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sabato 1 aprile 2017

LE COSE CHE VERRANNO

di Matteo Marescalco

*recensione pubblicata per Point Blank

Alcuni caratteri accomunano Elle di Paul Verhoeven e Le cose che verranno di Mia Hansen-Love, entrambi recitati da Isabelle Huppert. Nel primo film, l'attrice francese è Michèle Leblanc, una manager a capo di una casa di produzione per videogame, violentata nella sua abitazione da un uomo mascherato che riesce a fuggire. Qualcosa in lei la spinge ad aspettare che il suo stupratore torni.
Le cose che verranno, invece, le offre la possibilità di interpretare Nathalie, una docente di filosofia in un liceo di Parigi. Un tempo comunista militante nonché aperta sostenitrice di idee rivoluzionarie, ha convertito l'attivismo giovanile in un idealismo privato che si esplica nel confronto vivo e partecipe con i suoi studenti. Il contesto di apparente e rassicurante serenità, tuttavia, muta rapidamente: la morte della madre ed il tradimento del marito spingono la donna ad interrogarsi sulla propria esistenza e a reinventarsi una nuova vita. 

La prima sequenza di Le cose che verranno mostra Nathalie su un battello intenta a correggere il compito di un alunno con su scritto il quesito filosofico: «Possiamo metterci al posto dell'Altro?». Un primo nucleo tematico è delineato. Questa continua tensione a divenire altro da sé, alla polarità opposta, anima il quinto film da regista di Mia Hansen-Love, che ha costruito il proprio prodotto su una costante oscillazione: quella tra orizzonte pubblico e privato, tra mondo delle idee e della realtà, «tra l'euforia e la malinconia», per citare il protagonista di Eden, popolato dai corpi liberi di giovani che si muovono tra fantasmi, spazi inaccessibili, drammi sentimentali e innovazioni tecnologiche. [...]

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