*recensione pubblicata per Point Blank
“Se vi dovessi parlare di lei, la principessa muta, che potrei dirvi? Vi dovrei parlare del quando? È successo tanto tempo fa durante gli ultimi giorni di regno di una Principessa delle fate. O vi dovrei parlare del posto? Una piccola città vicino alla costa ma lontano da qualsiasi altra cosa. O forse dovrei mettervi in guardia sulla veridicità di questi fatti e sulla favola dell’amore e della perdita e del mostro che ha tentato di distruggere tutto”.
Dopo qualche occasione sprecata, è con queste frasi che Guillermo del Toro torna al territorio che gli è più congeniale: quello in cui l’universo fiabesco si scontra duramente con una ben precisa realtà storica. Insomma, lo schema drammaturgico de Il labirinto del fauno, film che diede al regista messicano la notorietà internazionale, viene replicato anche in questo nuovo The Shape of Water, in concorso alla 74esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Con un innesto funzionale all’esplorazione di anfratti oscuri e materici: l’amore e il sesso restituiscono corpi vergini e corrotti nascosti sotto apparenze completamente opposte.
*continua a leggere su Point Blank: http://www.pointblank.it/recensione/the-shape-of-water/
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