di Matteo Marescalco
«Verso l'infinito e oltre!».
Nulla più della famosissima frase pronunciata da Buzz Lightyear nel 1995 sembra essere adatto a descrivere e a trasmettere il ventaglio di sentimenti generato dal film Tomorrowland e dall'attività creativa degli studi Pixar alla cui grande cucciolata appartiene il regista Brad Bird.
«Verso l'infinito e oltre!».
Nulla più della famosissima frase pronunciata da Buzz Lightyear nel 1995 sembra essere adatto a descrivere e a trasmettere il ventaglio di sentimenti generato dal film Tomorrowland e dall'attività creativa degli studi Pixar alla cui grande cucciolata appartiene il regista Brad Bird.
Dalla realizzazione di Toy Story, primo lungometraggio animato interamente in CGI a Monsters & Co., da Alla ricerca di Nemo fino ancora a Ratatouille e ad Up, la tecnologia Pixar ha compiuto passi da gigante riuscendo, tuttavia, a mantenere intatto un cuore pulsante vivo e vegeto ben protetto sotto l'involucro dell'interfaccia digitale.
In netto anticipo sul cinema live action, la compagnia acquisita e resa indipendente da Steve Jobs, ha configurato nel cinema di animazione il passaggio da analogico a digitale non solo da un punto di vista tecnico ma anche narratologico, concentrandosi sulla trattazione di argomenti legati ai valori dell'identità e dell'amicizia, ai passaggi cruciali della crescita e dell'abbandono, ad apologie della diversità e della fede in se stessi e nei propri sogni.
Caratteristiche che uno dei principali registi della scuderia Pixar ha mantenuto nel suo secondo lungometraggio in live action (che noi avevamo inserito nella lista dei 10+1 film più attesi dell'anno).
Il film parte dall'Esposizione Universale del 1964 a New York (ma verrà chiamata in causa anche quella del 1889 a Parigi) deputando agli scienziati “buoni” e capaci di sognare il ruolo di promotori dello sviluppo della civiltà umana e di creatori di Tomorrowland, una città futuribile situata in una specie di stringa temporale parallela.
La situazione cambia nettamente ai giorni nostri. Tomorrowland non è più quella di una volta, i suoi principali sostenitori sembrano aver perso la fede nei confronti dell'umanità che si appresta a vivere i suoi ultimi momenti.
Protagonisti della vicenda saranno uno scienziato disilluso ed una brillante adolescente animata da una curiosità spielberghiana. Riusciranno i due eroi a portare il genere umano a credere nuovamente in se stesso?
Dal primo all'ultimo minuto, Tomorrowland sembra essere la trasposizione non ufficiale del libro La singolarità è vicina, pubblicato nel 2005 da Ray Kurzweil, informatico teorico dell'evoluzione tecnologica.
La singolarità è descritta come un periodo futuro in cui il tasso di innovazione tecnologica sarà così elevato ed il suo impatto a tal punto profondo da trasformare irreversibilmente la vita.
Alla base del pensiero di Kurzweil vi è la Legge dei Ritorni Accelerati che postula che il progresso tecnologico potenziale è attualmente sottovalutato perchè analizzato applicando i parametri di un'interpretazione lineare anzicchè esponenziale.
La singolarità si compirà nel momento in cui il nostro cervello (con la relativa attività elettrica e, soprattutto, chimica) potrà essere installato su di un substrato computazionale, i cui circuiti elettronici sono milioni di volte più veloci dell'attività neuronale umana.
Facendola breve, il risultato del processo, dopo «l'Ethan Hunt dal corpo attrazione ma dallo sguardo multimediale di Mission Impossible-Ghost Protocol» (*), sarà l'esatto opposto: il corpo umano sui generis che rinasce, in virtù di numerosi apporti nanotecnologici, traghetterà, viceversa, verso un substrato robotico animato da sentimenti umani.
La fusione uomo-tecnologia e la nascita di nuovi orizzonti percettivi ed esperienziali sembrano essere inevitabili. Per alcuni, tutto questo potrebbe portare al dominio della tecnologia sull'uomo ed alla conseguente fine del mondo. Per altri, probabilmente i più ottimisti o, semplicemente, i più fiduciosi nel genere umano, la rivoluzione verso il raggiungimento dell'ideale è ad un passo.
La stessa Tomorrowland è un mondo digitale che non può fare a meno di residui terrestri-analogici.
Brad Bird sostiene l'innesto tecnologico a fin di bene, schierandosi dalla parte degli ottimisti. A patto che l'universo sentimentale ed emozionale continui ad essere il motore dello sviluppo di un nuovo genere umano.
Senza dimenticare che, sulla scorta dell'insegnamento di Steven Spielberg, ognuno di noi, se animato dalla giusta dose di fiducia ed entusiasmo, può essere protagonista di eventi fantastici che ci attendono dietro l'angolo.
Basta crederci.
E, naturalmente, girare l'angolo.
(*) Da Dalla sintesi del corpo alla ri-soggettivizzazione dello sguardo: "Nascita di una Nazione Digitale" nel cinema contemporaneo americano di Pietro Masciullo ne Il passato nel cinema contemporaneo, a cura di Giulia Fanara.
(*) Da Dalla sintesi del corpo alla ri-soggettivizzazione dello sguardo: "Nascita di una Nazione Digitale" nel cinema contemporaneo americano di Pietro Masciullo ne Il passato nel cinema contemporaneo, a cura di Giulia Fanara.
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