*recensione pubblicata per Point Blank
La vendetta di un uomo tranquillo, debutto alla regia di Raul Arevalo,
ha inizio sotto il segno di una rapina. Il punto di vista della scena
stabilisce una prima discrasia tra ciò di cui viene messo al corrente lo
spettatore e le azioni di cui, invece, si rendono protagonisti i
personaggi. Un’automobile parte e la frenesia degli eventi è
moltiplicata dalle urla di un gruppo di rapinatori, che si trova a
fuggire dalla polizia tra le strade di Madrid. Un lieve scarto verso
sinistra rende impossibile notare il rapido avvicinamento di un altro
veicolo che tampona bruscamente il primo. L’autista del gruppo scende e
viene immediatamente atterrato dalla polizia. Il primo capitolo è
archiviato.
Il 2014 è stato l’anno di True Detective e di La isla minima, due prodotti speculari che mettono in scena l’oscurità di un grembo materno non più in grado di proteggere. Della lezione di Alberto Rodriguez ha fatto tesoro proprio Raul Arevalo, il Rustin Cohle spagnolo, già visto alle prese, in tutta la sua gaudente omosessualità, con un aereo di linea che, nel 2012, continuava a planare più per inerzia che per altro, impossibilitato ad atterrare senza compromettere la propria struttura. (...)
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