Nonostante le
maiuscole prove nelle personali riletture dell'Amleto e del Don
Giovanni e il ruolo da protagonista assoluto nel classicheggiante Una
casa di bambola, Filippo Timi continua ad effettuare pessime scelte al
cinema. In Questi giorni, inserito inspiegabilmente nel Concorso
ufficiale dell'ultima Mostra del Cinema, interpreta un professore insicuro e
balbuziente, una figurina di contorno insieme alle molte altre che si
muovono nell'universo creato da Piccioni. Alla sostanziale debolezza dei
personaggi, si aggiunge anche un copione sciatto e blando che si nutre di
luoghi comuni e di cliché per nulla approfonditi.
Il film narra il
viaggio verso Belgrado di quattro ragazze dotate di caratteri diversi. La vita
di tutte e quattro è piena di problemi e questo cammino funge anche da seduta
psicanalitica per i personaggi. Una di loro si affaccia verso l’età adulta
grazie ad un lavoro in un hotel di lusso nella capitale serba. L’incontro in un
campeggio con un gruppo di ragazzi potrebbe mischiare le carte in tavola e
offrire alle ragazze la possibilità di rendere il viaggio indimenticabile e di
allontanarsi, anche se momentaneamente, dai problemi della loro quotidianità.
Come già detto, il
copione di Piccioni non brilla per inventiva, nonostante la prima mezz’ora di
messa in scena tenti di discostarsi dalle soluzioni visive trite e ritrite
viste in altre decine di film sovvenzionati dal Ministero dei Beni Culturali.
Il problema consiste nel fatto che il regista persegue l’obiettivo di inseguire
una cifra stilistica particolare, correndo il rischio di perdere affetto nei
confronti dei personaggi, guardati con distacco e freddezza, senza il morbido
abbraccio che, ad esempio, caratterizza, con tutte le sue debolezze, L’estate addosso di Gabriele Muccino, cui tutto si può rimproverare meno che trattare in
modo glaciale i protagonisti del suo film. Il viaggio delle quattro ragazze è
appesantito da dialoghi artificiosi, da attori che divorano sotto i loro tic i
personaggi interpretati e da una ricerca stilistica che si dimentica
completamente del corrispettivo contenutistico.
Peccato, le
premesse erano buone ma il risultato finale risulta essere banale, abbozzato ed
imbarazzante. E, come se non bastasse, il film peggiora vistosamente con
l'avanzare dei minuti. Da dimenticare.
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