di Matteo Marescalco
*approfondimento pubblicato per Master Professione Editoria e BookTelling: https://mastereditoria.unicatt.it/racconti-di-cinema-scrittori-novecento-sala/
Dal primo spettacolo pubblico a pagamento del 28 dicembre 1895 fino alla visione individuale dei giorni nostri, il cinema è stato protagonista di una riarticolazione di modalità di fruizione. È soltanto negli ultimi tempi, però, che la sua rilocazione su device multifunzionali e l’ingresso nell’agone dello sfruttamento mediale di soggetti quali pay per view, transactional video on demand e subscription video on demand hanno trasformato il ruolo del consumatore e intaccato la centralità della sala cinematografica nell’immaginario collettivo. Piuttosto che pratica accessoria, il 2020, d’altronde, e la pandemia da Covid-19 hanno reso obbligatoria la visione di film in streaming.
Eppure, c’è stato un tempo in cui il cinema aveva un ruolo completamente diverso: esso, infatti, è stato una delle forme più lampanti della modernità e ha rappresentato una rivoluzione nella vita quotidiana. Definito da Francesco Casetti come l’occhio del Novecento, il cinema in sala ha mutato radicalmente il rapporto con le immagini e con le narrazioni, con lo spazio e con il tempo. Gli scrittori hanno iniziato presto a fare i conti con la settima arte: con il cinema, la letteratura non è stata più la stessa e, viceversa, il linguaggio cinematografico ha adattato ed ereditato le forme della narrativa.
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