Quattro anni dopo aver diretto l'acclamato Il cigno nero, Darren Aronofsky, wonder
boy del cinema americano contemporaneo, torna dietro la macchina da
presa con Noah.
Il regista,
questa volta, attinge dalla tradizione biblica portando sullo schermo
il racconto dell'arca di Noè, narrato nella Genesi.
Protagonista
del film è Russell Crowe, che interpreta Noè, il prescelto da Dio
per intraprendere una missione epocale di salvezza, prima che il
diluvio apocalittico distrugga il mondo. L'intero racconto è stato
trasposto in modo spettacolare e la vicenda è descritta attraverso
lo sguardo e le emozioni di Noè e della sua famiglia, in un cammino
fatto di paura e fede, distruzione e trionfo, avversità e speranza.
Il cast
comprende anche Jennifer Connelly (che ha già lavorato con Aronofsky
in Requiem for a dream), Ray Winstone, Emma Watson (un blocco di marmo, al suo posto, sarebbe stato più espressivo), Logan Lerman,
Douglas Booth ed Antony Hopkins, nei panni di Matusalemme.
Dopo una
visione onirica in cui Dio gli annuncia un imminente diluvio
universale e lo incarica di costruire un'arca in cui stipare tutti
gli animali e la propria famiglia, Noè, aiutato dai Nefilim (angeli
caduti), svolge il compito con totale coinvolgimento emotivo che
sfocia, a tratti, in un vero e proprio invasamento. E' deciso,
infatti, a salvare soltanto gli animali e non gli esseri umani,
convinto che l'Uomo abbia perduto, a causa della propria cattiveria
ed avidità, il proprio diritto ad esistere. Affronta, così, la sua
nemesi, Tubal-cain, rischiando di uccidere la propria discendenza e
di mandare a rotoli la salvezza del mondo.
Autore di
π-Il teorema del delirio, Requiem for a dream, The fountain, The
wrestler e Il cigno nero, Darren Aronofski ha costruito uno stile
cinematografico febbrile, fatto di riprese ipercinetiche “sporcate” dalla
macchina a mano e montaggio intensivo, che oggettivasse il proprio
coerente progetto drammaturgico: famiglie disfunzionali, personaggi
in completo disfacimento fisico e psicologico dinnanzi alla propria
solitudine, uomini e donne che tentano, fallimentarmente, la
relazione con il sacro o con un se stesso idealizzato.
In Noah, il
regista newyorkese ha pretestuosamente utilizzato la vicenda biblica
per attenzionare i suoi soliti temi. Nei 138 minuti di film, infatti,
risaltano in modo particolare il rapporto tra il patriarca e i membri
della sua famiglia (le donne sono una mera invenzione drammaturgica,
dal momento che nel racconto biblico non vengono neanche nominate),
quello con la stirpe “maledetta” dei discendenti di Caino ed,
infine, la contrastata e difficile interpretazione del messaggio
divino.
Noah è un
film eccessivo, che parte dal melodramma per sfociare nel fantasy e
ritornare, seguendo un percorso circolare, nuovamente nel melodramma.
Il problema del film risiede nel fatto che le sequenze ad elevato
contenuto fantastico appaiono tremendamente deboli, i Nefilim
sembrano usciti direttamente dalla saga de Il signore degli anelli e
la CGI, di cui si abusa, è una delle peggiori mai viste finora in un
lungometraggio caratterizzato da un certo livello di pretenziosità.
A parte il
personaggio di Noè (interpretato da un magnifico Russell Crowe che
presta tutta la propria stazza al personaggio, gigantesco e
massacrato nel corpo e nella psiche), gli altri risultano poco
approfonditi e pretestuosi, macchiette al servizio del progetto
filmico da one man show di Aronofski. La delineazione del personaggio
di Matusalemme, i continui cambi di pettinatura di Russell Crowe
(nella parte finale è sostituito da Giancarlo Giannini) e il finale,
con la battuta -“Andate e moltiplicatevi”-, rivolta alle due nipoti
di sesso femminile, in un mondo praticamente disabitato, fanno
scadere il lungometraggio nel ridicolo.
Il merito di
Aronofsky risiede nell'aver rinverdito la tradizione del grande
colossal mitologico, nell' aver cercato un approccio più intimo,
approfondendo un elemento in più: il rapporto tra singolo uomo e
Dio, tra carne ed Idea, con tutte le conseguenze del caso. Ancora una
volta, assistiamo alla tragedia dell'Ideale che satura fino alla
follia il corpo di una giovane ballerina, la mente di un matematico e
di un uomo che si trova a dover interpretare un messaggio che va
contro il proprio istinto.
Voto: ★★
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