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venerdì 8 settembre 2017

THREE BILLBOARDS OUTSIDE EBBING, MISSOURI

di Matteo Marescalco

*recensione pubblicata per Point Blank

In piena notte, in un paesino della provincia profonda del Missouri, vengono affissi degli avvisi su tre cartelloni pubblicitari posti sul ciglio di una strada secondaria. La tranquillità della dormiente cittadina viene sconvolta da un gesto che pone nuovamente sotto l’attenzione popolare un omicidio avvenuto mesi prima quando la diciottenne Angela veniva violentata e barbaramente uccisa. Da allora, la madre, Mildred Hayes non è mai riuscita a darsi pace. Decide, così, di punto in bianco di sollecitare la polizia ad indagare e a trovare il colpevole tramite una serie di azioni e controazioni che assumeranno sempre più i caratteri di una piccola guerra civile tra fazioni cittadine opposte.

Sono alcuni tra i volti più celebrati del cinema americano recente ad interpretare i personaggi dell’ultimo dramma di Martin McDonagh, Three Billboards Outside Ebbing, Missouri. Frances McDormand torna alle atmosfere di Fargo e porta in scena il dolore di una donna che ha perso la figlia e che ha visto messa inficiata la speranza che la giustizia, rappresentata da poliziotti razzisti e dai metodi superficiali, riesca a fare il suo corso. I conflitti che animano la vita della popolazione sono incarnati dai continui battibecchi tra Mildred e l’agente Jason Dixon (Sam Rockwell), probabilmente vero cuore pulsante del film, antieroe verso cui il regista non calca mai la mano ma che è sempre pronto a sfiorare con delicatezza, concedendogli una seconda chance. Il corpo della polizia è guidato dal rispettato sceriffo Whillougby, un Woody Harrelson dallo sguardo spiritato, tornato alle atmosfere poliziesche dopo la recente prima stagione di True Detective. I rancori individuali e le continue liti, che hanno trovato nel gesto di Mildred la propria detonazione, diventano emblematici di una situazione universale: ogni oggetto presente in scena apre lo sguardo su dolorosi eventi avvenuti nel passato, su sensi di colpa e su rimpianti mai perdonati, caricando l’ambiente di un valore che rende oggettiva la presenza di suddetti sentimenti.
 

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