E' arrivato il broncio, purtroppo per i numerosi genitori che, durante il weekend, porteranno i figli al cinema (si spera per loro che un film del genere non li faccia disaffezionare eccessivamente alla sala).
Terry è un ragazzino riservato e timido, abituato a trascorrere le vacanze estive nel parco divertimenti della nonna Mary. Con la sua fervida immaginazione, può viaggiare in terre favolose ed incantrare personaggi psichedelici, alberi che camminano, draghi pasticcioni ed orchidee parlanti. E chissà che non ci sia anche spazio per una principessa. Alla morte della nonna, tutto cambia. Il parco divertimenti attraversa un periodo difficile e arriva ad un passo dalla chiusura. Per Terry è difficile abbandonare il ricordo della nonna e dei tempi passati. Quando meno se lo aspetta, un incredibile congiunzione di eventi lo trasporta in una realtà parallela in cui un mago brontolone, Broncio, ha lanciato un incantesimo per evitare che gli abitanti ridano e siano felici e spensierati. Riuscirà Terry a calarsi nei panni dell'eroe, salvare la principessa di turno, catturare Broncio, districare la matassa sul suo passato e restituire i sorrisi e la felicità agli abitanti del regno parallelo?
A dirigere il film è Andres Couturier per Anima Estudios, lo studio di animazione più grande ed importante dell'America Latina (si tratta anche del primo studio latinoamericano a produrre una serie originale per Netflix). Il regista ha individuato nella modalità psichedelica e colorata con cui sono stati costruiti i paesaggi del film ed i rimandi alla città di Londra uno dei punti più importanti del suo progetto. Eppure, secondo noi, l'animazione è decisamente un punto debole: ogni personaggio ed ambientazione sembra realizzato in pasta di zucchero, carattere che fa decisamente venire meno l'artigianalità, la ricerca di verosimiglianza o l'artisticità di moltissimi altri film di animazione ben più riusciti di questo. Risulterebbe difficile a qualsiasi bambino, visti gli alti livelli raggiunti dall'animazione oggi, credere in un universo del genere. Fede nel racconto e in ciò che si vede. La sua assenza è un grosso problema per questo E' arrivato il broncio. Un ulteriore limite risulta nell'esagerata somma di gag al limite del ridicolo e del grottesco che caratterizzano la narrazione e che finiscono per inficiare la tenuta del racconto. In tal senso, la coesione della struttura narrativa rimane vittima di momenti pensati per far ridere i più piccoli ma che raggiungono il mero obiettivo di sottrarre compattezza alla storia.
Insomma, è davvero difficile mantenere una certa fede nei confronti di questo film. In modo particolare a pochi mesi dall'uscita nelle sale di Coco della Pixar e ad altri pochi mesi all'uscita di L'isola dei cani. Target diversi ma, soprattutto, qualità totalmente differente.
Terry è un ragazzino riservato e timido, abituato a trascorrere le vacanze estive nel parco divertimenti della nonna Mary. Con la sua fervida immaginazione, può viaggiare in terre favolose ed incantrare personaggi psichedelici, alberi che camminano, draghi pasticcioni ed orchidee parlanti. E chissà che non ci sia anche spazio per una principessa. Alla morte della nonna, tutto cambia. Il parco divertimenti attraversa un periodo difficile e arriva ad un passo dalla chiusura. Per Terry è difficile abbandonare il ricordo della nonna e dei tempi passati. Quando meno se lo aspetta, un incredibile congiunzione di eventi lo trasporta in una realtà parallela in cui un mago brontolone, Broncio, ha lanciato un incantesimo per evitare che gli abitanti ridano e siano felici e spensierati. Riuscirà Terry a calarsi nei panni dell'eroe, salvare la principessa di turno, catturare Broncio, districare la matassa sul suo passato e restituire i sorrisi e la felicità agli abitanti del regno parallelo?
A dirigere il film è Andres Couturier per Anima Estudios, lo studio di animazione più grande ed importante dell'America Latina (si tratta anche del primo studio latinoamericano a produrre una serie originale per Netflix). Il regista ha individuato nella modalità psichedelica e colorata con cui sono stati costruiti i paesaggi del film ed i rimandi alla città di Londra uno dei punti più importanti del suo progetto. Eppure, secondo noi, l'animazione è decisamente un punto debole: ogni personaggio ed ambientazione sembra realizzato in pasta di zucchero, carattere che fa decisamente venire meno l'artigianalità, la ricerca di verosimiglianza o l'artisticità di moltissimi altri film di animazione ben più riusciti di questo. Risulterebbe difficile a qualsiasi bambino, visti gli alti livelli raggiunti dall'animazione oggi, credere in un universo del genere. Fede nel racconto e in ciò che si vede. La sua assenza è un grosso problema per questo E' arrivato il broncio. Un ulteriore limite risulta nell'esagerata somma di gag al limite del ridicolo e del grottesco che caratterizzano la narrazione e che finiscono per inficiare la tenuta del racconto. In tal senso, la coesione della struttura narrativa rimane vittima di momenti pensati per far ridere i più piccoli ma che raggiungono il mero obiettivo di sottrarre compattezza alla storia.
Insomma, è davvero difficile mantenere una certa fede nei confronti di questo film. In modo particolare a pochi mesi dall'uscita nelle sale di Coco della Pixar e ad altri pochi mesi all'uscita di L'isola dei cani. Target diversi ma, soprattutto, qualità totalmente differente.