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lunedì 12 marzo 2018

NELLE PIEGHE DEL TEMPO

di Matteo Marescalco

Dopo Black Panther, supereroe Marvel da poco sbarcato nelle sale cinematografiche, la Disney torna nuovamente all'esaltazione del black power con Nelle pieghe del tempo, tratto dall'omonimo romanzo del 1963 scritto da Madeleine L'Engle e rispolverato a causa delle tematiche trattate: il libro parla di integrazione, bullismo, scontri dovuti alla diversità culturale e presta particolare attenzione al ruolo della donna.

Meg Murry è la tipica studentessa delle scuole medie brillante che però non si applica con problemi di autostima e di integrazione. I suoi genitori sono due fisici di fama mondiale. La vita sua e del fratellino Charles Wallace viene sconvolta a causa dell'improvvisa scomparsa del padre, che ha abbandonato moglie e figlia senza alcun preavviso. Sarà proprio Charles Wallace a mettere in contatto Meg ed il suo compagno di classe Calvin con tre creature fantastiche, qui nel ruolo di guide: la Signora Cos'è, la Signora Quale e la Signora Chi. Il gruppo intraprenderà un viaggio attraverso il tempo e lo spazio alla ricerca del padre di Meg. Per poter tornare sulla Terra, la ragazzina sarà costretta ad oltrepassare i confini della sua immaginazione e a guardare a fondo dentro sé stessa per sconfiggere l'oscurità che avvolge lei e i suoi amici.
 
Nulla di più tradizionale per la grande casa americana dell'immaginario. La ricostruzione di una famiglia distrutta viene perseguita attraverso un lungo viaggio che l'eroina ed i suoi amici intraprenderanno tra le spinte di un politically correct che centrifuga ogni elemento del racconto.
Tra le protagoniste, ritroviamo anche Oprah Winfrey, conduttrice del celebre The Oprah Winfrey Show, che, con il discorso ai Golden Globes, si è lanciata verso la Casa Bianca. Nelle pieghe del tempo sembra quasi proseguire la sua campagna elettorale, inneggiando ad un presunto equilibrio interiore da trovare, seguendo la giusta frequenza e combattendo l'oscurità. A parte l'evidente connotazione politica, il film esagera nell'uso degli effetti speciali e in una costruzione narrativa caratterizzata da un ammasso di eventi slegati da qualsivoglia filo logico. Per non parlare dei dialoghi al limite del trash e del nonsense. Insomma, per la Disney è un tonfo totale.

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