Tra
i registi che si muovono nell'ambito del cinema americano
contemporaneo, Joel ed Ethan Coen appaiono un po' come un unicum. I
due fratelli del Minnesota, dal debutto del 1984 con Blood Simple
fino al recente Ave, Cesare!, hanno attraversato tutti
i generi, demistificandoli e rielaborandoli attraverso il loro punto
di vista, mantenendo costante la sottile ironia e la tendenza al
parossismo che li hanno resi famosi al grande pubblico.
Distaccandosi
dai toni più drammatici del loro penultimo film, Inside Llewyn
Davis, i Coen, con Ave, Cesare!, realizzano il loro
carillon definitivo, divertissement per palati fini che offre una
galleria di personaggi tanto strambi quanto variegati.
Collante
delle differenti storie che vengono portate in scena nella grande
Hollywood degli anni '50 è Eddie Mannix, impiegato dei Capitol
Studios con il compito di mettere a tacere gli scandali in cui
precipitano gli attori dello star system. Tra loro, Baird Whitlock,
protagonista di un costoso peplum, rapito da un gruppo di comunisti
capitanato da Herbert Marcuse, Laurence Laurentz, produttore alle
prese con un attore cane ed, infine, DeeAnna Moran, diva che deve
camuffare la propria gravidanza fuori dal matrimonio. Mannix, quindi,
si trova ad essere protagonista di un lungo calvario, all'ombra del
grande Perdente Redentore, nella più tipica tradizione dei Coen.
In
questa giostra metacinematografica, i Coen omaggiano il versante
artigianale del fare cinema, senza mai precipitare in una smaccata
idolatria. Sanciscono il primato della loro passione su etica,
filosofia, economia e religione, demistificandola e prendendola per i
fondelli. E non risparmiano nessuno. Ogni singolo personaggio che
appare in Ave, Cesare! è una maschera che sta, sempre,
per qualcos'altro. Eddie Mannix, come molti altri personaggi creati
dai due fratelli registi, è un semplice Cristo, (in fin dei conti)
un vinto che vaga nei luoghi della macchina creatrice dei sogni,
provando ad amministrare le innumerevoli scaramucce degli addetti ai
lavori. Il suo è un ruolo da pastore e da grande garante che tiene
salda e coesa una narrazione altrimenti caratterizzata da scene madri
sconnesse tra loro. Nel suo discorso finale al divo svampito,
interpretato da un George Clooney sempre al meglio con i Coen, emerge
tutto l'amore dei due fratelli per il Cinema, religione estrema ma
anche giocattolo da smontare e rimontare. Minestra da scaldare e a
cui aggiungere innumerevoli altri ingredienti e sapori per
raggiungere la consistenza perfetta che anima i loro pastiche, anche
quelli di secondo piano. Ed, infine, tempio in cui rinchiudersi e
pregare in estasi. Con un'unica, costante, consapevolezza. Quella
dell'esistenza di un burattinaio (umano) che muove i fili delle sue
creature, vittime impotenti di Caso e Destino.
Oh cavolo, è già uscito? Devo vederlo!
RispondiEliminano, Michele. Uscirà il 10 Marzo. Noi lo abbiamo visto in anteprima stampa
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