la cui illogicità supera ogni possibile immaginazione umana. Nell'universo diegetico del film, tocca a Philip Goodman interpretare il ruolo dello spettatore scettico: a differenza, però, del suo corrispettivo in sala, bloccato in una condizione di sottomotricità e di sovrapercezione, Goodman è un personaggio attivo e si occupa di smascherare senza problemi ogni falsità per conto di un programma televisivo dedicato al soprannaturale. L'investigatore ha un mito di gioventù, Charles Cameron, divulgatore impiegato nel suo stesso campo ma scomparso da tempo senza lasciare alcuna traccia. Le certezze di Goodman vengono infrante quando, a sorpresa, viene contattato da Cameron, che ha maturato una svolta nelle proprie certezze: alle prese con tre casi impossibili da risolvere, l'anziano divulgatore televisivo ha iniziato a credere alla veridicità di alcune ghost stories ed alla possibilità che il soprannaturale, in effetti, esista.
Blocco di appunti e registratore vocale alla mano, Philip Goodman precipita nell'oscuro baratro dei tre casi irrisolti: quello di Tony Matthews, custode di una struttura correttiva abbandonata e caratterizzata dalla presenza del fantasma di una bambina; il caso Simon Rifkind, ossessionato da visioni sataniche da quando si è inoltrato in piena notte in un bosco dopo aver rubato l'auto dei genitori; e, infine, la vicenda di Mike Priddle, finanziere rampante alle prese con un poltergeist che getta nel caos la stanzetta della figlia deceduta alla nascita.
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