Negli ultimi anni, la tendenza della Disney è stata quella di realizzare versioni in live-action dei grandi classici presenti in catalogo che hanno contribuito a rendere immortale la major statunitense. Ecco arrivare, tra il 2014 ed il 2016, Maleficent, Cenerentola ed Il Libro della Giungla, diretti rispettivamente da Robert Stromberg, Kenneth Branagh e Jon Favreau. Quest'anno, è toccato a La Bella e la Bestia. L'operazione, sul versante commerciale, è di innegabile appeal. Sul versante meramente qualitativo ed artistico, tuttavia, i dubbi hanno la meglio.
La storia dovrebbe aver cresciuto tante generazioni: Belle è una ragazza che vive in un villaggio troppo piccolo per le sue aspirazioni e che finisce prigioniera nel castello di una Bestia, resa tale dal sortilegio di una strega. Lentamente, la giovane fa amicizia con i servitori incantati che lavorano nel castello e impara ad approfondire il carattere e la personalità della Bestia senza fermarsi alla sola apparenza. Ma i nemici non tarderanno ad arrivare.
Nei precedenti remake in live-action, la Disney dimostrava di allontanarsi dalla versione originale per ossigenare il racconto con nuovi spunti. Tim Burton per Alice in Wonderland e i già citati Stromberg, Branagh e Favreau hanno costruito una struttura che andasse ad ampliare e ad arricchire le narrazioni originali. In questo aspetto, La Bella e la Bestia risente della totale assenza di originalità e di un'impostazione che ricalca eccessivamente il film d'animazione. In tal senso, nella mancanza di riferimenti alla contemporaneità e di una contestualizzazione che potesse giustificare l'operazione commerciale, il prodotto delude le aspettative del pubblico e si dimostra ecessivamente vintage, nel risvolto negativo del termine.
In conclusione, è un peccato che oltre le scenografie rifinite e le coreografie di livello non ci sia alcunché di interessante.
Nessun commento:
Posta un commento