di Emanuele Paglialonga
Squadra che vince non si cambia
A tre anni dall’uscita in sala di American Hustle, David O. Russell fa il suo ritorno con Joy, biopic incentrato sulla figura di Joy Mangano, l’inventrice della Miracle Mop (per gli amici, mocio), e lo fa affidandosi a un cast già ben rodato nei precedenti Silver Linings Playbook e, appunto, American Hustle: Jennifer Lawrence, Robert De Niro e Bradley Cooper. Più una piacevole new entry: Isabella Rossellini.
Ispirato da storie vere di donne audaci, come si legge all’inizio, il film narra le difficoltà che la Mangano dovette affrontare per imporre sul mercato (e alla propria famiglia) la sua invenzione, un mocio dinamico e maneggevole utile a tutte le casalinghe degli Stati Uniti e non.
Candidato a tre Premi Oscar (Miglior Film, Migliore Sceneggiatura Originale e Miglior Attrice Protagonista a Jennifer Lawrence), Joy ha prima di tutto un grande merito, quello di aver dato vita a una coppia, Isabella Rossellini e Robert De Niro, che veder recitare assieme sul grande schermo è puro piacere. Il secondo merito deriva dal primo: il regista di questo e degli altri film sopra elencati sta utilizzando il De Niro nell’ultima fase della sua carriera se non degnamente, di sicuro meglio di tanti altri fabbricanti di rom-com da due soldi.
Anche stavolta, quindi, il lavoro di Russell è ben confezionato, ma una spada di Damocle pende sul capo di questo prodotto: Joy è magistralmente cucito addosso alla Lawrence, che fa suo personaggio e film. La Mangano della Lawrence ha infatti carattere e grinta, e non è difficile immaginare che l’attrice riuscirà a portare a casa per questo ruolo, oltre al Golden Globe vinto poche settimane fa, anche la statuetta dell’Academy (che sarebbe la seconda, dopo la prima vinta nel 2013 per Il Lato Positivo).
Anche stavolta, quindi, il lavoro di Russell è ben confezionato, ma una spada di Damocle pende sul capo di questo prodotto: Joy è magistralmente cucito addosso alla Lawrence, che fa suo personaggio e film. La Mangano della Lawrence ha infatti carattere e grinta, e non è difficile immaginare che l’attrice riuscirà a portare a casa per questo ruolo, oltre al Golden Globe vinto poche settimane fa, anche la statuetta dell’Academy (che sarebbe la seconda, dopo la prima vinta nel 2013 per Il Lato Positivo).
Si è detto prima spada di Damocle; lo si è detto per il seguente motivo: quanto ha inciso sul film la presenza della Lawrence? Il problema di Russell, a lungo andare, potrebbe diventare infatti questo, concentrarsi troppo sugli attori -cosa sacrosanta, intendiamoci, il suo lavoro di direzione degli attori è ottimo- col rischio, però, di perdere per strada pezzi di storia.
Squadra che vince non si cambia, e fin qui ci siamo (Lawrence – De Niro – Cooper è un trio delle meraviglie ormai), ma che ci si ricordi anche il campo dove si fanno giocare questi pezzi da 90.
Vale dunque la pena vedere questo film? Più sì che no. La parola, però, spetterà al pubblico, che potrà vederlo in Italia a partire dal 28 gennaio, mentre, in America, è stato invece distribuito a partire dal giorno di Natale 2015.