di Egidio Matinata
Un film di Bryan Singer. Con James McAvoy, Michael Fassbender, Jennifer Lawrence, Oscar Isaac, Olivia Munn, Sophie Turner, Tye Sheridan, Evan Peters, Rose Byrne, Nicholas Hoult.
Scritto da Simon Kinberg. USA 2016. Durata: 143 minuti.
Da quando hanno fatto la loro prima apparizione sugli schermi cinematografici, nel 2000, gli X-Men si sono imposti immediatamente come personaggi cardine dell’immaginario collettivo contemporaneo.
La saga, tra le più longeve (anch’essa con alti e bassi), ha dalla sua certamente il merito di creare grande intrattenimento attraverso personaggi intriganti, una costruzione visiva potente e molti sottotesti che in realtà la fanno da padrone: primi tra tutti, l’accettazione di se stessi e degli altri.
Dopo il mezzo passo falso di Conflitto Finale (2006) di Brett Ratner, la saga è riuscita a rilanciarsi e rinnovarsi approfondendo i temi di cui parlavamo prima, le motivazioni e il passato dei personaggi, e introducendo nuovi attori scelti in maniera impeccabile, a partire dai due principali: Michael Fassbender (Magneto) e James McAvoy (Professor X).
Questa seconda trilogia (per ora) comprende First Class (2011), Giorni di un Futuro Passato (2014) e, l’ultimo, Apocalisse (2016).
Anno 1983. L’invincibile e immortale Apocalisse viene liberato da un millenario sepolcro. Quando si rende conto che la sua razza non è più considerata divina, furioso, raduna una squadra di potenti mutanti, fra cui un sofferente Magneto, per distruggere l’umanità e creare un nuovo ordine mondiale su cui regnare. Per fermare le sue mire di distruzione globale, Raven (Jennifer Lawrence) e Professor X guidano una squadra di giovani X-Men in un epico scontro con un nemico apparentemente invincibile.
Da un film di tali dimensioni ci si aspetta sempre una costruzione visiva imponente e un uso massiccio di effetti speciali, cosa che accade ma nella giusta dose, e una costruzione credibile della psicologia e delle relazioni tra i personaggi. Tutto ciò avviene, grazie anche al ritorno (dopo il secondo capitolo di questa prequel-trilogy) di Bryan Singer dietro la macchina da presa: capace di creare sequenze ad alto tasso di spettacolarità ma anche di inquadrare i corpi dei suoi attori, sia donne che uomini, in maniera molto erotica.
Questo film, ma sostanzialmente anche gli altri, mostrano quanto sia importante la coesione di questi due aspetti.
Ma soprattutto, Apocalypse, dimostra che per gli X-Men funzionerebbe anche un film più “piccolo” (quanto potrebbe essere bello, interessante e intrigante un film ambientato esclusivamente nella scuola di Charles Xavier?!).
Per tornare alla spettacolarità non si può non citare la sequenza di cui è protagonista Quicksilver, sulle note di Sweet Dreams, che è praticamente già cult.
Tutte le new entry risultano all’altezza della situazione: da Oscar Isaac (ovviamente) a Sophie Turner, da Olivia Munn a Tye Sheridan.
Un’ultima riflessione si potrebbe fare sul concetto di catastrofe e di apocalisse, due temi ormai onnipresenti da diversi anni sulla scena cinematografica mondiale, ma soprattutto nei grandi blockbuster americani. Forse inconsciamente, e neanche così tanto, si ha la paura o il sentore che dietro l’angolo ci sia sempre un evento catastrofico ad attenderci. La risposta di questa saga (che potrebbe sembrare banale, ma non lo è affatto) è che la coesione, che sia essa tra mutanti o esseri umani, e la fiducia verso il prossimo, il diverso o colui che ci fa paura potrebbe essere l’unica ancora di salvezza.
Riuscire a fare tutto ciò attraverso la fantascienza, l’azione e l’avventura significa fare grande intrattenimento e grande cinema.
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