Arriva oggi sugli schermi italiani il supereroe più sboccato e volgare che esista nel panorama del cinema internazionale. Stiamo parlando di Deadpool, Wade Wilson all'anagrafe. Dimenticate la sicurezza che vi trasmettono i vari supereroi tradizionali. Dimenticate il fisico di Captain America e l'ipertecnologico Tony Stark. Dimenticate anche i dubbi esistenziali che assalgono il Batman di Ben Affleck.
Il punto di forza dei due episodi dedicati a Deadpool risiede nell'attore che lo incarna: Ryan Reynolds. Tutto, nel film, rema verso la creazione di un contatto con lo spettatore ed il relativo abbattimento della quarta parete. Da sfrontato, immaturo e ribelle qual è, Deadpool riflette più volte sul meccanismo che ha portato alla produzione del film e sull'intero mondo hollywoodiano (date un'occhiata ai titoli di coda e capirete di cosa stiamo parlando), portando avanti, allo stesso tempo, un racconto che riesce perfettamente ad inglobare le numerosissime trovate comiche del suo protagonista.
L'antieroe Marvel-Fox si trova, questa volta, a proteggere Russell, un ragazzino mutante con evidenti problemi a tenere sotto controllo il suo super potere, e a cercare vendetta per quanto avvenuto nei primi minuti del film. New entry di Deadpool 2 è Cable, interpretato da Josh Brolin, un personaggio oscuro che fa di tutto per uccidere Russell. Lo scontro tra Cable e Wilson è inevitabile. Ad essere coinvolta sarà pure una task force speciale cui prenderanno parte alcuni X-Men.
Deadpool tagliuzza i nemici ed uccide la yakuza, allude al pubblico attraverso un concentrato di battutacce e si muove ai margini dell'establishment. Dal crowdfunding sostenuto dal suo pubblico del primo episodio al budget più elevato di questo secondo, Ryan Reynolds si permette persino di prendere in giro il proprio passato, nell'esilarante scena dopo i titoli di coda (restate fino alla fine per non perdervela!). Ovviamente, in questo cinecomic c'è ben poco di paragonabile agli altissimi livelli raggiunti da Avengers: Infinity war, capolavoro di scrittura cinematografica e di regia. Tra umorismo dissacrante e spettacolo, il franchise di Deadpool si limita a rileggere la figura del supereroe classico, dotandolo di un elemento di metatestualità che fa parte del gioco postmoderno che il film contribuisce a costruire.
Nonostante la sua apparenza, Wade Wilson incarna un supereroe buono che cerca la propria verità, accompagnato dagli spettatori. Le strade da seguire sono in salita e difficili da percorrere, ma la volontà di Deadpool di trasformarsi in un vero eroe nonostante l'apparenza da reietto è totalmente ferrea. Insomma, dietro volgarità e umorismo da screwball comedy, si nasconde un gran cuore ed un progetto anti-sistema davvero interessante.
Il punto di forza dei due episodi dedicati a Deadpool risiede nell'attore che lo incarna: Ryan Reynolds. Tutto, nel film, rema verso la creazione di un contatto con lo spettatore ed il relativo abbattimento della quarta parete. Da sfrontato, immaturo e ribelle qual è, Deadpool riflette più volte sul meccanismo che ha portato alla produzione del film e sull'intero mondo hollywoodiano (date un'occhiata ai titoli di coda e capirete di cosa stiamo parlando), portando avanti, allo stesso tempo, un racconto che riesce perfettamente ad inglobare le numerosissime trovate comiche del suo protagonista.
L'antieroe Marvel-Fox si trova, questa volta, a proteggere Russell, un ragazzino mutante con evidenti problemi a tenere sotto controllo il suo super potere, e a cercare vendetta per quanto avvenuto nei primi minuti del film. New entry di Deadpool 2 è Cable, interpretato da Josh Brolin, un personaggio oscuro che fa di tutto per uccidere Russell. Lo scontro tra Cable e Wilson è inevitabile. Ad essere coinvolta sarà pure una task force speciale cui prenderanno parte alcuni X-Men.
Deadpool tagliuzza i nemici ed uccide la yakuza, allude al pubblico attraverso un concentrato di battutacce e si muove ai margini dell'establishment. Dal crowdfunding sostenuto dal suo pubblico del primo episodio al budget più elevato di questo secondo, Ryan Reynolds si permette persino di prendere in giro il proprio passato, nell'esilarante scena dopo i titoli di coda (restate fino alla fine per non perdervela!). Ovviamente, in questo cinecomic c'è ben poco di paragonabile agli altissimi livelli raggiunti da Avengers: Infinity war, capolavoro di scrittura cinematografica e di regia. Tra umorismo dissacrante e spettacolo, il franchise di Deadpool si limita a rileggere la figura del supereroe classico, dotandolo di un elemento di metatestualità che fa parte del gioco postmoderno che il film contribuisce a costruire.
Nonostante la sua apparenza, Wade Wilson incarna un supereroe buono che cerca la propria verità, accompagnato dagli spettatori. Le strade da seguire sono in salita e difficili da percorrere, ma la volontà di Deadpool di trasformarsi in un vero eroe nonostante l'apparenza da reietto è totalmente ferrea. Insomma, dietro volgarità e umorismo da screwball comedy, si nasconde un gran cuore ed un progetto anti-sistema davvero interessante.
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