di Matteo Marescalco
*approfondimento pubblicato su Birdmen Magazine: https://birdmenmagazine.com/2021/04/17/eli-roth-cinema-americano/
«Vedere che Sam Raimi ce l’aveva fatta rese possibile, ai miei occhi, che una persona come me, appassionata di horror, potesse prendere una cinepresa, andare in un bosco e fare il film più sanguinario e disgustoso possibile». Prima ancora che uno dei più apprezzati enfant terrible del cinema di genere degli anni Duemila, Eli Roth è stato un bambino appassionato di cinema che sognava di dare vita a quegli incubi che tanto popolavano il suo inconscio e le sue visioni quotidiane. Nato a Newton da una famiglia ebraica il 18 aprile 1972, il giovane Eli è cresciuto con un padre psichiatra e docente all’Università di Harvard e con una madre pittrice. Considerata la sua ammirazione nei confronti di Ridley Scott e del suo Alien e l’ambiente familiare propizio al fertile dialogo tra semiosfera della cultura e del genere, col senno di poi lo sviluppo che la carriera di Roth avrebbe attraversato negli anni a venire sembrerebbe rispettare l’idea di una qualsivoglia predestinazione.
Leggenda vuole che, prima di diplomarsi alla Newton South High School, Eli abbia girato più di cinquanta cortometraggi insieme ai suoi due fratelli. La laurea alla New York University, poi, e l’ingresso nel mondo del lavoro a Hollywood lo trasformarono nel pupillo di Frederick Zollo, produttore che lo mise in contatto con David Lynch, per cui Eli ha curato il suo sito Internet. Ebbene sì, prima di attrarre l’interesse di Quentin Tarantino, il bastardo senza gloria di Newton è riuscito a convogliare su di sé l’ammirazione del regista di Mulholland Drive che ha offerto al debutto cinematografico alla regia del ragazzo allora trentenne la sua produzione esecutiva e la colonna sonora firmata da Angelo Badalamenti. Dopo questo breve e rapido prologo, siete pronti a immergervi nel primo atto di quel mondo ricco di ombre e privo di luci che ha dato la fama ad Eli Roth?
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