Durante l'ultima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, Chris Meledandri, fondatore e amministratore delegato della Illumination Entertainment, ha ricevuto un premio speciale per il suo straordinario contributo al cinema di animazione e, in quell'occasione, ha presentato alcune sequenze tratte da Sing, in uscita in questi giorni in Italia. Le nostre sensazioni, già allora, erano positive. La prima mezz'ora del lungometraggio lasciava intravedere, nonostante le ambientazioni non particolarmente ricercate e quanto mai tradizionali, una cura formale degna di nota ed un approfondimento caratteriale che, in effetti, si è rivelato essere una qualità in più di Sing.
Protagonista della vicenda è Buster Moon, un koala che si è innamorato del teatro all'età di 6 anni e che proprio al teatro ha dedicato la sua vita, divenendo proprietario di una storica struttura che il padre gli comprò con i risparmi di una vita di duro lavoro. Purtroppo per lui, però, nel corso degli anni, le forme dello spettacolo hanno subito dei drastici cambiamenti ed il teatro che gestisce è sull'orlo del fallimento. Ricercato dalla banca a cui ha chiesto un prestito e dai macchinisti che pretendono lo stipendio arretrato, Moon escogita un modo per salvare il suo teatro: un concorso canoro aperto a tutti gli abitanti della sua città con un ricco premio finale. Una serie di gag montate ad arte ci presentano i diversi personaggi: una casalinga disperata, un gorilla figlio di un criminale locale, un topolino pieno di sè appassionato di jazz fino ad un'elefantessa troppo timida per calcare la scena. Riuscirà questa compagnia molto assortita a portare in salvo Buster Moon e la sua idea di spettacolo?
Il riscatto di un uomo medio si trasforma in un inno alla vita e al gioco. Nonostante non brilli particolarmente, Sing colpisce per la passione che riesce a trasmettere allo spettatore e per la scrittura delle gag che, se da un lato spezzano l'andamento narrativo del film, dall'altro riescono a caricare su di sé tutti i momenti più comici e riflessivi di Sing. Dopo essere stato sottratto al cinema, il modello imprenditoriale dello spettacolo teatrale e del musical vi fa ritorno, contaminandosi con la slapstick, la screwball, il noir e anche il melodramma. Dimenticate la maturità a cui vi ha abituato la Pixar o l'animazione alternativa della Laika. La Illumination Entertainment ha sfornato un prodotto assolutamente mainstream che ha il pregio di intrattenere divertendo e facendo riflettere i più piccoli, tra allusioni nostalgiche e joie de vivre.
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